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Ebrei mai più isolati. Da Tolosa a Roma un appello alla vigilanza ed alla solidarietà

Tanta gente si è riunita la sera di giovedì 22 marzo al Tempio maggiore di Roma. L'occasione non è stata purtroppo quelle delle grandi feste ebraiche, anche se la Pasqua si sta avvicinando, ma la commemorazione in ricordo delle vittime dell'attentato di Tolosa
Gente comune e membri della Comunità ebraica, intellettuali, autorità e rappresentanti delle istituzioni si sono uniti alla preghiera per  le vittime dell'odio antisemita.
In prima fila, il ministro della Cooperazione Andrea Riccardi. Presenti anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno e il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, come anche l’imam Yahya Pallavicini.
La cerimonia è stata guidata dai rabbini Alberto Funaro e Ariel Di Porto, mentre è toccato al Presidente della Comunità, Riccardo Pacifici, raccontare lo sgomento degli ebrei romani: ”L’altro giorno – ha raccontato - mio figlio mi ha chiesto: ‘papà non è che succedono anche qui quelle cose?’. Gli ho risposto: ‘Non sono in grado di rispondere’. Non dobbiamo però avere paura’”.
Nonostante la folta presenza di gente in sinagoga, ha proseguito Pacifici, "devo tristemente constatare che spesso siamo soli”, e "che poche sono state le voci di solidarietà espresse del mondo islamico italiano in questi giorni. È un fatto che ci amareggia e che allo stesso tempo ci preoccupa”.
A questa preoccupazione ha voluto rispondere Andrea Riccardi, che ha invitato tutti a "vigilare e a non lasciare mai e mai più isolate le Comunità ebraiche".
Commosso il ricordo - durante la veglia - dell'assassinio a Roma, nel 1982, del bambino Stefano Gay Taché, vittima del terrorismo: a trent'anni dall'attentato alla Sinagoga, è stata avanza la richiesta che la commemorazione di quel gesto terribile dell'odio antiebraico sia celebrata al Quirinale,  mentre grande preoccupazione rimane per le frange estremiste che covano i loro propositi nell’ampia galassia del web.