tag:blogger.com,1999:blog-76304812041603755592024-03-13T01:32:25.257+01:00Notizie Italia NewsNotizie di cronaca, società, cultura, politica dall'Italia e dal mondo. Fatti, Commenti, Parole, Dati, Sguardi, Interviste, Letture, OpinioniMarco Peronihttp://www.blogger.com/profile/05440750282035102482noreply@blogger.comBlogger1102125tag:blogger.com,1999:blog-7630481204160375559.post-41596580157500292072019-12-16T19:40:00.000+01:002019-12-16T19:40:01.136+01:00Sardine, il giorno dopo ...<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Le “Sardine” hanno nuotato in piazza S. Giovanni a Roma. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">100.000 o qualcosa di meno, giovani o meno giovani, hanno presidiato in massa la storica piazza della capitale, riappropriandosi di uno spazio espugnato dal centrodestra solo due mesi fa e portando avanti dal palco più prestigioso della penisola la loro battaglia per un’Italia che dica no al razzismo e al sovranismo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">E ora? </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMlI_UvLO4d7E9668repMFTDUYNW0mJjvZ566uXta3hQRiYsXGybIr3qvNtsQyudZQZuGB4JdTZt794_-8W6cEYEWN-IMoFW8J1M7UBmErfRcnH4sCwJ25DUtLRzfvrtnI8B3HssYQtizg/s1600/sardine.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="275" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMlI_UvLO4d7E9668repMFTDUYNW0mJjvZ566uXta3hQRiYsXGybIr3qvNtsQyudZQZuGB4JdTZt794_-8W6cEYEWN-IMoFW8J1M7UBmErfRcnH4sCwJ25DUtLRzfvrtnI8B3HssYQtizg/s1600/sardine.jpg" /></a></span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">E ora tutti tirano per la giacchetta Mattia Santori e compagni. Non tanto la politica, quanto gli opinionisti, i commentatori, gli intervistatori. Cosa farete da grandi?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Per il momento le sardine scelgono di restare sul terreno della cultura e della mentalità. La scommessa è quella di agire nel profondo, di smuovere le coscienze, di vivere un ’68 in sedicesimo, che (ri)dica che il “privato è politico”. E al contempo si muoversi sull’onda del pontificato bergogliano, avendo chiaro che la prima rivoluzione da mettere in atto è quella della civiltà, che significa anche gentilezza, rispetto, non-violenza, antifascismo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Mi spiego.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Il privato è politico. Il privato 2.0, ovviamente, quello di oggi, quello dei social. Prendiamo alcuni dei punti che Santori ha letto a Roma al termine della manifestazione: </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">2. Che chiunque ricopra la carica di ministro comunichi solamente nei canali istituzionali.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">3. Pretendiamo trasparenza dell’uso che la politica fa dei social network.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">4. Pretendiamo che il mondo dell’informazione traduca tutto questo nostro sforzo in messaggi fedeli ai fatti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">5. Che la violenza venga esclusa dai toni della politica in ogni sua forma. La violenza verbale venga equiparata a quella fisica.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Bello, no? Forse un po’ irreale. Ma chissà che una qualche forma di immaginazione non vada al potere. Diciamo ogni cinquant’anni ….</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">E poi la gentilezza, la cortesia. Tanto lontana dai nostri giorni. Ma anche no.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Questi giovani, bene o male, sono anche figli dei nostri tempi. E ai nostri tempi o soffia impetuoso il vento di Trump o si affaccia leggero quello di papa Francesco. O si è contro l’Altro o si è con l’Altro. O si è per i muri o si è per i ponti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Vediamo, allora, il post su Facebook - account 6000 sardine - che riassume la giornata di S. Giovanni e quella che l’ha seguita, l’incontro dei tanti referenti locali: </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">“Dialogo. Per riassumere in una parola cosa è successo nel primo ‘congresso’ delle Sardine basta una parola. Che passa dall’ascolto, dall’empatia, dalla non violenza, dall’accettazione delle diversità. […] Continuare a presentare un'alternativa alla bestia del sovranismo e alle facili promesse del pensiero semplice. Continueremo a difendere la complessità. E lo faremo in maniera semplice, gratuita, creativa. L'obiettivo […] non è decidere o comandare. Ma coinvolgere. […] Non ci lasciate soli. Non ci lasciamo soli”.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Quello delle “Sardine” è un fenomeno ancora in fieri. Tanto c’è da capire, tanto può evolversi positivamente o conoscere un’involuzione. Ma c’è gente che vuole vivere la simpatia per l’Altro, che rifiuta la semplificazione, che non vuol essere sola ….</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Il giorno dopo riguarda tutti noi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Francesco De Palma</span></div>
<div>
<br /></div>
<div class="blogger-post-footer"><a href="https://www.notizieitalianews.com" >Fonte: Notizie Italia News</a> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7630481204160375559.post-24179125433720658642019-12-16T17:10:00.000+01:002019-12-16T22:46:38.256+01:00Petrunya: ovvero la foza delle donne. Una breve riflessione sul film di Teona Strugar Mitevska.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhq-v73AH8iVaVoag_No90iHk40ffmDPRJH3I2teuXfqmiOUiPt9gti314ehjOGbrYKZyDi_Qr7U3mh0J6eGOKa6jSOai78WI9fRqnGHAwCXEF2Z-_zmDELmS6OEqI_iMk28KKMnGZfEnLQ/s1600/petrunya.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="928" data-original-width="650" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhq-v73AH8iVaVoag_No90iHk40ffmDPRJH3I2teuXfqmiOUiPt9gti314ehjOGbrYKZyDi_Qr7U3mh0J6eGOKa6jSOai78WI9fRqnGHAwCXEF2Z-_zmDELmS6OEqI_iMk28KKMnGZfEnLQ/s400/petrunya.jpg" width="280" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
Petrunya è una donna che vive in una piccola città della Macedonia del Nord.<br />
<div style="text-align: justify;">
E' abbastanza giovane (circa trent'anni) ed è colta (ha una laurea in storia). </div>
<div style="text-align: justify;">
E' anche bella, ma non secondo i canoni estetici, fatti di misure e proporzioni, che tanto piacciono agli uomini del nostro tempo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Petrunya, come tante persone del suo paese, è disoccupata, conduce un'esistenza anonima e un po' triste, nella casa dei suoi genitori, con una madre dalla quale non si sente né compresa né apprezzata.</div>
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La vita di Petrunya sembra scorrere senza grandi emozioni, quando ad un certo punto accade qualcosa.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una scelta istintiva della donna fatta con impeto, nel contesto di una processione, infrange una regola non scritta (e quindi senza un chiaro fondamento dottrinale) di un'antica tradizione della religiosità popolare dei paesi dove è presente la Chiesa Ortodossa.<br />
Quel gesto della donna, apparentemente innocuo, ma profondamente controcorrente, farà emergere e metterà in crisi una cultura costruita su stupidi dis-valori patriarcali e maschilisti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Da qui parte e si sviluppa il film della regista Teona Strugar Mitevska, 45 anni, originaria di Skopje, la quale, prendendo spunto da una storia vera, ci consegna un ritratto di donna ribelle e anticonformista, una donna che non abbassa il capo di fronte all'arroganza maschile, una donna che rifiuta di farsi piegare, all'interno di un ordine naturale delle cose deciso dagli uomini, alla cieca obbedienza del "si è sempre fatto così". </div>
<div style="text-align: justify;">
E' un film raffinato che, partendo da un piccolo fatto di cronaca di una periferia balcanica, fa riflettere su quanto ancora la mentalità patriarcale e maschilista, impregni, sia in modo palese, sia in modo subdolo (ma non meno pericoloso), la nostra cultura e le nostre società. </div>
<div style="text-align: justify;">
Nel film viene ben descritta la disobbedienza di Petrunya. Una forma di resistenza che scatena, in modo estremamente volgare, i peggiori istinti sessisti degli uomini che si sentono attaccati e messi in crisi, nel loro ruolo di potere, dall'agito della donna .</div>
<div style="text-align: justify;">
Attaccare una donna facendo riferimento o al suo aspetto fisico, o alle sue presunte scelte o gusti sessuali, è quanto di più becero e banale possa esistere. Rivela tutta la miseria e la debolezza di un mondo maschile impaurito dalle donne.</div>
<div style="text-align: justify;">
E' interessante osservare che questi bassi istinti verbali contro le donne che si ribellano a ciò che ritengono ingiusto, si ripetono in modo tragico anche nei nostri contesti <span style="background-color: white; color: black; display: inline; float: none; font-family: "times new roman"; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: justify; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">e spesso i social network sono la vetrina dove vengono esibiti</span> (solo per fare un esempio si ricorda la gragnuola di insulti subiti dalla "capitana" Carola Rakete per la sua ostinata scelta di far sbarcare i migranti da lei salvati e presenti sulla sua nave).</div>
<div style="text-align: justify;">
E' un film molto bello, che induce ad un pensiero profondo circa l'assurdità di una cultura fondata su ancestrali rapporti di potere tribali e maschilisti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Si esce dalla sala cinematografica, con l'idea che le donne sono la vera forza di trasformazione della società.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un mondo migliore sarà sicuramente al femminile.</div>
<div style="text-align: justify;">
Petrunya docet.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<strong> Francesco Casarelli</strong></div>
<div align="right" style="text-align: justify;">
</div>
<div align="right" style="text-align: justify;">
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<div class="blogger-post-footer"><a href="https://www.notizieitalianews.com" >Fonte: Notizie Italia News</a> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7630481204160375559.post-17422906901861958732019-12-13T15:03:00.001+01:002019-12-13T18:39:58.878+01:00Ancora sulle "sardine"; secondo Erri De Luca, Giuseppe De Rita, Luca Ricolfi, Marco Bascetta ...<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Su questo stesso blog, non molti giorni fa, si era richiamata l'analisi che Massimo Recalcati faceva a proposito dei <b>movimenti giovanili del nostro tempo</b> e in particolare di quello delle "sardine”, letto positivamente perché, concludeva lo psicanalista, "valorizzano la politica, fanno riferimento all’istanza della politica come istanza che deve trasformare il mondo”. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUX3ZypttQR896LYC5m1I-MGSMtwUGf6EQeg9_phMbGEesbwWDQdB4Ku6kgROuxVvyapCvASTwawXFo6pf-_WXGZQvSdz817qdUttDCs27m36wmFElmHfcCX5jE29QmJ0OnsWeOhU-5BB3/s1600/sardine.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="166" data-original-width="303" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUX3ZypttQR896LYC5m1I-MGSMtwUGf6EQeg9_phMbGEesbwWDQdB4Ku6kgROuxVvyapCvASTwawXFo6pf-_WXGZQvSdz817qdUttDCs27m36wmFElmHfcCX5jE29QmJ0OnsWeOhU-5BB3/s1600/sardine.jpg" /></a></span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Le "sardine"</b> - che si avviano a celebrare domani, sabato, l<b>a prima manifestazione nazionale</b>, a Roma, a p.za S. Giovanni, un test di rilievo per valutare l'ampiezza di qualcosa che si è misurato sin'ora sempre su scala locale - sono state l'oggetto di numerosi altri interventi nei giorni scorsi. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Alcuni di questi prendevano spunto dalle interviste concesse da uno dei loro leader, Mattia Santori; altri si concentravano sull'appuntamento di Roma.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Un tono più complessivo hanno avuto <b>quattro</b> <b>riflessioni</b> che ci piace citare, quelle di Erri De Luca, di Giuseppe De Rita, di Luca Ricolfi e di Marco Bascetta.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Secondo <b>De Luca</b>, dal momento che "la democrazia è fragile e rischia continuamente di precipitare", che "<b>una democrazia può anche suicidarsi</b>, come accaduto in altri paesi", qualsiasi <b>dinamica che contribuisca a rianimarla e rinforzarla</b> è la benvenuta: "Ed è quello che sta accadendo con le sardine", ha chiosato.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>De Rita</b>, invece, ha avuto un approccio più problematico. Il sociologo stenta a intravedere una vera novità in un movimento che "non ha slogan" e che quindi rischia di essere l'espressione di una stagione senza grande futuro: "Se è così <b>non so se potrà essere un fenomeno di ampio respiro. Suscita indiscutibilmente simpatia, ma non basta</b> che una piazza cambi colore o simbolo - prima l’arancione, poi la sagoma di un pesce - per farsi davvero novità", ovvero per affrontare alla radice quell'incertezza che il Censis legge come cifra dell'Italia del 2019. </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Anche <b>Ricolfi</b> è perplesso sul presente e sul futuro dell’onda messa in moto dalle “sardine” e dichiara di non sentirsi a suo “agio con <b>un movimento che enuncia valori ma non ha il coraggio - o la capacità? - di formulare obiettivi politici </b>definiti”.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Bascetta</b>, da parte sua, pur concordando sull'indeterminatezza delle tante manifestazioni di queste settimane, ritiene che <b>esse creino comunque "un luogo politico"</b>: "Le sardine sembrano nuotare, intanto, nelle acque di un senso comune da sovvertire e ricostruire, della contrapposizione culturale". Esse danno vita, al di là di tutto, a "<b>un movimento di resistenza contro le 'passioni tristi'</b>, contro quella perversione del desiderio di sicurezza che si traduce in obbedienza e sottomissione, che reprime e blocca ogni piena espressione di libertà". Una tale "</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">massa critica", pur "parca di parole", <b>può "scombinare i giochi e spezzare l’incantamento scaturito dal piffero" sovranista</b>.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Francesco De Palma</span></div>
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<div class="blogger-post-footer"><a href="https://www.notizieitalianews.com" >Fonte: Notizie Italia News</a> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7630481204160375559.post-43719290540122701272019-12-11T08:06:00.005+01:002019-12-11T08:40:20.955+01:00Piero Terracina, le leggi razziali, il ricordo degli studenti d'oggi ...<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Nelle <b>Scuole della Pace di Roma</b> <b>Piero Terracina</b> era ormai come <b>uno di famiglia</b>. Sì, perché tutti i bambini che frequentano i centri educativi della Comunità di Sant’Egidio, dai più piccoli ai più grandi, conoscono bene la sua storia, da quando nel 2018, per gli 80 anni dalla promulgazione delle Leggi Razziali, <b>hanno lavorato insieme per preparare la mostra “Prendi la tua cartella e vattene da scuola</b> - le Leggi Razziali del '38 commentate dai bambini della periferia di Roma”. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhy645wAoKwo0kyHl9r5aug1ejgtTIQw24XirbPhGmTCXdoZGIitrynmPC672l6tvELk_1kBn7jXU0OVQRilG7zBEfNG2qUWxBYEpf222EKNsa7X7Fv6Au1An8xy9wjbuncW24JStWygHB8/s1600/terracina.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="194" data-original-width="259" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhy645wAoKwo0kyHl9r5aug1ejgtTIQw24XirbPhGmTCXdoZGIitrynmPC672l6tvELk_1kBn7jXU0OVQRilG7zBEfNG2qUWxBYEpf222EKNsa7X7Fv6Au1An8xy9wjbuncW24JStWygHB8/s1600/terracina.jpg" /></a></span></div>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La sua voce, riascoltata nel racconto di quel terribile giorno in cui <b>Piero fu allontanato dalla scuola "Crispi" di Monteverde</b>, era divenuta familiare; quella stessa storia la vediamo raccontata quasi fotogramma per fotogramma nei disegni che illustrano la mostra, perché è forse la storia in cui ognuno si è maggiormente immedesimato: Piero va a scuola, è cacciato per colpa delle Leggi Razziali, torna a casa sconsolato. <b>Che profonda ingiustizia!</b> Nel pannello che rappresenta la risposta all’esclusione, Piero è rappresentato nella scuola che la comunità ebraica romana aprì a villa Celimontana per alcuni anni. I bambini hanno voluto disegnare se stessi, come fossero loro i compagni di classe di Piero, con la scritta: 'Piero è uguale a noi'. E sulla bocca del preside, funzionario statale non ebreo ma neanche ostile, le parole di esortazione che egli rivolse loro: “Ragazzi, datevi da fare, le Leggi Razziali vogliono far credere che gli ebrei sono una razza inferiore: n<b>on è vero, e voi lo dovete dimostrare!“</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ma poi eccolo di nuovo, quando <b>il 16 ottobre del 1943</b> sfugge alla <b>razzia degli ebrei romani</b>, mentre, come raccontava, stava in fila per ritirare le sigarette per suo padre: qualcuno lo avverte gridando: <b>“Piero corri! Corri!”</b>. Così lo ricordavano i bambini, quasi per aiutarlo a mettersi in salvo. Piero sarà deportato nell’aprile del 1944. <b>Dopo il ritorno da Auschwitz, la sua voce non ha mai smesso di testimoniare</b>. I bambini delle Scuole della Pace non lo dimenticheranno, e parleranno di lui ad altri, perché il ricordo delle vittime innocenti dell’orrore della guerra non si perda.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>La mostra, dopo essere stata presentata nel Museo di Roma in Trastevere </b>e in altre location, si trova ora nella sede della Comunità di Sant’Egidio di Via Monte delle Capre 23 e presto sarà esposta in altri quartieri della capitale.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Erika Gamberale</span></div>
<div class="blogger-post-footer"><a href="https://www.notizieitalianews.com" >Fonte: Notizie Italia News</a> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7630481204160375559.post-85909447593271093592019-12-10T10:38:00.001+01:002019-12-10T10:38:18.700+01:00La visita di Angela Merkel ad Auschwitz<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La cancelliera tedesca, Angela Merkel, si è recata nell’ex campo di concentramento nazista di Auschwitz la scorsa settimana, venerdì 6, per una visita non di circostanza, durante la quale ha pronunciato uno dei suoi discorsi più sentiti ed importanti, che ha fatto toccare con mano la distanza esistente tra un paese serio, che vuole fare i conti col suo passato e sbarrare il passo al razzismo o ai movimenti che flirtano con quelle parole d’ordine da una parte, e, dall’altra, un paese in cui si sottovaluta la gravità di gesti e parole e si derubricano odio e disprezzo razziali come critica alla cosiddetta “migrazione di massa”.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Era la prima volta da quando è capo di governo che la Merkel visitava il teatro di una delle pagine più drammatiche e buie della storia dell’umanità. Ma era il momento di fare un tale passo, anche per lanciare un messaggio alto e dolente a un paese, la Germania, in cui nel solo 2018 sono stati compiuti 1800 reati a sfondo antisemita, e in cui, il 9 ottobre scorso, dei neonazisti sono tornati a sparare di fronte a una sinagoga. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_1L6Kx2uAFAdvCEzhCWtgo4vCtVuf3v6cRCRKybkYz_dN2vArpOJvKpuWbukIpjPrPRUgMS-7FWR1MGNgZ629UEAMMVtO0XAP6laD6SWSdNjFtBsLqUA2MX4oAn6ZnS-7GIAmg-6L8079/s1600/merkelauschwitz.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="168" data-original-width="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_1L6Kx2uAFAdvCEzhCWtgo4vCtVuf3v6cRCRKybkYz_dN2vArpOJvKpuWbukIpjPrPRUgMS-7FWR1MGNgZ629UEAMMVtO0XAP6laD6SWSdNjFtBsLqUA2MX4oAn6ZnS-7GIAmg-6L8079/s1600/merkelauschwitz.jpg" /></a></span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">“E’ successo. Dunque può succedere di nuovo”. Ha citato Primo Levi, “I sommersi e i salvati”, la cancelliera, profondamente commossa, e ha insistito sulla necessità di mantenere vivo il ricordo dei campi di sterminio nazista. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Di seguito alcuni passaggi del discorso:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">“Essere qui oggi e parlarvi come cancelliere tedesco è tutt'altro che facile per me. Mi vergogno profondamente dei crimini barbari perpetrati qui dai tedeschi […]. Eppure […] il silenzio non può essere la nostra unica risposta. Questo luogo ci obbliga a mantenere vivo il ricordo. [… A] essere consapevoli che questa responsabilità è parte integrante della nostra identità nazionale, della nostra immagine di noi come società illuminata e liberale, come democrazia e stato di diritto. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Oggi abbiamo di nuovo una fiorente vita ebraica in Germania. Con Israele abbiamo relazioni diversificate ed amichevoli. Questo era tutt'altro che scontato. E’ un grande dono. E’ come un miracolo. Che non può però annullare ciò che è successo. Non può riportare in vita gli ebrei assassinati. Ci sarà sempre un vuoto nella nostra società. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">70 anni fa è entrata in vigore la Legge fondamentale della Repubblica Federale di Germania. In essa abbiamo messo a frutto le lezioni del passato. Ma sappiamo anche che l'inviolabile dignità dell'uomo, la libertà, la democrazia e lo stato di diritto - per quanto preziosi siano questi valori - sono molto vulnerabili. Questo è il motivo per cui dobbiamo costantemente consolidarli e migliorarli, proteggerli e difenderli, nella vita quotidiana, nonché nell'azione governativa e nel discorso politico. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Questa non è retorica. In questi giorni è necessario dirlo chiaramente. Perché stiamo conoscendo un razzismo preoccupante, una crescente intolleranza, un'ondata di crimini d'odio. Stiamo assistendo a un attacco ai valori fondamentali della democrazia liberale e a un pericoloso revisionismo storico al servizio di una contrapposizione incentrata etnicamente. Prestiamo particolare attenzione all'antisemitismo, che minaccia la vita ebraica in Germania, in Europa e altrove. […] Tutti devono sentirsi al sicuro e a casa in Germania, in Europa. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">[…] “E’ successo. Di conseguenza, può succedere di nuovo”. Pertanto non dobbiamo chiudere gli occhi e le orecchie quando persone vengono assalite, umiliate o emarginate. Dobbiamo opporci a coloro che suscitano pregiudizio e odio contro gente di altre fedi o origini. Tutti abbiamo delle responsabilità. […] Questa storia deve essere raccontata più e più volte, in modo da rimanere vigili, in modo che tali crimini non possano essere ripetuti in alcun modo, in modo da poter agire con decisione contro il razzismo e l'antisemitismo in tutte le loro disgustose manifestazioni. Questa storia deve essere raccontata in modo che oggi e domani possiamo preservare la dignità di ogni essere umano […]”.</span></div>
<div>
<br /></div>
<div class="blogger-post-footer"><a href="https://www.notizieitalianews.com" >Fonte: Notizie Italia News</a> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7630481204160375559.post-43205477172074032172019-12-08T22:44:00.000+01:002019-12-09T13:26:50.750+01:00L'ultimo anno di una dittatura. "The Delegation" (Delegacioni), il film di Bujar Alimani.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjibkrb2-V3fT3ONaTn7ryWVkg5OT2UoCD6eJZafXXFj-t8Mq2WAk6ltTvYOx-5MxyoD-V9wX5Cs-eXTPFU3tTK5MIxQDuwk6BLEhfyxEjNLxGOeUR5TrEg1fi5J-0XZ98DLCbSC3bvBDp_/s1600/delegation.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="622" data-original-width="420" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjibkrb2-V3fT3ONaTn7ryWVkg5OT2UoCD6eJZafXXFj-t8Mq2WAk6ltTvYOx-5MxyoD-V9wX5Cs-eXTPFU3tTK5MIxQDuwk6BLEhfyxEjNLxGOeUR5TrEg1fi5J-0XZ98DLCbSC3bvBDp_/s320/delegation.jpg" width="216" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Bujar Alimani è uno dei registi più prolifici ed importanti del nuovo cinema albanese.</div>
<div style="text-align: justify;">
"The Delegation" (Delegacioni), il suo ultimo film uscito alla fine del 2018, dopo aver ricevuto vari riconoscimenti in alcuni festival cinematografici europei (tra cui il "Trieste Film Festival"), è stato proposto, dal Ministero della Cultura dell'Albania, per l'Oscar al "miglior film straniero", nell'edizione del prossimo anno 2020.</div>
<div style="text-align: justify;">
La pellicola è ambientata nell'Albania del 1990.</div>
<div style="text-align: justify;">
Da un anno era caduto il Muro di Berlino.</div>
<div style="text-align: justify;">
Alla guida del piccolo Paese delle Aquile c'era Ramiz Alia. Era il successore di Enver Hoxha, il "padre-padrone" della nazione moderna, morto nel 1985, dopo un quarantennio di feroce dittatura isolazionista che portò il paese ad un terribile livello di povertà e di degrado. </div>
<div style="text-align: justify;">
L'anno dopo, nel 1991, a Tirana sarebbero scoppiate le rivolte degli studenti, che avrebbero fatto cadere l'ultimo dei regimi comunisti dell'Europa dell'Est, forse il più duro di tutti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma ancora nel 1990 il regime cercava in tutti i modi di sopravvivere a sé stesso.</div>
<div style="text-align: justify;">
I problemi economici che l'isolazionismo di Enver Hoxha ("mangeremo anche l'erba pur di non cedere all'Imperialismo", una delle sue storiche frasi) aveva portato erano ormai ingovernabili. Per questo Ramiz Alia fu costretto ad effettuare alcune timide riforme sul versante dell'economia, dei diritti umani e ad iniziare ad aprire il paese all'esterno, nel tentativo di ottenere qualche beneficio dall'Europa che forse gli avrebbe permesso di tirare avanti ancora un po'.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ovviamente la situazione era giunta ad uno sfacelo tale che, le piccole riforme di Alia, oltre ad essere inutili, furono in realtà l'acceleratore della rivoluzione democratica albanese.</div>
<div style="text-align: justify;">
E' in questo contesto che si sviluppa la vicenda narrata in "The Delegation".</div>
<div style="text-align: justify;">
Leo, un prigioniero politico, viene segretamente fatto uscire dal campo di detenzione dove era, da tanti anni, internato (forse la prigione di Burrell?) e mandato a Tirana per incontrare un suo vecchio compagno di università, ora a capo della delegazione europea inviata a valutare se l'Albania avesse fatto o meno i progressi richiesti nel campo dei diritti umani. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il viaggio verso Tirana avrà una serie di imprevisti e nulla va come sarebbe dovuto andare. </div>
<div style="text-align: justify;">
Nel film, che si sviluppa come una pièce teatrale, hanno un grande rilievo i dialoghi tra i vari personaggi che si susseguono sulla scena, ognuno dei quali è la metafora delle varie anime dell'Albania di fine regime: fantasmi impazziti che si muovono disorientati in quella specie di limbo durato 6 anni, iniziato con la morte di Hoxha e conclusosi con l'avvento della democrazia. </div>
<div style="text-align: justify;">
Notevole è la prova di Ndriçim Xhepa, uno degli attori più prestigiosi del cinema albanese, che nel film recita la parte di Spiro, il funzionario del ministero degli interni che deve scortare Leon a Tirana.</div>
<div style="text-align: justify;">
Fare i conti con il proprio passato è l'inizio della maturità di ogni democrazia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Questo film sembra voler dare un suo contributo in questa direzione.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Francesco Casarelli</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b></b><br /></div>
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<div class="blogger-post-footer"><a href="https://www.notizieitalianews.com" >Fonte: Notizie Italia News</a> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7630481204160375559.post-36726443198185262842019-12-06T17:13:00.001+01:002019-12-06T17:13:48.593+01:00L’originale pacifismo di Dino Campana<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Pace non cerco, guerra non sopporto</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">tranquillo e solo vo pel mondo in sogno</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">pieno di canti soffocati. Agogno</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">la nebbia ed il silenzio in un gran porto.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">È la quartina iniziale di "Poesia facile", uno dei pochi testi di Dino Campana che non fanno parte della sua opera principale: i "Canti orfici". </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Campana è certamente un animo sempre inquieto, polemico verso i contemporanei, disprezzava i futuristi. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Questo poeta raffinato, la cui opera, secondo Luzi, è il principale tentativo di creare il sublime nel '900, restò immune alla "grande ebetudine” di cui parlava Thomas Mann ne “La montagna incantata”: la passione bellica che condusse l'Europa al disastro che fu la prima guerra mondiale. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfBYpOflIBmy2CzcWXDo8LBKWY2yYzwFO6JrViJFDy8gRe-5G-kM8sI2OOkYmNl2YGhzNppoSEwo8AUQkOppiLsrXDwQ6hyFUc_5AxSaJcyWBH0gF0-O3V9oPC5qPqNdYCgiPJJ1Q47cLl/s1600/campana.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="257" data-original-width="196" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfBYpOflIBmy2CzcWXDo8LBKWY2yYzwFO6JrViJFDy8gRe-5G-kM8sI2OOkYmNl2YGhzNppoSEwo8AUQkOppiLsrXDwQ6hyFUc_5AxSaJcyWBH0gF0-O3V9oPC5qPqNdYCgiPJJ1Q47cLl/s1600/campana.jpg" /></a></span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Nel 1914 quando tutta Italia stava diventando interventista e per le strade si insultavano gli austriaci e i tedeschi, Dino Campana dedica i "Canti orfici", suo capolavoro, a “Guglielmo imperatore dei germani”. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Se una follia c'era in Campana era la follia della provocazione. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Gli è costata essere spesso espunto dalle antologie e probabilmente l'essere avviato più rapidamente di quello che era necessario nel manicomio di Castel Pulci, dove morì a soli 47 anni, nel 1932, a causa della setticemia dovuta a una ferita procuratasi in un tentativo di fuga.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Luca Giordano</span></div>
<div>
<br /></div>
<div class="blogger-post-footer"><a href="https://www.notizieitalianews.com" >Fonte: Notizie Italia News</a> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7630481204160375559.post-12366769869729897862019-12-05T13:42:00.001+01:002019-12-05T13:42:35.373+01:00"J'accuse!": le accuse, anche all'oggi, de "L'ufficiale e la spia"<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">E’ stato scritto che “pochi titoli giornalistici sono rimasti nella storia come il ‘J’accuse …!’ di Emile Zola”, che campeggiava a tutte colonne sulla prima pagina de “L’Aurore” il 13 gennaio 1898. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPTtbznEUnRsub1qXl4aA-WJV4HsQVuKVdw4t-zwdeJ9dB-qQBI-xtOCjAXVgPj0u2fkqj7CWLIV8hYrOGXYEN4kdwqQaZHry79QO4EgivTJDG67-pCgxoC2qwAAv-qTS7ROcjGMuK47HG/s1600/jaccuse.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="275" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPTtbznEUnRsub1qXl4aA-WJV4HsQVuKVdw4t-zwdeJ9dB-qQBI-xtOCjAXVgPj0u2fkqj7CWLIV8hYrOGXYEN4kdwqQaZHry79QO4EgivTJDG67-pCgxoC2qwAAv-qTS7ROcjGMuK47HG/s1600/jaccuse.jpg" /></a></span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">E’ con lo stesso titolo che Polanski ha firmato il film che racconta l’affaire Dreyfus, uno scandalo giudiziario che rivelò la forza del pregiudizio antisemita nella Francia della Belle Epoque ed è divenuto l’esempio principe di come intellettuali e quarto potere possano incidere sulla vita di un paese e guarirne le storture.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La storia, per chi non la conosce: tra 1894 e 1895 l’ufficiale d’artiglieria dello stato maggiore francese Alfred Dreyfus viene accusato di aver diffuso informazioni riservate alla Germania e condannato all’ergastolo sull’Isola del Diavolo, in Guyana. Ma Dreyfus era innocente. Individuato come capro espiatorio per la sua appartenenza alla comunità ebraica, il processo era stato una farsa, e nessuna vera prova era stata prodotta in tribunale.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Il film vede l’affaire non dal punto di vista di Zola, bensì da quello di un ufficiale francese, nuovo capo del controspionaggio, Georges Picquart, che si accorge dell’errore giudiziario e, nonostante fosse anch'egli piuttosto antisemita, cerca in tutti i modi di spingere alla revisione del processo. Si scontra però con l’ottusa resistenza di chi non vuole ammettere l’errore e rivelare il grumo di pregiudizio che era stato alla base di esso, e ci vorranno anni, l’intervento di Zola e l’indignazione dell’opinione pubblica per giungere a una parziale composizione dell’ingiustizia perpetrata nella Parigi di fine Ottocento.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">In diversi punti della pellicola, pur nella precisione della ricostruzione, colpisce l’attualità di quanto proiettato sullo schermo: il popolo sembra in preda a pulsioni di pancia, allora come oggi, nella scena della degradazione di Dreyfus, come poi durante il processo; l’assassinio dell’avvocato di Dreyfus stesso richiama l’omicidio di Jo Cox durante la campagna referendaria sulla Brexit, o quello del sindaco di Danzica; l’ex capo del controspionaggio, che dal suo capezzale inveisce contro gli stranieri, causa delle degenerazione della società, pronuncia parole che sentiamo ogni giorno da certi politici e commentatori televisivi. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Dal film, al di là della sua perfezione formale, che ne contiene la drammaticità, si leva un pesante atto d'accusa ai nostri giorni, rei di essere molto più simili di quanto pensiamo a quelli di cent'anni fa. Con l'aggravante che non si vedono molti Zola all'orizzonte ...</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Francesco De Palma</span></div>
<div>
<br /></div>
<div class="blogger-post-footer"><a href="https://www.notizieitalianews.com" >Fonte: Notizie Italia News</a> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7630481204160375559.post-34468343144206050472019-12-04T15:35:00.000+01:002019-12-04T15:35:07.368+01:00Un altro punto di vista sulla "crisi" migratoria ...<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">L’immigrazione è <b>un tema cruciale nella nostra epoca</b>: le cronache, in particolare negli ultimi anni, sono piene di notizie che raccontano, con toni più o meno accesi, di sbarchi, di arrivi, di naufragi, di esodi, di passaggi alle frontiere, di accoglienza, di respingimenti, di rimpatri.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ci troviamo davanti ad una sfida del nostro tempo, che va affrontata in tutte le sue manifestazioni. E che può rappresentare un’opportunità per <b>il futuro dell’Italia e del continente europeo</b>, per via della scarsa natalità di questi ultimi decenni. E' necessario allora raffreddare gli animi, ragionare per costruire efficaci processi d’integrazione, perché da soli non avremo futuro. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaaDF-Z3YWQ1zyhnr6wVB0AooVf8UpIaCxT3dw9rrXJfy-d2iyCvcwyTPqdthkCqmSQcEHw9VYi0dH0U0UCwiXQhyHT_vypjgh_Q92pRaKqnsVkmiAnwFXzpu6yEtqRQ2rrSGirWAaeE_w/s1600/bartolo.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="172" data-original-width="293" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaaDF-Z3YWQ1zyhnr6wVB0AooVf8UpIaCxT3dw9rrXJfy-d2iyCvcwyTPqdthkCqmSQcEHw9VYi0dH0U0UCwiXQhyHT_vypjgh_Q92pRaKqnsVkmiAnwFXzpu6yEtqRQ2rrSGirWAaeE_w/s1600/bartolo.jpg" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Per questo è bene ascoltare altre voci, differenti da quelle mainstream. Come ad esempio quella di <b>Pietro Bartolo, medico di Lampedusa</b> che per tanti anni ha soccorso e accolto profughi in centinaia di sbarchi avvenuti sulle coste italiane, oggi eurodeputato. Chi è a Roma venerdì potrà farlo in via di San Raffaele 6, alle 17.30, quando l'esponente di <b>Democrazia Solidale</b> parteciperà al dibattito “Quale futuro per l’immigrazione: oltre fake news e razzismo”. Con lui saranno anche Paolo Ciani, capogruppo Democrazia Solidale alla Regione Lazio, la giornalista Maria Cuffaro, il prof. Paolo Morozzo della Rocca, docente di Diritto all’Università degli Studi di Urbino. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Un dialogo che sarà interessante e utile per far chiarezza, per chiamare per per nome gli allarmismi, per aiutarci ad avere anche <b>un altro punto di vista</b>: non più solo vedere i problemi ma anche valutare possibilità e opportunità del nuovo scenario che si sta delineando.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Germano Baldazzi </span></div>
<div class="blogger-post-footer"><a href="https://www.notizieitalianews.com" >Fonte: Notizie Italia News</a> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7630481204160375559.post-55428448477811976252019-12-03T21:40:00.001+01:002019-12-03T21:40:25.014+01:00La Giornata Internazionale per i diritti delle persone con disabilità<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La <b>Giornata Internazionale per i diritti delle persone con disabilità</b> che ricorre il 3 dicembre, è stata istituita dall'ONU nel 1982, mediante l'adozione di un programma, a livello mondiale, per il riconoscimento di uguali diritti anche per le persone disabili e per iniziare il lavoro di abbattimento delle tante barriere materiali, umane, sociali e mentali.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"La discriminazione contro qualsiasi persona sulla base della disabilità costituisce <b>una violazione della dignità e del valore della persona umana</b>", così recita il capoverso centrale della Convenzione internazionale sui diritti delle persone con disabilità, sancito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9xo6_4N8wKAZ2uXub-7HyCNoy6Ah_2o_dLo5S3bwYepOeQ_P0MYlu6hM0-YkHJG5uY0rmW6UXBwptMCY5HQ95NBY9Wm9ZmSyRXWstQjpBidVjGVlpfmGZzH78KRKtYyNkkxiTnUNS58AW/s1600/ONU++handicap.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="524" data-original-width="845" height="198" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9xo6_4N8wKAZ2uXub-7HyCNoy6Ah_2o_dLo5S3bwYepOeQ_P0MYlu6hM0-YkHJG5uY0rmW6UXBwptMCY5HQ95NBY9Wm9ZmSyRXWstQjpBidVjGVlpfmGZzH78KRKtYyNkkxiTnUNS58AW/s320/ONU++handicap.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Anche <b>Papa Francesco, proprio per la Giornata, ha scritto un messaggio</b> dove ha sottolineato nel suo messaggio in occasione della Giornata mondiale sulla disabilità, la condizione precaria di tanti disabili, lanciando un monito per gli "esiliati", tutti coloro, cioè, che sono costretti a rimanere chiusi in casa a causa delle loro condizioni fisiche, che spesso diventano "ingombranti" per chi sta loro vicino, ma, al contempo, impedisce loro di uscire di casa, di lavorare, di divertirsi, di condurre - insomma - una vita con i diritti di tutti gli altri. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La sensibilizzazione dell’opinione pubblica favorirebbe l’integrazione e l’inclusione delle persone con disabilità portandoci verso uno sviluppo inclusivo e sostenibile, in grado di promuovere <b>una società per tutti</b>: verrebbero meno, in tal modo, la disparità di genere, favorirebbe il potenziamento dei servizi educativi e sanitari e, in definitiva, l’inclusione sociale, economica e politica di ogni cittadino.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Sappiamo quanti sono i disabili in Italia e i problemi che si trovano ad affrontare: sono tre milioni e centomila in Italia le persone con disabilità, <b>il 5,2% della popolazione italiana</b>. </span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Gli anziani sono i più fragili: quasi un milione e mezzo di ultra settantacinquenni sono in condizione di disabilità, tra loro le donne sono 990mila.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Le difficoltà sono quotidiane, reali e concretamente molto visibili: in una città come Roma, ad esempio, seppur moderna e in paese occidentale, quindi benestante, <b>le barriere da abbattere sono tante e quotidiane</b>: ci sono i passaggi pedonali con le rampe per far passare le carrozzine, ma spesso vi sono le macchine parcheggiate che ostruiscono le pedane; i mezzi pubblici di superficie spesso non hanno pedane elettriche per far salire le carrozzine sui mezzi, alle fermate della metropolitana molto spesso gli ascensori sono guasti, e si potrebbe continuare con le porte dei negozi non a norma, e tanti appartamenti che necessiterebbero di adeguamenti strutturali ….</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Germano Baldazzi</span></div>
<div class="blogger-post-footer"><a href="https://www.notizieitalianews.com" >Fonte: Notizie Italia News</a> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7630481204160375559.post-66533952398166470312019-12-02T18:05:00.000+01:002019-12-02T19:09:46.668+01:00Il presepe: un segno cui guardare (e non qualcosa in cui specchiarsi)<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ieri papa Francesco, recandosi a Greccio, ha firmato una lettera apostolica, dal titolo “<b>Admirabile signum</b>”, dedicata al “significato” e al “valore” del presepe.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Lì dove, per la prima volta nella storia, nel 1223, san Francesco mise in scena la Natività, circondato di gente arrivata con fiaccole e ceri, è salito anche il pontefice che porta il suo nome, animato dal desiderio di promuovere una tradizione così in linea con quella “teologia del popolo” cui è sempre stato vicino. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXFAb89lHl6hh3CQUXq1WyTDTeaG-G_HHIEPqhKwJSi4g8l5OZDWFi3ZQF8EOKqkA-rs_XctUUUqk6EWNxWtPUHwwvs_anDRYTIaJSoihgu-TX_dmkcQmxise6WqB5jqYik3WZRugrYuL3/s1600/admirabilesignum.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="159" data-original-width="318" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXFAb89lHl6hh3CQUXq1WyTDTeaG-G_HHIEPqhKwJSi4g8l5OZDWFi3ZQF8EOKqkA-rs_XctUUUqk6EWNxWtPUHwwvs_anDRYTIaJSoihgu-TX_dmkcQmxise6WqB5jqYik3WZRugrYuL3/s1600/admirabilesignum.jpg" /></a></span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">C’è probabilmente anche il desiderio di stoppare ogni <b>strumentalizzazione in chiave sovranista</b> del presepe nella scelta di Bergoglio - così sottolineano oggi diversi quotidiani -. Ma è chiaro che l’obiettivo del vescovo di Roma è più largo e <b>più universale</b>.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il presepe si pone infatti, nella visione del papa, come uno strumento di <b>evangelizzazione insieme simbolica e concreta</b>, capace di far breccia tanto nell’Occidente secolarizzato, quanto nelle popolose periferie del mondo: “Il presepe, infatti, è come un Vangelo vivo, che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura. […] Guardando questa scena siamo chiamati a riflettere sulla responsabilità che ogni cristiano ha di essere evangelizzatore. Ognuno di noi si fa portatore della Bella Notizia presso quanti incontra, testimoniando la gioia di aver incontrato Gesù e il suo amore con concrete azioni di misericordia”. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ed ecco allora che l’invito del pontefice è a far riapparire il presepe “<b>nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, nelle piazze</b>”. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ed ecco che il richiamo di Francesco è a che esso sia <b>un segno capace di indicare non noi stessi, o il nostro gruppo</b> - come alla fine vorrebbe un tradizionalismo esteriormente riverniciato di cristianesimo -, <b>bensì il Bambino che nasce e, tramite lui, i poveri, ovvero l’Altro da me</b>: “Il presepe è un invito a ‘sentire’, a ‘toccare’ la povertà che il Figlio di Dio ha scelto per sé nella sua Incarnazione. E così […] è un appello a incontrarlo e servirlo con misericordia nei fratelli e nelle sorelle più bisognosi”. Del resto, “nei nostri presepi siamo soliti mettere tante statuine simboliche. Anzitutto quelle di <b>mendicanti</b> e di gente che non conosce altra abbondanza se non quella del cuore. Anche loro stanno vicine a Gesù Bambino a pieno titolo, senza che nessuno possa sfrattarle o allontanarle da una culla talmente improvvisata che i poveri attorno ad essa non stonano affatto”.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Nascendo nella mangiatoia, “Dio stesso inizia l’unica vera rivoluzione che dà speranza e dignità”. Quella rivoluzione “dell’amore e della tenerezza” che può toccare un mondo minacciato dalla presenza dell’arma atomica e dallo sconvolgimento climatico, dalla globalizzazione dell’indifferenza e dalle pulsioni narcisistiche. Un mondo nuovo è sempre possibile ed anzi questo tempo di Avvento ci mostra che Dio non vuole lasciarci soli con i nostri drammi e le nostre involuzioni e ci propone qualcosa di nuovo e di diverso: “In Gesù il Padre ci ha dato un fratello che viene a cercarci quando siamo disorientati e perdiamo la direzione; un amico fedele che ci sta sempre vicino […] La sua vicinanza porta <b>luce dove c’è il buio</b> e rischiara quanti attraversano le tenebre della sofferenza”.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Francesco De Palma</span></div>
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<div class="blogger-post-footer"><a href="https://www.notizieitalianews.com" >Fonte: Notizie Italia News</a> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7630481204160375559.post-10866605088936130842019-12-01T15:43:00.001+01:002019-12-02T19:10:44.363+01:00L'AIDS fa meno paura, ma la battaglia dev'essere ancora vinta ...<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Oggi è la Giornata Mondiale dell’AIDS. L’HIV, il virus che causa la sindrome, è molto più conosciuto, <b>fa meno paura, ma non è ancora sconfitto</b>. E’ vero, disponiamo di terapie più adeguate, i pazienti possono convivere con la malattia quasi si trattasse del diabete e dell’ipertensione qualora possano assumere continuativamente i farmaci che annullano la carica virale, e sembra che il traguardo di un vaccino si stia avvicinando. Ma il contagio è sottovalutato, ed è ancora troppo alto, soprattutto tra i giovani. </span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">L’AIDS fa meno paura, insomma, ma <b>non bisogna abbassare la guardia</b>. Nel 2018 le persone contagiate dal virus sono state 1,7 milioni, in calo del 33% rispetto al 2010. Ma sempre nel 2018 la malattia ha ucciso 770.000 persone, tra cui 100.000 bambini.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">In Italia, l’anno scorso, le nuove infezioni da HIV sono state 2847, che sembrano poche, ma significano otto al giorno. E la prevenzione? E la prudenza? Il fatto è che c’è un calo dell’attenzione sul tema e una sottovalutazione dei rischi: non a caso la maggioranza delle nuove infezioni è dovuta a rapporti sessuali non protetti (80,2%). </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk3xX8804pySN59wnOqKlb2fwC83o9M0U4_0v_sufz1LaNxLVHtEFyhLpDu7nAjchtKzetegGquNgXUQZVUWb_bDMvqzc96ptSJxhn5Daz0JBATJlLCb0XDtN-N08ilLg_PvQdlhlGqtaR/s1600/IMG_1019-1024x682.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="682" data-original-width="1024" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk3xX8804pySN59wnOqKlb2fwC83o9M0U4_0v_sufz1LaNxLVHtEFyhLpDu7nAjchtKzetegGquNgXUQZVUWb_bDMvqzc96ptSJxhn5Daz0JBATJlLCb0XDtN-N08ilLg_PvQdlhlGqtaR/s320/IMG_1019-1024x682.jpg" width="320" /></a></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Se guardiamo poi al resto del mondo, i dati mostrano forti disparità nell’accesso alle cure, con un sensibile <b>svantaggio per l’Africa e per l’Asia</b>. E anche qui sono giovani e giovanissimi ad essere più colpiti. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">E’ su questo fronte che occorrerà concentrare gli sforzi, dunque, con una cura particolare per una fascia d’età che ha bisogno di essere raggiunta anche in modo non convenzionale. Come fanno per esempio <a href="https://dream.santegidio.org/2019/11/30/giornata-mondiale-contro-laids-santegidio-in-africa-e-allarme-tra-gli-adolescenti/" target="_blank">i centri DREAM</a>, gestiti dalla Comunità di Sant’Egidio nell’Africa subsahariana. “Attorno ai nostri centri”, racconta la responsabile, Paola Germano, “si creano movimenti di <b>adolescenti malati</b> che hanno superato la fase dello stigma e <b>s’impegnano a parlare dell’HIV con i coetanei sani</b>, nelle scuole e nei luoghi di ritrovo. Il loro contributo alla prevenzione e all’abbattimento dei pregiudizi sulla malattia tra i giovani è inestimabile”.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Francesco De Palma</span></div>
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<div class="blogger-post-footer"><a href="https://www.notizieitalianews.com" >Fonte: Notizie Italia News</a> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7630481204160375559.post-81024802105533668842019-11-29T08:08:00.002+01:002019-11-29T08:08:32.670+01:00Greccio. Perché papa Francesco vi si recherà domenica ...<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Domenica prossima è la prima tappa di un cammino di quattro settimane che ci porterà al Natale. Papa Francesco ha deciso di iniziarlo recandosi in un luogo altamente simbolico: tornerà a pregare a Greccio, nella grotta in cui fu riprodotto il primo presepe vivente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Questo paesino in provincia di Rieti, che conta poco più di mille anime, situato sulle colline a 700 m s.l.m., è divenuto meta di pellegrinaggi perché, nel 1223, San Francesco ebbe l’ispirazione di riprodurre la grotta di Betlemme dove Maria e Giuseppe ripararono per la notte e dove, poi, nacque Gesù. Lì, san Francesco volle riprodurre la scena del Natale in tutti i suoi particolari, con persone e animali viventi, in tutti i suoi particolari. Da quella prima realizzazione, s’è diffusa l’usanza di realizzare presepi in quasi tutto il mondo cristiano cattolico, ma anche tra i fedeli di altre confessioni cristiane. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHQal9a1wLt5tKKm-_xXgMoCkjeTletGzHQ0mfa4CbwKlLiupS1S5iMBaMm-BIl8zJ4RUG-xpSi2EkjRsNtbpZKpC6m9yae79ETEVIfZKK4QNnuGdI2uqyyFZm4B4-8f4EUjgbkKaVnUmb/s1600/Affresco+presepe+Greccio.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="281" data-original-width="500" height="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHQal9a1wLt5tKKm-_xXgMoCkjeTletGzHQ0mfa4CbwKlLiupS1S5iMBaMm-BIl8zJ4RUG-xpSi2EkjRsNtbpZKpC6m9yae79ETEVIfZKK4QNnuGdI2uqyyFZm4B4-8f4EUjgbkKaVnUmb/s320/Affresco+presepe+Greccio.jpeg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Papa Francesco ha già visitato Greccio, nel gennaio 2016: allora, fu molto colpito dall’immediatezza e dalla simbolicità che il presepe vivente rappresentava. In quell’occasione, fermandosi a pregare nella grotta scavata nella roccia che custodisce la memoria del Natale 1223, il Papa ha voluto farsi vicino all’esperienza di San Francesco, di «vedere con gli occhi del corpo» la povertà del Bambino di Betlemme. Fino a commuoversi, raccolto in preghiera, davanti al masso che servì da mangiatoia nella rappresentazione vivente della Natività.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La riproduzione del Presepe vivente voluta dal frate Poverello di Assisi, che amava annunciare il Vangelo “sine glossa”, è il messaggio dell’amore di Dio per tutti gli uomini. Amore che prende le sembianze di un bambino avvolto in fasce e che giace in una mangiatoia. Un segno umile e fragile, ma carico di un significato dirompente che si diffonderà nei secoli, e arriva fino ad oggi, senza esaurire il suo valore.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Germano Baldazzi</span></div>
<div class="blogger-post-footer"><a href="https://www.notizieitalianews.com" >Fonte: Notizie Italia News</a> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7630481204160375559.post-75563469461960218112019-11-27T18:14:00.000+01:002019-11-27T22:57:19.450+01:00L'aquila ferita. Il terremoto in Albania.<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEje_ZHRGOJEz6nWF5dIDfmQlqPJBuAZh0mHv3SImqTb1lm8KX5gyKzfSM6CyATJAbLaqjjFBQorkWNjUJor-_-zk6PbieOXWM4LUclgDE6cYuEL6vlcnWwS7VWHOzIWJsDYued_NnFQhG1t/s1600/thumane.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="750" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEje_ZHRGOJEz6nWF5dIDfmQlqPJBuAZh0mHv3SImqTb1lm8KX5gyKzfSM6CyATJAbLaqjjFBQorkWNjUJor-_-zk6PbieOXWM4LUclgDE6cYuEL6vlcnWwS7VWHOzIWJsDYued_NnFQhG1t/s400/thumane.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La vulgata dice che la faglia balcanica si mette in agitazione ogni 40 anni circa.</div>
<div style="text-align: justify;">
In effetti nel 1979, esattamente quattro decenni fa, si assistette ad un suo risveglio piuttosto brusco che fece un bel po' di danni, soprattutto nell'Albania del Nord.</div>
<div style="text-align: justify;">
Che questa terra ogni tanto tremi non è una novità.</div>
<div style="text-align: justify;">
I più anziani lo sanno bene e, con un'aria disincantata, si mettono a ridere quando vedono qualche "pivello" terrorizzato dalle lievi scosse che, ogni tanto, si verificano da queste parti. </div>
<div style="text-align: justify;">
"Ma cosa temi? Tanto, prima o poi, tocca a tutti andare al Padreterno!". Così capitò al sottoscritto sentirsi dire, qualche anno fa, da un anziano burlone di Elbasan (Albania centrale), quando un flebile sommovimento del terreno (uno dei tanti) lo fece sbiancare in volto. </div>
<div style="text-align: justify;">
Da queste parti è facile mostrarsi sprezzanti con la vita. E' sicuramente una forma di difesa verso la paura. Verso quella sensazione di sgomento che prende di fronte a ciò che non si può dominare e prevedere, come il terremoto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Questa volta però non è stata una "scossetta" qualsiasi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Già a fine settembre ci furono le prime avvisaglie su qualcosa che si stava muovendo nelle viscere dell'Albania. </div>
<div style="text-align: justify;">
Un sisma di magnitudo 5,4 fece tremare, come non accadeva da tanto tempo, l'area più densamente popolata del Paese delle Aquile, quella che va dalla costa attorno a Durazzo, fino alla capitale Tirana.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sembrava che il peggio fosse passato ma, purtroppo, ieri mattina, alle ore 03.54, una nuova forte scossa di terremoto di magnitudo 6,4, praticamente con lo stesso epicentro della precedente (nei pressi di Durazzo), ha nuovamente colpito il Paese.</div>
<div style="text-align: justify;">
Altre due scosse di magnitudo 5,3 e 5,4 si sono verificate fino alle 08.00 di mattina.</div>
<div style="text-align: justify;">
In realtà la terra, da quel momento, non ha mai smesso di tremare; continue scosse di assestamento si sono succedute fino a poco fa, quando ce ne è stata una abbastanza forte di magnitudo 5,6 .</div>
<div style="text-align: justify;">
Le città più colpite sono Durazzo e Thumane, dove ci sono stati numerosi danneggiamenti di edifici e crolli di palazzi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Danni si sono verificati anche nelle città di Kruje, Lezhe, Scutari, Lac, Lushnje e Fier.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'intera città di Durazzo, ieri, è rimasta completamente senza elettricità.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il bilancio, purtroppo ancora provvisorio, parla di 31 morti e oltre 650 feriti.</div>
<div style="text-align: justify;">
La gente è spaventata e, anche a Tirana, la notte non vuole dormire in casa. Si arrangia nelle auto, o in altre collocazioni provvisorie, come la tendopoli di emergenza allestita nello stadio di Durazzo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Chi può si rifugia spostandosi nelle località lontane dal sisma oppure all'estero, magari in qualche albergo di Prizren (cittadina del Kossovo ai confini con l'Albania), raggiungibile da Tirana in due ore di macchina. </div>
<div style="text-align: justify;">
Gli albergatori di Prizren hanno spontaneamente stabilito tariffe a metà prezzo per chi fugge dal terremoto. Si sono assistite a numerose manifestazioni di solidarietà, da parte dei negozianti del piccolo centro kosovaro, verso i fratelli albanesi colpiti dal sisma e lì rifugiatisi: molti hanno potuto fare la spesa senza pagare nulla. </div>
<div style="text-align: justify;">
Attualmente Tirana vive un certo caos: la gente si riversa nelle strade e c'è un grande traffico automobilistico, più intenso di quello che normalmente affligge la Capitale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il governo ha disposto la chiusura totale delle scuole di ogni ordine e grado.</div>
<div style="text-align: justify;">
Alcuni licei di Tirana si sono attivati per raccogliere generi di prima necessità per le popolazioni colpite dal sisma.</div>
<div style="text-align: justify;">
Si sta inoltre muovendo la macchina degli aiuti sia governativi, sia internazionali, come la Protezione Civile Italiana e l'esercito del Kosovo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Questa è la breve cronaca di due giorni difficili per il nostro vicino di casa aldilà del Mar Adriatico.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: right;">
<b>Francesco Casarelli</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="blogger-post-footer"><a href="https://www.notizieitalianews.com" >Fonte: Notizie Italia News</a> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7630481204160375559.post-69046853932999540252019-11-26T10:42:00.001+01:002019-11-26T17:11:48.780+01:00Le "sardine" (e Greta) secondo Recalcati ...<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Su “Radio Capital”, ieri, lo psicanalista e saggista Massimo Recalcati ha presentato il suo nuovo volume, “Le nuove melanconie” (Raffaello Cortina Editore). </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La tesi del libro è che stiamo vivendo un cambiamento d’epoca anche a livello psichico, o, se si vuole, clinico. Stiamo muovendoci da un “paradigma” libertario” a uno “securitario”.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Per tante cause, spiega Recalcati, la globalizzazione, il terrorismo, le migrazioni, etc., si va verso un ripiegamento su di sé che assume i tratti del narcisismo e della chiusura. Il sovranismo non è solo un fatto politico, ma psichico: “Il sovranismo è un narcisismo collettivo”. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">“Si enfatizza come mai il tema della sicurezza”, continua lo psicanalista. Significa che “siamo di fronte a nuove malattie, che hanno come caratteristica il ritiro sociale, la chiusura nella propria stanza, un protezionismo dell’anima. Siamo di fronte a una patologia del confine”.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">D’altra parte, però, se questo è vero, se c’è un “fascismo eterno” (Eco) che si manifesta nel desiderio di muri, è vero anche nella nostra coscienza agisce anche una spinta opposta, all’apertura, “a oltrepassare il confine”, un rifiuto della patologia. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7GAlBfZPSNiHgwL6r7yJCI1WnHpoubUQoYHqQfVXTSglJMkfQrlaaDWnR4equn8iIGe586Z5K6jllgte2OkJBY6g-EPmO0ck_bCGj-Pl8_JF3UIInAsRxU11N-UNsnA6Kmd5VzbDtcZ77/s1600/sardineaparma.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="192" data-original-width="262" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7GAlBfZPSNiHgwL6r7yJCI1WnHpoubUQoYHqQfVXTSglJMkfQrlaaDWnR4equn8iIGe586Z5K6jllgte2OkJBY6g-EPmO0ck_bCGj-Pl8_JF3UIInAsRxU11N-UNsnA6Kmd5VzbDtcZ77/s1600/sardineaparma.jpg" /></a></span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ebbene, è in questo spazio psichico che si collocano i movimenti giovanili del nostro tempo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">“Quel che a me piace di più del movimento delle ‘sardine’”, conclude Recalcati, “è che non è contro la politica, ma per la politica. In questo, tale movimento si unisce al più vasto manifestare per l’ambiente di cui siamo stati testimoni da alcuni mesi a questa parte. Entrambe le spinte sono un appello alla politica. Questi due movimenti sono antipopulisti nel profondo. Perché valorizzano la politica, fanno riferimento all’istanza della politica come istanza che deve trasformare il mondo”.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Francesco De Palma</span></div>
<div class="blogger-post-footer"><a href="https://www.notizieitalianews.com" >Fonte: Notizie Italia News</a> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7630481204160375559.post-80390012335011153042019-11-25T19:45:00.001+01:002019-11-25T19:45:33.163+01:00"Dobbiamo aiutarci tutti a vivere nella diversità e nella complessità" (mons. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna)<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Su "La Stampa" un'anticipazione de "Odierai il prossimo tuo", ultimo libro del neocardinale Matteo Zuppi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"Non è vero che il pluralismo religioso deve per forza indebolire la nostra identità. Semmai la disarma e la mette in relazione.[...] La sfida del pluralismo religioso costituisce una grande opportunità per ritrovare noi stessi e riscoprire le nostre radici profonde. Per essere ancor di più 'noi'. [...] Dobbiamo perseguire un dialogo autentico. Ed essendo noi, padri, madri e figli, la prima generazione chiamata a farlo, è importante gettare basi solide per generare un rapporto aperto, libero, intelligente, anche forte, che difenda l'umanesimo - che è molto cristiano nel suo nucleo -, dentro il quale l'islam deve inserirsi. [...] Non dobbiamo aver paura di questo aspetto. Ciò farà crescere - è già nato, a frammenti - un islam 'italiano'. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgczflzxxI5064gF2sJRyJaRcKwmJKwVWqgRWpLY2SXINCE4vKNgRp3Asw4Z2odoGNedNTTzHczvqOW-NZ1hS7ju2L4HtrwPsG4tLCZXM8f8Mh9ImrT-S2P53KOJX03HyeWGxFsmR_gbYtk/s1600/zuppi.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="225" data-original-width="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgczflzxxI5064gF2sJRyJaRcKwmJKwVWqgRWpLY2SXINCE4vKNgRp3Asw4Z2odoGNedNTTzHczvqOW-NZ1hS7ju2L4HtrwPsG4tLCZXM8f8Mh9ImrT-S2P53KOJX03HyeWGxFsmR_gbYtk/s1600/zuppi.jpg" /></a></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">[...] Guardare il mondo da un'altra prospettiva aiuta a considerare problemi e situazioni con occhi diversi. Un po' più di articolazione nei giudizi e nel ragionamento ci sarebbero di grande giovamento. Certo, non dobbiamo essere ingenui: la diversità spaventa e inquieta perché non tutto è indolore. [...] Eppure, una maggiore comprensione aiuta anche a far diminuire [l]'angoscia, mentre generalizzazioni facili e pregiudizi lasciano soli con le proprie paure e le proprie rabbie, magari travestite da sensi di superiorità. Dobbiamo aiutarci tutti a vivere nella diversità e nella complessità".</span></div>
<div class="blogger-post-footer"><a href="https://www.notizieitalianews.com" >Fonte: Notizie Italia News</a> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7630481204160375559.post-91347073647244429172019-11-24T18:05:00.001+01:002019-11-29T14:37:13.359+01:00Un mondo senza armi nucleari è possibile e necessario. Il papa a Hiroshima e Nagasaki<div style="text-align: justify;">
“<i>Un mondo in pace, libero da armi nucleari, è l’aspirazione di milioni di uomini e donne in ogni luogo. Trasformare questo ideale in realtà richiede la partecipazione di tutti</i>”. E’ un invito proprio a tutti quello che il papa ha rivolto a Nagasaki e per ribadirlo, quasi nessuno si senta escluso, fa seguire un elenco: “<i>le persone, le comunità religiose, le società civili, gli Stati che possiedono armi nucleari e quelli che non le possiedono, i settori militari e privati e le organizzazioni internazionali</i>”. Tutti: anch’io, anche tu. Un invito a unirsi a quella “<i>decisione irrevocabile</i>” di promozione della pace, nella “<i>convinzione che un mondo senza armi nucleari è possibile e necessario</i>”, già espressa con chiarezza nel 1963 dal papa san Giovanni XXIII nell’enciclica Pacem in terris : </div>
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“<i>… giustizia, saggezza ed umanità domandano che venga arrestata la corsa agli armamenti, si riducano simultaneamente e reciprocamente gli armamenti già esistenti; si mettano al bando le armi nucleari; e si pervenga finalmente al disarmo integrato da controlli efficaci.</i>”[Pacem in terris, 60]. </div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhC3PUY3Dzs_lKA-rGP2ptN9wBdWVkZZtpVaIy_yGTvLyk9psoz37H8XkjyXCHwqWxvtFvvMdzbjv5sfdhjIh15pOJwcjIl5JFufkXyq5yeUR8yDc7Ff4dXm3ug7SArbSE_u68OmKqsvRw/s1600/2019-11-24_175901.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="491" data-original-width="695" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhC3PUY3Dzs_lKA-rGP2ptN9wBdWVkZZtpVaIy_yGTvLyk9psoz37H8XkjyXCHwqWxvtFvvMdzbjv5sfdhjIh15pOJwcjIl5JFufkXyq5yeUR8yDc7Ff4dXm3ug7SArbSE_u68OmKqsvRw/s320/2019-11-24_175901.jpg" width="320" /></a></div>
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Difficile dissentire, ma è anche facile sentirsi già dalla parte giusta senza sentire la necessità di dover fare qualche cosa, ovvero, come chiede il papa, di “partecipare” alla costruzione della pace e al disarmo nucleare. E poi in fondo: chi è per la guerra ? chi per le armi nucleari ? Non certo noi, non certo io, si può facilmente pensare. Significativi i risultati di un sondaggio svolto quest’anno nei 4 Paesi europei che ospitano testate nucleari statunitensi (Italia, Germania, Belgio, Paesi Bassi) dalla Campagna ICAN per il quale il 70% degli italiani si è dichiarato favorevole all'adesione dell’Italia al Trattato dell’ONU TPNW per la proibizione delle armi nucleari. Una larga maggioranza, peraltro trasversale in quanto a opinioni politiche, che però non sembra accendere più di tanto gli animi o evidentemente non viene considerata una priorità, ma forse viene vista solo come una bella utopia visto che l’Italia, pur con una decisa maggioranza popolare come risulta dai sondaggi, in una certa indifferenza dell’opinione pubblica e allineandosi con i paesi NATO, non ha votato e non è fra i 79 paesi firmatari del Trattato ONU, né tanto meno (ovviamente) figura fra le 32 nazioni che lo hanno ratificato, oltre a rimanere uno dei paesi che ospita, sul proprio territorio, testate nucleari.</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHb1ty7UTWRHkSsryY4BSjUTE6tzt_-_3TEDTxLxvv17LV80vwLVWZd8HPfmw52a57eom_ZTtkvsJ-fnYgwnMt8WuIP_SAi1DXIln0Z2F830cfCuB8I0INXpt3NNpPba7EKBdUO419IuM/s1600/2019-11-24_175615.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="434" data-original-width="875" height="315" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHb1ty7UTWRHkSsryY4BSjUTE6tzt_-_3TEDTxLxvv17LV80vwLVWZd8HPfmw52a57eom_ZTtkvsJ-fnYgwnMt8WuIP_SAi1DXIln0Z2F830cfCuB8I0INXpt3NNpPba7EKBdUO419IuM/s640/2019-11-24_175615.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
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Da notare invece che la Santa Sede, insieme a Guyana e Thailandia è stata fra i primi 3 paesi che oltre a firmare nei primi due giorni dall'apertura del trattato alla firma, il 20 settembre 2017, lo hanno anche immediatamente ratificato. In base all'articolo 15 del trattato questo entrerà in vigore 90 giorni dopo il deposito del cinquantesimo strumento di ratifica. Traguardo che negli anni si avvicina, ma a cui manca ancora, per raggiungere quota 50, la ratifica di 18 stati. Impegno per il disarmo nucleare sostenuto attivamente dalla Santa Sede e dal papa e ribadito con forza e chiarezza anche al Memoriale della Pace a Hiroshima, in cui papa Francesco ha affermato: </div>
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“<i>Con convinzione desidero ribadire che l’uso dell’energia atomica per fini di guerra è, oggi più che mai, un crimine, non solo contro l’uomo e la sua dignità, ma contro ogni possibilità di futuro nella nostra casa comune. L’uso dell’energia atomica per fini di guerra è immorale, come allo stesso modo è immorale il possesso delle armi atomiche, come ho già detto due anni fa. Saremo giudicati per questo. Le nuove generazioni si alzeranno come giudici della nostra disfatta se abbiamo parlato di pace ma non l’abbiamo realizzata con le nostre azioni tra i popoli della terra.</i>”</div>
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Non si può non notare come nelle parole del papa venga ribadito come sia immorale non solo l’uso, ma anche il solo possesso delle armi nucleari. Come italiani siamo quindi ancora di più chiamati in causa, sia perché ospitiamo tali armi, sia perché esserci astenuti dalla firma del trattato ONU per la proibizione delle armi atomiche, alla luce di tale parole ci rende colpevoli di una scelta definita "immorale".</div>
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E’ possibile scrivere per il prossimo futuro una storia diversa ? Se lo augura la preghiera con cui papa Francesco ha concluso il suo discorso al Memoriale della Pace a Hiroshima:</div>
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“<i>…dove abbondò la distruzione possa oggi sovrabbondare la speranza che è possibile scrivere e realizzare una storia diversa…</i>”</div>
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Dobbiamo ripartire da quella terra per scrivere la storia di domani. Li dove la storia ha scritto una delle pagine più terribili il 6 agosto del 1945 e, tre giorni dopo, a Nagasaki. 214.000 morti in quei giorni e nei mesi successivi a causa delle radiazioni. Molti altri in seguito, senza contare i feriti e le sofferenze durature simbolicamente riassunte in quell'immagine del piccolo bambino di Nagasaki che porta il fratellino morto sulle spalle, in fila verso il crematorio, che ha colpito particolarmente il papa che l’ha voluta intitolare “Il frutto della guerra” e che da tempo distribuisce ovunque e che era ben in evidenza nella cerimonia cui ha partecipato a Nagasaki.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRBmKAVhyphenhyphenWihPy7Olhh8G4qhToig2nrDXELG5C56LONjDigsqJC2-mkWzGQg8dH5BiLqcfGhSRH6-mJaW1vcOvmaJUPe-CyLKtpsMfiNIOBs3Iu9vqn_2X_sB9T-Keh4ZBj67tUo3OB4A/s1600/2019-11-24_152004.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="654" data-original-width="515" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRBmKAVhyphenhyphenWihPy7Olhh8G4qhToig2nrDXELG5C56LONjDigsqJC2-mkWzGQg8dH5BiLqcfGhSRH6-mJaW1vcOvmaJUPe-CyLKtpsMfiNIOBs3Iu9vqn_2X_sB9T-Keh4ZBj67tUo3OB4A/s320/2019-11-24_152004.jpg" width="251" /></a></div>
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Dalla terra dove è stata usata l’arma più terribile che l’uomo abbia mai realizzato viene riproposta a ciascuno la domanda se restare spettatori indifferenti della storia o scegliere di partecipare alla sua scrittura, quella di una storia diversa dall'orrore del passato, ma anche dall'imbarazzante tolleranza alle armi più terribili del presente.</div>
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Marco Peroni</div>
<div class="blogger-post-footer"><a href="https://www.notizieitalianews.com" >Fonte: Notizie Italia News</a> </div>Marco Peronihttp://www.blogger.com/profile/05440750282035102482noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7630481204160375559.post-13061922032400632542019-11-18T14:08:00.004+01:002019-11-18T14:08:34.828+01:00Verso i trent'anni dalla morte di Sciascia ...<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Si ricorda in questi giorni con particolare intensità, approssimandosi il 30° anniversario della morte (20 novembre 1989), la figura di <b>Leonardo Sciascia</b>, narratore, saggista, giornalista (nonché maestro di scuola e politico). </span><br />
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifCaL8PrHacYAVgsc00dUh8rtT4vap4jTkKb44HNdhKwed9gitiHjj2iue4yBGT1Uc3UZwh_clxKtaD2VW8Fv-x5mXcW_nV2OARl_2GLu9W2YDIDdvUMst5BG0gWcV7ktIZOalAa_v78eX/s1600/lhpOFXGy.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="315" data-original-width="600" height="168" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifCaL8PrHacYAVgsc00dUh8rtT4vap4jTkKb44HNdhKwed9gitiHjj2iue4yBGT1Uc3UZwh_clxKtaD2VW8Fv-x5mXcW_nV2OARl_2GLu9W2YDIDdvUMst5BG0gWcV7ktIZOalAa_v78eX/s320/lhpOFXGy.jpg" width="320" /></a></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La sua opera è poliedrica, il suo impegno suggestivo, il suo pensiero positivamente provocatoria. Sciascia, <b>uno dei grandi del Novecento italiano</b> è destinato a essere sempre più compreso e valorizzato nei decenni a venire.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Uomo che ha amato la sua terra, la Sicilia, con tutte le sue contraddizioni, Sciascia è stato <b>tra i primi a parlare di mafia e a sognare un riscatto dalla sua presa violenta</b> sulla mentalità e sui comportamenti dei conterranei. Appassionatamente italiano, Sciascia è stato <b>un protagonista schierato</b>, un intellettuale di livello in un'Italia complessa e in trasformazione, agitata dalle tensioni sociali e politiche, ferita dal delitto Moro, e rapidamente richiusasi nell'indifferenza e nella ricerca dell'interesse "particulare". Di fronte alla nostra società, con tutTe le sue storture, il suo pensiero è stato quello di <b>un anticonformista</b> e - oseremmo dire - di <b>un illuminista moderno. Si troverebbe senz'altro a disagio in questo nostro tempo, offuscato dal sonno della ragione</b>.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Oggi qui vogliamo ricordarlo per un altra sua particolarità, di cui poco si parla. Quella di essere stato uno dei pochi autori italiani - insieme a De Amicis e a qualcun altro - a parlare dell'emigrazione italiana, <b>il tema che vogliamo rimuovere dal nostro inconscio collettivo</b> e che invece ci farebbe bene ricordare, in questa nuova stagione migratoria.</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Per questo riproponiamo qui qualche passaggio del suo bellissimo (e attualissimo) racconto <b>"Il lungo viaggio"</b>, che tanto fa riflettere pensando all'oggi e agli immemori che siamo diventati.</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Francesco De Palma</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Era una notte che pareva fatta apposta, un’oscurità cagliata che a muoversi quasi se ne sentiva </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">il peso. [...] </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Stavano, con le loro valige di cartone e i loro fagotti, su un tratto di spiaggia pietrosa</b>, riparata da colline, </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">tra Gela e Licata; vi erano arrivati all’imbrunire, ed erano partiti all’alba dai loro paesi; paesi interni, lontani </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">dal mare, aggrumati nell’arida plaga del feudo. Qualcuno di loro, era la prima volta che vedeva il mare: e </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">sgomentava il pensiero di dover attraversarlo tutto, da quella deserta spiaggia della Sicilia, di notte, ad </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">un’altra deserta spiaggia dell’America, pure di notte. Perché i patti erano questi - Io di notte vi imbarco - </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">aveva detto l’uomo: una specie di commesso viaggiatore per la parlantina, ma serio e onesto nel volto - e </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">di notte vi sbarco: sulla spiaggia del Nugioirsi, vi sbarco; a due passi da Nuovaiorche ... E chi ha parenti in </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">America, può scrivergli che aspettino alla stazione di Trenton, dodici giorni dopo l’imbarco [...]. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">E avrebbero </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">passato il mare, quel grande mare oscuro; e sarebbero approdati agli stori alle farme dell’America, </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">all’affetto dei loro fratelli zii nipoti cugini, alle calde ricche abbondanti case, alle automobili grandi come </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">case. 250000</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> lire: metà alla partenza, metà all’arrivo. Le tenevano, a modo di scapolari, tra la </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">pelle e la camicia. Avevano venduto tutto quello che avevano da vendere, per racimolarle: la casa terragna </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">il mulo l’asino le provviste dell’annata il canterano le coltri. [...] </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Il sogno </b></span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>dell’America traboccava di dollari</b>: non più, il denaro, custodito nel logoro portafogli o nascosto tra la </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">camicia e la pelle, ma cacciato con noncuranza nelle tasche dei pantaloni, tirato fuori a manciate: come </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">avevano visto fare ai loro parenti, che erano partiti morti di fame, magri e cotti dal sole</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">. [...] A</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">ll’undicesima notte il signor Melfa li chiamò in coperta: e credettero dapprima che fìtte costellazioni </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">fossero scese al mare come greggi; ed erano invece paesi, paesi della ricca America che come gioielli </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">brillavano nella notte. E la notte stessa era un incanto: serena e dolce, una mezza luna che trascorreva tra </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">una trasparente fauna di nuvole, una brezza che allargava i polmoni. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Ecco l’America - disse il signor Melfa. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Non c’è pericolo che sia un altro posto? - domandò uno: poiché per tutto il viaggio aveva pensato che </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">nel mare non ci sono né strade né trazzere, ed era da dio fare la via giusta, senza sgarrare, conducendo </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">una nave tra cielo ed acqua. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il signor Melfa lo guardò con compassione, domandò a tutti - E lo avete mai visto, dalle vostre parti, un </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">orizzonte come questo? <b>E non lo sentite che l’aria è diversa? Non vedete come splendono questi paesi?</b> </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Tutti convennero, con compassione e risentimento guardarono quel loro compagno che aveva osato </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">una così stupida domanda. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Liquidiamo il conto - disse il signor Melfa. [...] </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il signor Melfa aveva raccomandato - sparpagliatevi - ma nessuno se la sentiva di dividersi dagli altri. E </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Trenton chi sa quant’era lontana, chi sa quando ci voleva per arrivarci. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sentirono, lontano e irreale, un canto. 'Sembra un carrettiere nostro', pensarono: e che il mondo è </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">ovunque lo stesso, ovunque l’uomo spreme in canto la stessa malinconia, la stessa pena. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Ma erano in America, le città che baluginavano dietro l’orizzonte di sabbia e d’alberi erano città </b></span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>dell’America</b>. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Due di loro decisero di andare in avanscoperta. Camminarono in direzione della luce che il paese più </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">vicino riverberava nel cielo. Trovarono quasi subito la strada: 'asfaltata, ben tenuta; qui è diverso che da </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">noi', ma per la verità se l’aspettavano più ampia, più dritta. [...] </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Passò un’automobile: 'Pare una seicento'; e poi un’altra che pareva una millecento, e un’altra ancora: '</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">le nostre macchine loro le tengono per capriccio, le comprano ai ragazzi come da noi le biciclette'. [...] </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ed ecco che finalmente c’erano le frecce. Guardarono avanti e indietro, entrarono nella strada, si </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">avvicinarono a leggere: Santa Croce Camerina - Scoglitti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Santa Croce Camerina: non mi è nuovo, questo nome. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Pare anche a me; e nemmeno Scoglitti mi è nuovo. [Ma]</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> poi, noi leggiamo Santa Croce Camerina, leggiamo Scoglitti; ma come leggono </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">loro non lo sappiamo, l’americano non si legge come è scritto. [...] </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ma non è che possiamo passare qui </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">la nottata, bisogna farsi coraggio ... Io la prima macchina che passa, la fermo: domanderò solo 'Trenton?' ... </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Qui la gente è più educata. Anche a non capire quello che dice, gli scapperà un gesto, un segnale: e </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">almeno capiremo da che parte è, questa maledetta Trenton. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Dalla curva, a venti metri, sbucò una cinquecento: l’automobilista se li vide guizzare davanti, le mani </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">alzate a fermarlo. Frenò bestemmiando: non pensò a una rapina, che la zona era tra le più calme; credette </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">volessero un passaggio, aprì lo sportello. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Trenton? - domandò uno dei due. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Che? - fece l’automobilista. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Trenton? </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Che Trenton della madonna - imprecò l’uomo dell’automobile. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- [...] </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il silenzio dilagò. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Mi sto ricordando - disse dopo un momento quello cui il nome di Santa Croce non suonava nuovo - a </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Santa Croce Camerina, un’annata che dalle nostre parti andò male, mio padre ci venne per la mietitura. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Si buttarono come schiantati sull’orlo della cunetta perché <b>non c’era fretta di portare agli altri la notizia </b></span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>che erano sbarcati in Sicilia</b>".</span></div>
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<div class="blogger-post-footer"><a href="https://www.notizieitalianews.com" >Fonte: Notizie Italia News</a> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7630481204160375559.post-65874233139388759132019-11-16T15:58:00.004+01:002019-11-17T08:13:05.751+01:00Trent'anni fa l'assassinio dei gesuiti della UCA a San Salvador<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La notte del 16 novembre di trent’anni fa, a San Salvador, un commando di militari si introduceva nella casa dei <b>gesuiti dell’Università CentroAmericana (UCA)</b> e uccideva sei religiosi, nonché una donna di servizio e la figlia. Si trattava di <b>Ignacio Ellacuria</b>, il rettore, la figura più rappresentativa del gruppo, Segundo Montes, Ignacio Martìn Barò, Amando Lopez, Juan Ramòn Moreno, Joaquin Lopez, Elba Ramos e la giovane Celina. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMgKJ4uSsVo8RjIWoY0FwrGoNHCTsxeNJjqd3Fb-vwZy33cUXrD1a8OPqhB-KF2CsT19cdwn_B_P4NfX730qdPJvpAcU1iAKzp41zZXRkcUrnkuy8QpfhBYPpjBOlcAAdkHsyarfHKDNL-/s1600/Ellacuria.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMgKJ4uSsVo8RjIWoY0FwrGoNHCTsxeNJjqd3Fb-vwZy33cUXrD1a8OPqhB-KF2CsT19cdwn_B_P4NfX730qdPJvpAcU1iAKzp41zZXRkcUrnkuy8QpfhBYPpjBOlcAAdkHsyarfHKDNL-/s200/Ellacuria.jpg" width="150" /></a></span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il paese centramericano si trovava allora nel mezzo di una <b>guerra civile</b>. La destra dei latifondisti e della borghesia urbana contro la sinistra rivoluzionaria. <b>In mezzo un popolo di contadini ostaggi dello sfruttamento e della violenza</b>. Nove anni prima era stato ucciso <b>mons. Romero, l’arcivescovo di San Salvador</b>, la voce dei senza voce, e in molte altre occasioni gli squadroni della morte o l’esercito avevano preso di mira sacerdoti, catechisti, semplici fedeli: nella <b>polarizzazione estrema che aveva inghiottito El Salvador</b>, per molti settori della destra al potere non c’era differenza tra la guerriglia marxista e una Chiesa che aveva scelto di difendere il popolo in nome del messaggio evangelico.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgx5uh6w_kHulxIAD7w1SxCkeDtX2RsLQfusxx9A-1y7xr1ZAP5ViSGb0mv-ZcaV-EAQKcsX_IYrVotdzGOm0FIwbqmbHQnLTf_c1BU6ZLPPVM3J4qG-IpIAstAvT_IEObLvw1ljritRAKL/s1600/chiesaUCA1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgx5uh6w_kHulxIAD7w1SxCkeDtX2RsLQfusxx9A-1y7xr1ZAP5ViSGb0mv-ZcaV-EAQKcsX_IYrVotdzGOm0FIwbqmbHQnLTf_c1BU6ZLPPVM3J4qG-IpIAstAvT_IEObLvw1ljritRAKL/s320/chiesaUCA1.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ecco allora che l’UCA (nelal foto la cappella) diventa un bersaglio, nonostante lo stesso Ellacuria si fosse reso disponibile a un’opera di mediazione per conto del governo, e che avesse criticato la recente offensiva guerrigliera che si era spinta fin nella capitale. Dovevano morire. Da molti la strage fu interpretata come <b>il tentativo di bloccare ogni negoziato</b> e di riaffermare che solo una linea dura avrebbe potuto avere ragione della “sovversione”.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Quel sangue continua invece a ricordarci che<b> la violenza genera solo altra violenza</b> - e lo vediamo tragicamente oggi, contando le morti che causano le maras - e testimonia ancora una volta l<b>a lunga storia di fedeltà della Chiesa alla causa dei deboli, dei disarmati e della pace</b>.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Francesco De Palma</span></div>
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<div class="blogger-post-footer"><a href="https://www.notizieitalianews.com" >Fonte: Notizie Italia News</a> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7630481204160375559.post-24811566295726558012019-11-12T17:38:00.002+01:002019-11-12T17:38:29.874+01:00L'eccidio di Monte Sole e la sua memoria, tra fede e storia ...<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Si è già menzionato, su questo blog, il <b>Memoriale dei testimoni della fede del XX e XXI secolo</b> ospitato nella basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina, a Roma. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">In quelle navate non si respira solo la pietà per chi ha vissuto la fedeltà al Vangelo fino all’ultimo, ma palpita anche <b>l’intera storia del Novecento</b>, con le sue tragedie e le sue speranze.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ecco perché ritorniamo volentieri a seguire le vicende di tale Museo, che è un po’ <b>un “unicum” in Italia e nel mondo</b>.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">E’ di oggi la notizia che mercoledì 13 novembre viene consegnata al Memoriale ed esposta nella cappella dedicata ai “martiri del nazismo” <a href="https://www.santegidio.org/pageID/30284/langID/it/itemID/33324/La-memoria-dell-eccidio-di-Monte-Sole-e-di-Padre-Capelli-che-diede-la-vita-per-le-vittime-dell-occupazione-nazista-nel-santuario-dei-Nuovi-Martiri.html" target="_blank">una lettera di uno dei sacerdoti che vennero uccisi a Monte Sole</a>, negli eccidi compiuti dalle SS tra il settembre e l’ottobre del 1944 per “ripulire” il territorio dalla presenza partigiana, di cui ricorre quest’anno il 75° anniversario.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">E’ noto come in quei massacri morirono tra le 800 e le 1800 persone - il numero preciso non si è mai potuto sapere -, soprattutto donne, bambini e anziani. Si trattò della <b>strage più grande compiuta dai nazisti nell’Europa occidentale</b>. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbFxowLrPAJt2AAKQICp-K9Lwo-qgAM_UpQJTsaWqbKroNzvzc5ALwVnzr1hGJtH66gPKbYMjGqCH609YyTzYONL4Neh4D1iOdPbyoGjUUzbli4xorXwI6YzBIts4akhcveW3VBKbVA1WN/s1600/montesole.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="145" data-original-width="348" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbFxowLrPAJt2AAKQICp-K9Lwo-qgAM_UpQJTsaWqbKroNzvzc5ALwVnzr1hGJtH66gPKbYMjGqCH609YyTzYONL4Neh4D1iOdPbyoGjUUzbli4xorXwI6YzBIts4akhcveW3VBKbVA1WN/s320/montesole.jpg" width="320" /></a></span></div>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La memoria - la lettera - cui si è accennato sopra riguarda <b>p. Martino Capelli, sacerdote</b>, arrestato dai tedeschi il 29 settembre 1944 mentre si recava in aiuto di chi si era ritrovato coinvolto nelle sparatorie. Le SS lo aggiunsero agli altri rastrellati e domenica 1° ottobre 1944 lo uccisero insieme ad altri 44 uomini nella “botte d’acqua”, la grande vasca utilizzata dallo stabilimento industriale per la trasformazione della canapa di Pioppe di Salvaro (Grizzana).</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Alla memoria di p. Capelli è stata assegnata nel 1982 la medaglia d’argento al merito civile, con la seguente motivazione: “Sacerdote di non comune carità cristiana e profondo spirito apostolico, non esitava, con coraggio ed eroismo, a portare conforto a civili presi in ostaggio per rappresaglia dai tedeschi. Nell’estremo tentativo di ottenerne la liberazione, veniva catturato e condannato a morte come spia, <b>coronando con il supremo sacrificio un’esistenza dedita al prossimo</b>”.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Francesco De Palma</span></div>
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<div class="blogger-post-footer"><a href="https://www.notizieitalianews.com" >Fonte: Notizie Italia News</a> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7630481204160375559.post-48071505493226040172019-11-11T13:22:00.004+01:002019-11-12T07:56:25.968+01:00La prima presentatrice ...<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Si chiamava <b>Elda Lanza</b> e nacque nel 1924. E’ stata la prima conduttrice televisiva nel genere che conosciamo oggi. <b>Proprio per lei è stato coniato il termine “presentatrice”</b>.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Siamo nel 1952, la tv era agli esordi. Prima di entrare in televisione lavorava, già giovanissima, come giornalista sulla rivista Grazia, dove scriveva di moda e arredamento. La sua scrittura fece colpo, e in breve la chiamarono alla giovane RAI perché scrivesse una nuova trasmissione, finalizzata al coinvolgimento delle donne al nuovo grande mezzo di comunicazione di massa, che si rivelerà essere la televisione. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMZvR-ToF3gV7tivXupqs-aH75x2nTdigIajUHYOWnYd48SAtKwqlgi0Z6j8kTOf8oSByN_moDFWglEhxm5H_rxRAkUs8DG3fBYuL1F_-MoBGOhTysrXm9-8QADp0tTZDtKQPLWdheiOw8/s1600/Elda+Lanza+esordio+in+TV.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="282" data-original-width="500" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMZvR-ToF3gV7tivXupqs-aH75x2nTdigIajUHYOWnYd48SAtKwqlgi0Z6j8kTOf8oSByN_moDFWglEhxm5H_rxRAkUs8DG3fBYuL1F_-MoBGOhTysrXm9-8QADp0tTZDtKQPLWdheiOw8/s320/Elda+Lanza+esordio+in+TV.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Elda preparò uno schema di trasmissione in cui parlasse di arredamento, moda, cucina, inaugurando il genere di trasmissione “leggera”, propria della fascia pomeridiana.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La sua carriera fu rapida, ma non per conoscenze o amicizie: alcuni anni dopo una intervista-fiume che parlava dei suoi esordi, ma anche della nascita della televisione che conosciamo, Elda raccontò: </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">«Non hanno cercato me perché avevo quasi una laurea, o perché sapevo parlare di pittori. Mi hanno scelto perché sapevo scrivere quattro righe di arredamento su un giornale, che non era Le Figaro, ma era Grazia, Grazia di allora. E scelsero una ragazza carina, che sapeva parlare, con una bella voce, che entusiasmò Franco Enriquez, il quale disse: “Questa è una bella voce che prende lo stomaco". Così, mi portò davanti alle telecamere! <b>Ero una una ragazza qualunque, che per caso era anche colta, che per caso sapeva anche scrivere</b>, che per caso non era stupida, cercavano una ragazza normale, una ragazza modesta, un po’ spigliata che non si innervosisse davanti alle telecamere. Tutto mi avrei potuto immaginare tranne che un giorno mi avrebbero chiamato pure in televisione - io non sapevo neppure che esistesse, nel 1952 - per scrivere dei testi che poi sarebbero stati letti e recitati proprio in televisione». </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgp5eEka8KvdorwVOCkSOxCVYGuCIhe8-wJBN4aEg9XPqpMJCmV5yMxhBSNO3LzFOKGlTWA61gQF4SEhg6M1Nl5-Kw0iSPIgw3BTBchB7zGDVc_kACutdSQ3lMOTwm2si8uA0sEpg5BtM_1/s1600/Elda+Lanza+ultima+apparizione+in+TV.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="238" data-original-width="375" height="203" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgp5eEka8KvdorwVOCkSOxCVYGuCIhe8-wJBN4aEg9XPqpMJCmV5yMxhBSNO3LzFOKGlTWA61gQF4SEhg6M1Nl5-Kw0iSPIgw3BTBchB7zGDVc_kACutdSQ3lMOTwm2si8uA0sEpg5BtM_1/s320/Elda+Lanza+ultima+apparizione+in+TV.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Elda è morta domenica 10 novembre 2019, all’età di 95 anni nella sua casa a Castelnuovo Scrivia in provincia di Alessandria.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Una donna di cultura e spettacolo che ha dato un importante contributo alla tv italiana: senza Elda forse le conduttrici televisiva avrebbero avuto una carriera più difficile, perché lei <b>fece da avanguardia in molti campi televisivi, inizialmente preclusi alle donne</b>.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Germano Baldazzi</span></div>
<div class="blogger-post-footer"><a href="https://www.notizieitalianews.com" >Fonte: Notizie Italia News</a> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7630481204160375559.post-14750180758433376512019-11-09T12:30:00.000+01:002019-11-12T08:03:16.556+01:009 novembre, Germania: gli anniversari che si incrociano nella penna di Günter Grass ...<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ne "Il mio secolo. Cento racconti", uno straordinario Günter Grass ha ripercorso <b>il '900 della grande nazione che occupa il cuore del nostro continente</b>.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">In uno dei racconti, quello dedicato al 1938, Grass aveva giustamente collegato il 9 novembre 1989 al 9 novembre di 51 anni prima, <b>la caduta del Muro alla Notte dei Cristalli</b>.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">L'una cosa ha generato l'altra. E la tragedia è che <b>la cronaca di questi giorni</b> finisce per intrecciare di nuovo un risorgente antisemitismo, la voglia di muri, il ricordo di un vento di libertà che ha fatto sognare il mondo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Rileggiamo insieme quelle pagine, sono bellissime - in particolare per chi ama la scuola -, e tremendamente attuali ....</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Francesco De Palma</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"L’incazzatura con il nostro insegnante di storia è cominciata quando tutti </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">hanno visto in televisione come a Berlino il Muro all’improvviso si era aperto e tutti, anche mia nonna che abita a Pankow, potevano passare all’Ovest. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">C’è da dire che le intenzioni del professor Hosle erano certamente buone, quando ha parlato non solo della caduta del Muro, ma ha chiesto a tutti noi: - Sapete quante altre cose sono accadute in Germania un 9 novembre? Per esempio esattamente cinquantun anni fa? </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqfEhhnZbVHZj_sM_kQ2uVPA4PuW8bO3vgIZn3_pFCPQ-r5tYMUBH6v-5MRFoMFBAlxFvH2a44VqoWnPApvRveMwAGf5ThilDiXiAse_ouqj_7v-hiV_MbOtH0zi4RqtvxJ29l_CLP0M_A/s1600/muro.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="174" data-original-width="290" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqfEhhnZbVHZj_sM_kQ2uVPA4PuW8bO3vgIZn3_pFCPQ-r5tYMUBH6v-5MRFoMFBAlxFvH2a44VqoWnPApvRveMwAGf5ThilDiXiAse_ouqj_7v-hiV_MbOtH0zi4RqtvxJ29l_CLP0M_A/s1600/muro.jpg" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Visto che tutti avevano qualche vaga idea, ma nessuno sapeva niente di preciso, allora ci ha spiegato la Notte dei Cristalli del Reich. Si chiamava così perché ha riguardato tutto il Reich tedesco, e insomma sono andate rotte un sacco di stoviglie che appartenevano agli ebrei, in particolare molti vasi di cristallo. Hanno anche fracassato con i cubetti di porfido tutte le vetrine dei negozi i cui proprietari erano ebrei. E sono andate distrutte proprio senza senso anche molte altre cose di valore. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Forse l’errore da parte del signor Hosle è stato che non riusciva a smetterla, e che per troppe ore di storia ci ha raccontato di questa faccenda e ci ha letto dei documenti su quante sinagoghe sono state bruciate e che hanno assassinato così su due piedi novantun ebrei. Storie di una tristezza unica mentre a Berlino, anzi in tutta la Germania, naturalmente l’entusiasmo era alle stelle, perché adesso tutti i tedeschi potvano finalmente essere unificati. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ma a lui interessavano solo le vecchie storie, e come sono potute succedere. Insomma, è vero che ci ha rotto abbastanza, con quello che è accaduto qui una volta.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">In ogni caso la sua ‘ossessione del passato’, come la definivano, è stata criticata da quasi tutti i presenti durante la riunione dei genitori. Perfino mio padre, che è uno a cui piace raccontare dei tempi andati, ad esempio quando è scappato dalla zona sovietica ancor prima che costruissero il Muro ed è arrivato qui, in Svevia, ed è rimasto a lungo uno straniero, col signor Hosle ha parlato più o meno così: -Naturalmente non c’è nulla da obiettare sul fatto che mia figlia apprenda come le orde delle SA abbiano infierito dappertutto e purtroppo anche qui a Esslingen, ma, per piacere, nel momento adatto e non proprio quando, come adesso, c’è finalmente un motivo per essere contenti e tutto il mondo si congratula con noi tedeschi .…</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFFKBaNKLH1YPkEmsUh3WaP7WspsIispW_w0GUrlerbUyer9tShUPrCaquGkYU2yUJTqCRR4nRlGIfW0_3l4gGbBnhYR6JNwyIQpXhPbE8lu3q3KERPNPY75Y0iFw9yKX4vU7N64gaORMx/s1600/nottedeicristalli.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="168" data-original-width="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFFKBaNKLH1YPkEmsUh3WaP7WspsIispW_w0GUrlerbUyer9tShUPrCaquGkYU2yUJTqCRR4nRlGIfW0_3l4gGbBnhYR6JNwyIQpXhPbE8lu3q3KERPNPY75Y0iFw9yKX4vU7N64gaORMx/s1600/nottedeicristalli.jpg" /></a></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">C’è anche da dire che noi ragazzi ci siamo già in qualche modo interessati a quello che allora è successo nella nostra città Natale, ad esempio nell’orfanotrofio israelita Wilhelmspflege. Tutti i bambini dovettero scendere in cortile. I libri di scuola, i libri di preghiere, perfino i rotoli della Torah vennero buttati in un mucchio e bruciati, tutti. I bambini, che avevano dovuto assistere, piangevano, avevano paura di essere bruciati anche loro. Ma hanno picchiato fino a farlo svenire solo l’insegnante, Fritz Samuel, con le clavette da ginnastica prese dalla palestra. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Per fortuna a Esslingen c’era anche gente che ha cercato di aiutare, ad esempio un tassista che voleva portare alcuni orfani a Stoccarda. In ogni caso quello che il signor Hosle ci ha raccontato era emozionante, in qualche modo. Perfino i maschi della nostra classe stavolta hanno seguito la lezione, anche i ragazzi turchi, e ovviamente la mia amica Shirin, la cui famiglia viene dalla Persia. </span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">E davanti ai genitori il nostro insegnante di storia si è difeso molto bene, come ha ammesso mio padre. Pare che abbia spiegato che nessun ragazzo può comprendere nel modo giusto la fine dell’epoca del Muro se non sa esattamente quando e dove è cominciato l’errore, e insomma cosa ha portato alla divisione della Germania. E sembra che quasi tutti i genitori fossero d’accordo. Però le altre lezioni sulla Notte dei Cristalli il signor Hosle le ha poi dovute interrompere e rimandarle a più avanti. Un vero peccato. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ma adesso qualcosina in più la sappiamo. Ad esempio, che a Esslingen quasi tutti sono rimasti a guardare senza aprir bocca o hanno girato la testa, quando è successa la faccenda dell’orfanotrofio. Perciò, quando alcune settimane fa un nostro compagno curdo, Yasir, dovva essere rispedito in Turchia con i suoi genitori, ci è venuta l’idea di scrivere una lettera di protesta al sindaco. Hanno firmato tutti. Ma al destino di bambini ebrei dell’orfanotrofio Wilhelmspflege non abbiamo accennato, nella lettera, su consiglio del signor Hosle. Adesso speriamo tutti che Yasir possa restare</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">".</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">(</span><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Günter Grass, </span><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">"Il mio secolo. Cento racconti", Einaudi 1999)</span></div>
<div class="blogger-post-footer"><a href="https://www.notizieitalianews.com" >Fonte: Notizie Italia News</a> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7630481204160375559.post-12263191341175994222019-11-06T14:00:00.001+01:002019-11-06T14:00:55.931+01:00Per non essere dei "senza memoria" ...<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ha proprio ragione Marco Impagliazzo quando individua la chiave di svolta del secondo conflitto mondiale nella storia personale dell’autrice di "I senza memoria. Storia di una famiglia europea" (Einaudi)</span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">, figlia di genitori di due popoli che fino al 1945 si erano aspramente combattuti, la Francia e la Germania. </span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV3Yk6wcueu7aWuG3kLh6mt5yA0k6Cs7FpWHaDhKPFriBWN4dZ3kavBT4CnKSwm_sROKmr4W7whp1GBvESBcfzyxQHxIU-VVdY6Zu6yhMcF-yxMrETbGZAuV-1PEmMBgUaKe1LUtf35IT0/s1600/isenzamemoria.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="170" data-original-width="296" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV3Yk6wcueu7aWuG3kLh6mt5yA0k6Cs7FpWHaDhKPFriBWN4dZ3kavBT4CnKSwm_sROKmr4W7whp1GBvESBcfzyxQHxIU-VVdY6Zu6yhMcF-yxMrETbGZAuV-1PEmMBgUaKe1LUtf35IT0/s1600/isenzamemoria.jpg" /></a></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Il libro narra, in maniera asciutta e chiara, la storia della famiglia di Géraldine Schwarz a partire dalla terribile vicenda della follia del nazismo che ha segnato la vita della civiltà europea e mondiale, con la shoà. La Schwarz non teme di descrivere la storia del nonno che si era approfittato delle leggi razziste per acquisire una fabbrica di proprietà di un ebreo a condizioni estremamente vantaggiose. E’ il 1938 con quelle leggi a svelare l’ambiguità di mentalità e comportamenti di gran parte del popolo tedesco, a partire da quanti si erano abituati a seguire senza reagire come un gregge, la follia dei più forti. La Schwarz li chiama Mitlaufer: persone che seguono la corrente, conformisti, gregari. Il loro atteggiamento, comune alla maggioranza del popolo tedesco aveva creato le condizioni necessarie al compiersi di uno dei peggiori crimini di Stato organizzati che l’umanità abbia conosciuto. Come? Grazie ad un accumulo di piccole cecità e piccole viltà che, messe l’una accanto all’altra aprirono le porte dell’inferno.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Dopo la guerra e la prima fase di diretto intervento degli alleati nel lavoro di denazistificazione, subentrò l’idea che non potevano essere altri, potenze esterne, a fare questo lavoro al posto dei tedeschi: toccava ai tedeschi cambiare mentalità e prendere in mano il proprio destino democratico. Commenta laconicamente l’autrice: “C’era di che essere pessimisti”.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Il libro fa toccare con mano la brutalità della guerra, descrivendo gli effetti dei bombardamenti a tappetto sulle città tedesche, alcune delle quali hanno perduto per sempre i loro centri storici. Responsabili i nazisti, scrive l’autrice: “Non furono le bombe a far più soffrire il popolo, ma il Fuehrer stesso, il cui micidiale fanatismo costò la vita a oltre cinque milioni di soldati tedeschi sui campi di battaglia”. Il numero di berlinesi che si uccisero nelle ultime settimane di guerra supera i diecimila: è uno dei frutti della guerra. Un elemento non privo di interesse che rende utile leggere il libro è lo svelamento della costruzione dello stato nazista a partire dal basso, dalle mille realtà locali. Scrive l’autrice: “Senza che una legge nazionale lo giustificasse furono prese misure antisemite a livello locale in un gran numero di settori: parallelamente di propria iniziativa e senza aver subito alcuna pressione numerose istituzioni e associazioni di industriali, commercianti, avvocati e medici espulsero gli ebrei a velocità sconcertante privandoli di contatti professionali indispensabili, sabotando la loro reputazione e la loro clientela e affrettando così la rovina morale e finanziaria”. Esempio concreto, tragico fu la giornata di boicottaggio dei negozi ebraici, il 1° aprile 1933 che diede la prova ai nazisti che non c’era opposizione né tantomeno protesta da parte della popolazione: davanti ad una campagna pressante, pubblica di intimidazione contro gli ebrei, nessuno si mosse. La denigrazione pubblica degli ebrei funzionava bene a livello locale, in centri relativamente piccoli piuttosto che nelle grandi città. Scrive la storica Christiane Fritsche che nel giro di poche settimane dalla salita al potere di Hitler, nella coscienza dei tedeschi era avvenuto un cambiamento folgorante di mentalità: essere ebreo o essere ariano costituiva una differenza ad ogni livello di vita, economico e sociale.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Il libro svela anche un altro luogo comune, che nessuno avesse coscienza di quello che stava succedendo per opera dei nazisti: invece già nel 1938 il mondo conosceva bene la situazione degli ebrei in Germania. Roosevelt a luglio aveva convocato una conferenza internazionale nella speranza che i partecipanti accogliessero gli ebrei: si trattava di distribuire tra 32 Paesi i 360.000 ebrei che ancora restavano in Germania, più i 185.000 austriaci. Nemmeno il terrore della notte dei cristalli convinse il mondo, con l’unica eccezione della Gran Bretagna che accolse 10.000 bambini ebrei.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Il libro attraverso la storia di una famiglia, getta uno sguardo ampio sugli anni della guerra e del dopoguerra e ha un grande pregio: non si rassegna a denunciare, dando spazio ad una memoria negativa della prima metà del Novecento. Termina con una parola di speranza, quando l’autrice afferma che la nostra “europeità” non può basarsi unicamente su una memoria negativa ma abbiamo bisogno di una memoria positiva: “Non abbandoniamo questo ambito ai populisti. Agli europei, ai giovani deve essere restituito l’orgoglio di appartenere ad un continente i cui popoli sono riusciti a sconfiggere per due volte i totalitarismi, nel 1945 e nel 1989, e che con il sudore della fronte hanno costruito la democrazia e restituito la dignità ai cittadini”.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Francesco Dante</span></div>
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<div class="blogger-post-footer"><a href="https://www.notizieitalianews.com" >Fonte: Notizie Italia News</a> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7630481204160375559.post-89237294630875230632019-11-05T16:30:00.001+01:002019-11-05T16:30:25.267+01:00Gli scritti di Giorgio La Pira ...<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Il 5 novembre 1977 muore Giorgio La Pira. Grande figura politica ed istituzionale di altissimo spessore morale, culturale e devoto cattolico praticante.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">In queste pagine avemmo già modio di parlare di questo piccolo di statura, ma grande uomo di fede e di rigore morale, che visse una grande visione. </span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgoMNfUZ9VHT1eNGiqWad3OXIVE5viUezAzmJX5Ut3Dx_MoTYQwhZS3feiUrRvSY4srxB-wvpB19UkH87A91SNHhjj28GVi51z4rYAuE2R0OYUV93blI_5ITQByJto6F9kLceBMaIYaXBS/s1600/La+Pira+scrive.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="642" data-original-width="770" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgoMNfUZ9VHT1eNGiqWad3OXIVE5viUezAzmJX5Ut3Dx_MoTYQwhZS3feiUrRvSY4srxB-wvpB19UkH87A91SNHhjj28GVi51z4rYAuE2R0OYUV93blI_5ITQByJto6F9kLceBMaIYaXBS/s320/La+Pira+scrive.jpg" width="320" /></a></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ha ricoperto diversi incarichi politici: fu Sottosegretario al Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale nel corso del Quinto Governo presieduto da Alcide De Gasperi, e stato sindaco di Firenze per due mandati, oltre che deputato e della Repubblica. Prima, aveva anche partecipato all’Assemblea Costituente, dopo il passaggio dalla Monarchia alla Repubblica parlamentare.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ottemperava al suo impegno politico come una missione al servizio dei cittadini. </span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">In realtà lui andava oltre: amava definirsi “libero apostolo del Signore” che doveva svolgere la sua missione, appunto, nella società. La sua azione sociale è fondata, guidata secondo il comandamento dell’amore, la chiesa per lui aveva il compito di elevare la società ad una convivenza pacifica e umana, la società doveva prendersi cura con azioni politiche ispirate, della parte debole e povera della popolazione, cittadinanza.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Nel 1986, nel corso del pontificato di San Giovanni Paolo II, fu avviata la causa per la sua beatificazione.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Alcuni mesi fa sono stati pubblicati i primi volumi con i suoi scritti. Sono stati editi già tre tomi, che vanno dagli scritti giovanili fino all’impegno politico alla Costituente”.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">E’ stato definito da chi lo ha conosciuto uomo dalla “straordinaria complessità”, una complessità che non lo bloccava in ragionamenti ameni, mentre, invece, gli apriva la strada ad azioni ed interventi decisi e molto pratici. Come nel caso del salvataggio dei posti di lavoro degli operai tessili dell’Officina Pignone, contestando il “non operato” dell’amico Amintore Fanfani: qui La Pira utilizzò ogni potere o possibilità per evitare la liquidazione dell’azienda e la conseguenza perdita di posti di lavoro per gli operai.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Un piccolo uomo, un grande cristiano, un bravo uomo politico ed amministratore di beni pubblici. Un servo umile, come amava definirsi, ma con un’ideale di bene da perseguire.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ai primi tre volumi sono previsti, un quarto dedicato alle molteplici dimensioni dell’operato di La Pira in campo sociale, politico e amministrativo ed un quinto incentrato sulla sua “profezia” nei rapporti internazionali, tra i popoli e le nazioni, che conterrà gli scritti più spiccatamente religiosi. Volumi ricchissimi di argomenti, idee, interventi, lavori, richieste, sogni e desideri, ispirazioni… il tutto con una visione globale del mondo: nessuno doveva essere escluso dal futuro del mondo. Era fermamente convinto che nessuno potesse salvarsi da solo, tutti hanno bisogno di aiuto. Avendo presente questa sua grande idea, oggi ricordiamo un grande uomo da tanti definito, appena dopo la sua morte, il “sindaco santo”. </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Germano Baldazzi</span></div>
<div class="blogger-post-footer"><a href="https://www.notizieitalianews.com" >Fonte: Notizie Italia News</a> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7630481204160375559.post-73718057989210950182019-11-04T08:51:00.001+01:002019-11-05T17:09:57.156+01:00Un'"età giovane", un tempo in cui si ha bisogno di maestri ...<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">I fratelli Dardenne - che abbiamo già recensito una volta su questo blog, per <a href="http://www.notizieitalianews.com/2016/11/sguardi-la-ragazza-senza-nome-dei.html" target="_blank">“La ragazza senza nome”</a> - tornano con “L’età giovane”, la storia di un ragazzino belga di seconda o terza generazione, che viene radicalizzato da un imam fanatico, fino a lanciarsi un jihad personale contro una propria professoressa, anch’essa di origini arabe, ma progressivamente laicizzatasi, un po’ troppo secondo il giovanissimo islamista. </span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIcLhyphenhypheniMFkWOJqdyJD0VfYFmFwGNJLs3ubOxqvsi58gEIe3LjfKZ8h_AyHQaeSeCy6mmS8Na81Xv8AjEllOcy1aHkbClzHgb1ub31A0mvF7WT4tWE3_ajSKTnjRkXv7oB74QZlP7aYsYPB/s1600/l%2527et%25C3%25A0giovane.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="1600" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIcLhyphenhypheniMFkWOJqdyJD0VfYFmFwGNJLs3ubOxqvsi58gEIe3LjfKZ8h_AyHQaeSeCy6mmS8Na81Xv8AjEllOcy1aHkbClzHgb1ub31A0mvF7WT4tWE3_ajSKTnjRkXv7oB74QZlP7aYsYPB/s320/l%2527et%25C3%25A0giovane.jpg" width="320" /></a></span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ahmed trova nella versione estremista della propria religione il modo per arroccarsi. Inattaccabile, sarà puro e avrà ragione. Non saranno il richiamo della famiglia, né le prime avvisaglie del desiderio erotico, a distoglierlo dai propositi violenti. Sarà il dolore, e quindi l’immedesimazione con la possibile vittima, a farlo tornare in sé.</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">I Dardenne continuano a proporre storie minime, al limite del quotidiano, eppure drammaticamente vicine ai grandi temi che la vecchia Europa vorrebbe non affrontare. Se però il continente amerebbe congedarsi dalla storia, è la storia a non volersi dimenticare di noi. Dopo l’immigrazione, allora, i due cineasti belgi ci fanno riflettere sulla radicalizzazione delle seconde generazioni.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il tocco in più che la pellicola offre, il suo valore aggiunto, è quello di posizionarsi in un “non-tempo”, potrebbe dire Augé, in un “quando” a metà fra varie strade, quale può essere l’adolescenza. “L’età giovane” coglie quell’attimo particolare in cui tutto è possibile e ci avverte dell’enorme responsabilità che si ha nell’indirizzare un adolescente in una direzione o in un’altra. Di qui il rilievo della figura dell’insegnante Inès nel film, come pure dell’imam fondamentalista, Youssouf. Tutto sta a incontrare un buono o un cattivo maestro.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Chi e come saranno i giovani, un domani, dipende da tutti. Ma andiamo oltre. Perché forse c’è un’altra età giovane cui guardare, ovvero l’età giovane che è in noi - in questa stagione liquida, confusa, spaesata, che crede di poter abitare un eterno presente -, per evitare che essa si faccia fuorviare dai fondamentalismi, dai sovranismi, dalle parole violente che circolano nei mille pseudo-luoghi di culto “fai da te” che sono i social.</span><br />
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Francesco De Palma</span><br />
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