Parole: Papa Francesco, nella prefazione a “Non aver paura di perdonare”
Si riportano qui alcuni passaggi della prefazione che papa Francesco ha preparato per il volume “Non aver paura di perdonare”, di p. Luis Dri, con Andrea Tornielli e Alver Metalli, e che è stata pubblicata sula “Repubblica” del 23 ottobre scorso.
Ho raccontato ormai tante volte e in diverse occasioni la risposta che mi diede p. Luis Dri quando ero arcivescovo nell’altra diocesi, a Buenos Aires. Gli avevo domandato che cosa facesse quando, uscendo dal confessionale dove aveva trascorso molte ore della giornata, avvertiva lo scrupolo di aver perdonato troppo. Mi disse che era solito andare di fronte al Tabernacolo, di fronte al SS. Sacramento, chiedendo lui stesso perdono per aver troppo perdonato, e che concludeva rivolgendosi così a Gesù: «Ma sei stato Tu che mi hai dato il cattivo esempio!». […] Qualunque sia stata la spinta, quando una donna, un uomo, un giovane o una persona anziana si accostano al confessionale, bisogna far percepire loro l’abbraccio misericordioso del nostro Dio. Un Dio che ci precede, ci aspetta, ci accoglie.
[…] La misericordia è un atteggiamento profondamente sociale. Sì, è un atteggiamento che ha conseguenze sociali. E se è vero che viviamo tempi difficili, quella che ho più volte definito una “guerra mondiale a pezzi”; se è vero che viviamo in tempi di terrore e di paura, per la violenza cieca che ci appare priva di qualsiasi umanità, è vero anche che gli esempi positivi, grazie a Dio, non mancano. Ogni segno di amicizia, ogni barriera scalfita, ogni mano tesa, ogni riconciliazione, anche se non fa notizia, è destinata a operare nel tessuto sociale. Sia esso quello delle nostre famiglie, dei nostri quartieri, delle nostre città, delle nostre nazioni, dei rapporti tra gli Stati. Il fiume in piena dell’odio e della violenza, non dimentichiamolo mai per favore, nulla può contro l’oceano di misericordia che inonda il nostro mondo. Immergiamoci in questo oceano, lasciamoci rigenerare.
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