Siria, emergenza profughi
Cresce il numero di persone in fuga dalla Siria. Secondo il portavoce dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) Dan McNorton sono già oltre 1,9 milioni le persone fuggite dal paese per trovare riparo negli stati confinanti. Di questi, 1 milione e 700mila sono stati già registrati come rifugiati, mentre quasi 208mila sono in attesa di ricevere lo status: Al ritmo attuale, ci aspettiamo di raggiungere i due milioni di profughi siriani nelle prossime settimane". Ora il ritmo degli arrivi è un pò rallentato: "Le autorità stanno ora gestendo con attenzione i loro confini con la Siria, principalmente per motivi di sicurezza nazionale. I rifugiati continuano ad attraversare dalla Siria ogni giorno, ma in minor numero", ha spiegato McNorton. Già in marzo era stata raggiunta la soglia di un milione di rifugiati. Ora la cifra sta per raddoppiare. Il Libano è il Paese che ospita il più alto numero di siriani fuggiti con 680.900, seguito dalla Giordania (circa 516mila), la Turchia (più di 440mila), dall'Iraq (161mila) e dall'Egitto (107mila).
Una vera catastrofe umanitaria che sta mobilitando anche il Programma alimentare mondiale (Pam) che ha fornito assistenza a 1,1 milioni di rifugiati siriani nei paesi vicini. Ma anche all'interno della Siria, dove nel mese scorso nonostante le violenze, ha potuto far giungere aiuti per circa 2,9 milioni di persone, come precisato dalla portavoce Elisabeth Byrs.
Sono 22 i campi in cui i profughi vengono assistiti dall’Unhcr nei paesi confinanti la Siria in condizioni difficili e con gravi rischi segnalati dalla stessa agenzia delle nazioni unite: quali il reclutamento di bambini soldato, le violenze sessuali, lo sfruttamento di manodopera e la mancanza di scolarizzazione per la maggior parte dei bambini rifugiati. Condizioni enfatizzate e riprese dal primo ministro siriano che sta tentando di convincere i profughi a tornare a casa, promettendo una sistemazione adeguata e denunciando i gravi pericoli che correrebbero soprattutto nei campi profughi in Giordania. Notizie smentite seccamente dagli interessati che hanno negato la presenza di organizzazioni criminali nei campi e denunciato come propaganda le presunte violenze avvenute nei campi. Intanto il numero di profughi rischia di triplicare dall’inizio dell’anno e i racconti provenienti dall’interno della Siria sono sempre più drammatici, soprattutto per la mancanza di cibo e di acqua, con persone costrette a cercare acqua per bere sulle foglie degli alberi, in cittadine fantasma ormai ridotte a macerie.
Una vera catastrofe umanitaria che sta mobilitando anche il Programma alimentare mondiale (Pam) che ha fornito assistenza a 1,1 milioni di rifugiati siriani nei paesi vicini. Ma anche all'interno della Siria, dove nel mese scorso nonostante le violenze, ha potuto far giungere aiuti per circa 2,9 milioni di persone, come precisato dalla portavoce Elisabeth Byrs.
Sono 22 i campi in cui i profughi vengono assistiti dall’Unhcr nei paesi confinanti la Siria in condizioni difficili e con gravi rischi segnalati dalla stessa agenzia delle nazioni unite: quali il reclutamento di bambini soldato, le violenze sessuali, lo sfruttamento di manodopera e la mancanza di scolarizzazione per la maggior parte dei bambini rifugiati. Condizioni enfatizzate e riprese dal primo ministro siriano che sta tentando di convincere i profughi a tornare a casa, promettendo una sistemazione adeguata e denunciando i gravi pericoli che correrebbero soprattutto nei campi profughi in Giordania. Notizie smentite seccamente dagli interessati che hanno negato la presenza di organizzazioni criminali nei campi e denunciato come propaganda le presunte violenze avvenute nei campi. Intanto il numero di profughi rischia di triplicare dall’inizio dell’anno e i racconti provenienti dall’interno della Siria sono sempre più drammatici, soprattutto per la mancanza di cibo e di acqua, con persone costrette a cercare acqua per bere sulle foglie degli alberi, in cittadine fantasma ormai ridotte a macerie.
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