Andrea Riccardi, il bilancio di un anno e le idee per il futuro
Il ministro per la Cooperazione e l'Integrazione Andrea Riccardi ha affidato alle pagine di Famiglia Cristiana la sua riflessione sulle cose fatte in questo anno di governo Monti e le sue idee sul futuro del Paese. "Quando i soldi mancano, bisogna trovarli o aprire percorsi alternativi per cambiare la realtà . Si deve compensare con le idee". E' questa, in sintesi, la condizione complessa in cui si è ritrovato ad operare il ministro Riccardi, impegnato su due fronti caldi: quello interno dell'integrazione degli immigrati, del sostegno alle famiglie e dello scambio intergenerazionale; e quello esterno della cooperazione internazionale e del rilancio dell'immagine dell'Italia all'estero. Da ambo le parti si è trattato, a detta del ministro, di una "battaglia culturale" per cambiare il linguaggio con cui si è parlato di queste grandi questioni "abbandonando quei toni terrorizzanti con cui erano state affrontate in passato".
Vanno letti in questo senso, dunque, sia il Forum della Cooperazione Internazionale, indetto nello scorso ottobre a Milano e che ha avuto il merito di tornare a parlare di aiuti umanitari e di sviluppo, sia la regolarizzazione per i lavoratori immigrati, il cosiddetto "ravvedimento operoso": scrive Riccardi che si è trattato di "un cambiamento importante oggi, perché la sfida che abbiamo di fronte –anche per la crescita- è quella dell’integrazione degli immigrati. Vorrei citare qui l’impegno per far uscire dalla condizione di illegalità 140 mila immigrati, che prestavano la loro opera in nero presso le famiglie e le imprese italiane. Debbo ricordare come le famiglie italiane siano state le prime a rispondere in modo massiccio a questo appello alla legalità . Il successo di questa regolarizzazione mostra che l’Italia ha ancora bisogno, in alcuni settori, di lavoratori immigrati."
Sempre sul binario dell'integrazione e dello sviluppo Riccardi segnala l’approvazione della strategia nazionale per i Rom e, "per la prima volta nella storia italiana", l'approvazione del Piano nazionale per la famiglia.
Sostanzialmente tre invece, i grandi temi su cui il ministro sente che si potrebbe e dovrebbe continuare a lavorare nel prossimo futuro. Anzitutto il problema delle carceri ed in special modo della condizione dei detenuti tossicodipendenti "per i quali - afferma il ministro - andrebbe previsto un percorso di cura e reinserimento in un altro tipo di strutture. Poi quella che definisce "la delusione più grande che condivido con il Capo dello Stato e tanti altri cittadini" ovvero di non essere riusciti a introdurre la cittadinanza ai figli degli immigrati, nati in Italia e che frequentano le scuole. Da ultimo, non certo per importanza, Riccardi pone la sua attenzione sui settori più vulnerabili della nostra società sottolineando la necessità di ridare slancio e vigore alle politiche di sostegno agli anziani ed alle famiglie. "Su questi aspetti, nonostante la mia iniziativa, non sono potuto andare avanti, perché l’azione si è persa nei meandri di vari altri dicasteri".
Vanno letti in questo senso, dunque, sia il Forum della Cooperazione Internazionale, indetto nello scorso ottobre a Milano e che ha avuto il merito di tornare a parlare di aiuti umanitari e di sviluppo, sia la regolarizzazione per i lavoratori immigrati, il cosiddetto "ravvedimento operoso": scrive Riccardi che si è trattato di "un cambiamento importante oggi, perché la sfida che abbiamo di fronte –anche per la crescita- è quella dell’integrazione degli immigrati. Vorrei citare qui l’impegno per far uscire dalla condizione di illegalità 140 mila immigrati, che prestavano la loro opera in nero presso le famiglie e le imprese italiane. Debbo ricordare come le famiglie italiane siano state le prime a rispondere in modo massiccio a questo appello alla legalità . Il successo di questa regolarizzazione mostra che l’Italia ha ancora bisogno, in alcuni settori, di lavoratori immigrati."
Sempre sul binario dell'integrazione e dello sviluppo Riccardi segnala l’approvazione della strategia nazionale per i Rom e, "per la prima volta nella storia italiana", l'approvazione del Piano nazionale per la famiglia.
Sostanzialmente tre invece, i grandi temi su cui il ministro sente che si potrebbe e dovrebbe continuare a lavorare nel prossimo futuro. Anzitutto il problema delle carceri ed in special modo della condizione dei detenuti tossicodipendenti "per i quali - afferma il ministro - andrebbe previsto un percorso di cura e reinserimento in un altro tipo di strutture. Poi quella che definisce "la delusione più grande che condivido con il Capo dello Stato e tanti altri cittadini" ovvero di non essere riusciti a introdurre la cittadinanza ai figli degli immigrati, nati in Italia e che frequentano le scuole. Da ultimo, non certo per importanza, Riccardi pone la sua attenzione sui settori più vulnerabili della nostra società sottolineando la necessità di ridare slancio e vigore alle politiche di sostegno agli anziani ed alle famiglie. "Su questi aspetti, nonostante la mia iniziativa, non sono potuto andare avanti, perché l’azione si è persa nei meandri di vari altri dicasteri".
2 commenti
finalmente buone notizie, cose concrete e nell'interesse di tutti, da parte di una persona che ci ha fatto appassionare al bene comune e a cui va detto "GRAZIE"
È possibile fare la differenza! GRAZIE
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