Vivere senza
Era successo la settimana precedente. Ma la notizia è stata diffusa mercoledì scorso, il 16 ottobre - per noi qui in Italia un’inquietante coincidenza col 70° anniversario della deportazione degli ebrei romani durante la II guerra mondiale -.
Nell’ambito della linea dura decisa dal Ministro dell’interno francese, Manuel Valls, la famiglia Dibrani, di etnia rom, di origine kosovara - ma l’autoproclamatosi indipendente stato del Kosovo li considera serbi, non kosovari, per dire della labilità delle identità e delle appartenenze … -, è stata espulsa dalla Francia. La quindicenne Leonarda, non coi familiari al momento dell’irruzione a casa della polizia francese, è stata rintracciata in gita scolastica, costretta a scendere dal pullman, imbarcata su un aereo diretto a sud-est, verso una regione di cui la giovane non parla nemmeno la lingua ….
E’ consolante che il caso di Leonarda Dibrani scuota la Francia. Migliaia di studenti transalpini
Rattrista però vedere come la storia insegni ben poco.
Ai nuovi governanti francesi, innanzitutto, e in particolare al Ministro dell’Interno, il quale, nonostante sia figlio di una cultura politica egualitaria ed assimilazionista che ha insegnato al mondo i diritti dell’uomo, non si vergogna di dichiarare che “i rom non vogliono” integrarsi. Quel che si insegna a scuola dall’inizio dei tempi, ovvero che non si può generalizzare, alla prima lezione di diritto in una qualunque università, ovvero che “unicuique suum”, è stato dimenticato da un Ministro, laureato in storia, naturalizzato francese nel 1982.
Ma poi anche alla maggioranza della popolazione francese, se è vero che il Ministro più popolare secondo i sondaggi è proprio Valls.
Fatte salve le differenze, e tenendo ben presente che i fatti non sono minimamente comparabili, l’alba del 16 ottobre è sorta ancora, così come 70 anni prima, su un mondo che crede ben poco alla con-vivenza e preferirebbe un vivere-senza. Senza gli ebrei ieri, senza i rom oggi.
Francesco De Palma
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