Questione armena: qualcosa sta cambiando!
Il 99esimo anniversario
dell’inizio della deportazione degli armeni in Turchia, nota come il Metz
Yeghern - Il Grande Male, forse ha rappresentato un momento di svolta nel
riconoscimento di quello che è stato il primo vero sterminio di massa del ‘900.
Vedendo le varie celebrazioni svoltesi in tutto il mondo in quest’anniversario, sembra che la comunità armena della diaspora stia effettivamente entrando in una fase di distensione con il governo turco. A Roma ad esempio il Rettore del Pontificio Collegio armeno, Mons. Georges Dankaye, durante la liturgia commemorativa, in una bellissima omelia all'insegna della riunificazione, ha dichiarato che solo attraverso la “Verità ” ci sarà la libertà e la riunificazione di tutti i fratelli armeni, aggiungendo che solo con la “verità ” ci si potrà riunificare anche con il popolo turco (vedi : NotizieItalia News 25 aprile 2014).
Segnali importanti di
apertura sono stati fatti dal governo turco che, dopo una serie di gesti
significativi nei confronti degli armeni, lo scorso 23 aprile (alla vigilia dell’anniversario
dell’inizio delle deportazioni armene del 1915) ha inviato un messaggio di
condoglianze a tutti i familiari delle vittime dello sterminio.
Ma la cosa non si è fermata
quei, infatti il Primo Maggio vi è stato un incontro storico fra il premier
turco Recep Tayyip Erdogan e il Patriarca Vicario degli armeni di Turchia
Aram
AteÅŸyan. Un incontro all’insegna della riappacificazione reciproca: “ci è stato offerto un ramoscello d’ulivo e
noi non possiamo ignorarlo”, pare abbia affermato il lo stesso patriarca
alla fine di questo incontro (Panorama 14 maggio 2014 – Giuseppe Mancini).
Ma le cose stanno
veramente combinando?Vedendo le varie celebrazioni svoltesi in tutto il mondo in quest’anniversario, sembra che la comunità armena della diaspora stia effettivamente entrando in una fase di distensione con il governo turco. A Roma ad esempio il Rettore del Pontificio Collegio armeno, Mons. Georges Dankaye, durante la liturgia commemorativa, in una bellissima omelia all'insegna della riunificazione, ha dichiarato che solo attraverso la “Verità ” ci sarà la libertà e la riunificazione di tutti i fratelli armeni, aggiungendo che solo con la “verità ” ci si potrà riunificare anche con il popolo turco (vedi : NotizieItalia News 25 aprile 2014).
Questi sono segni importanti
dei tempi, segni che la Comunità Internazionale non deve sottovalutare e né
svilire, perché la “questione” turca
- dal suo ingresso in Europa alla questione dei diritti umani - appare sempre
più importante per la stabilità del medio oriente e di conseguenza dell’Europa,
che potrebbe avere in lei una preziosa alleata.
Gli armeni ci ricordano
che a cento anni dalla Grande Guerra, il clima in medio oriente è tutt’altro
che disteso e stabile e che quindi all’Europa servono alleati preziosi. Alleati
che potrebbero essere i turchi e gli armeni.
Per questo la Comunità Internazionale
dovrebbe lavorare attivamente, affinché il centenario dall’inizio della
deportazione degli armeni possa rappresentare una data importante da cui
gettare le basi per una convivenza stabile e pacifica in medio oriente.
Diego Romeo
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