Il papa in Colombia: dal "primo passo" "una seconda opportunità sulla Terra"
Da ieri papa Francesco è in Colombia. Ha attraversato ancora l’Atlantico per una visita espressamente dedicata a un solo paese, “un segnale forte che dice l’intenso coinvolgimento personale del capo della Chiesa cattolica nel processo in atto” (Fazzini, https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/la-rivoluzione-del-perdono).
Per la Colombia Bergoglio ha pregato molto - “Sono rimasto sorpreso quando mi ha detto che ero il politico per il quale aveva pregato di più di recente”, ha detto il presidente Santos -, per la Colombia si è speso in prima persona.
Si può ipotizzare che per lui quel paese latinoamericano riassuma le sfide, le opportunità, il dilemma di tante zone del mondo: un paese di violenza diffusa, un paese che ha sofferto molto, che ha oggi un’occasione di pace, che è stato tentato di non coglierla appieno.
La Colombia vive un tempo particolare dopo il cessate il fuoco con la guerriglia delle FARC siglato nel giugno 2016 all’Avana. Poi, però, a sorpresa, il referendum del 2 ottobre, che rigettava gli accordi. E quindi nuovi colloqui e mediazioni, fino all’intesa approvata dal Congresso.
La Colombia non è il mondo, ma il mondo è tante volte come la Colombia. Si dice spesso che tutti vogliono la pace. Ma poi i riflessi identitari sono più forti. Ma poi la voglia di giustizia si fa ricerca della vendetta. Ma poi nel nostro tiro alla fune non vogliamo cedere nemmeno un millimetro. Ma poi gli altri sono peggio di noi. Ma poi i professionisti dell’odio e del disprezzo raccolgono sempre le loro folle.
Storia vecchia. Chi ha scelto il mite Gesù 2000 anni fa? Non aveva più ragioni Barabba, che almeno aveva chiaro da che parte stare? che non si era fatto mettere i piedi in testa? che era indubitabilmente “dei nostri”?
Francesco conosce la forza del male, sa che la pace non è semplice, che la contrapposizione e lo scontro sono un’opzione, talvolta un destino. Ma vuole fare di tutto per spezzare quel destino, per aprire la strada a un processo differente, per consegnare al domani una seconda possibilità.
Con la sua sapienza delicata, che così spesso ha preso il meglio della storia culturale dei paesi che visitava, ha voluto citare il bellissimo discorso pronunciato a Stoccolma nel 1982 da Gabriel Garcia Marquez, grande colombiano vincitore del Nobel per la Letteratura.
Garcia Marquez aveva detto: “Davanti all'oppressione, al saccheggio, all’abbandono, la nostra risposta è la vita. Né diluvi né pestilenze, né fame né cataclismi, nemmeno guerre infinite di secoli e secoli hanno potuto ridurre il tenace vantaggio della vita sulla morte. Un vantaggio che aumenta e si accelera”. È sempre possibile, continuava, “una nuova e travolgente utopia della vita, per cui […] sia certo l’amore e possibile la felicità, e dove le stirpi condannate a cent’anni di solitudine” - è l’explicit del suo romanzo più famoso - “abbiano infine e per sempre una seconda opportunità sulla Terra”.
Bergoglio ci crede alle seconde possibilità. La solitudine e la contrapposizione non possono e non devono essere l’ultima parola della Storia, l’ultima parola di una storia. I suoi giorni in Colombia sono il personale contributo - “è un viaggio per aiutare la Colombia ad andare avanti nel suo cammino di pace” ha detto in aereo ai giornalisti - alla ricomposizione nazionale, alla pacificazione dei cuori, all’epifania di quel che un grande storico della Chiesa ha chiamato “il miracolo sociale”, il miracolo per cui una società non cade preda della rivalità mimetica o dell’unione contro l’Altro, ma lavora dentro di sé per far tacere i demoni della divisione e della lotta.
Come ha detto uno studioso della storia latinoamericana, Gianni La Bella, la pace con le FARC non è la “svendita” del paese, ma “una svolta importante”, “l’approdo a una giustizia non soltanto e puramente punitiva” (http://www.news.va/it/news/pace-in-colombia-la-bella-paese-non-e-stato-svendu). “Francesco, il papa dei ‘processi’, vuole sostenere” tale svolta, tale approdo (Capuzzi, https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/papa-francesco-in-colombia-per-dare-coraggio-alla-pace)
Che il “miracolo sociale” non trovi casa solo in Colombia, ma in tutto il nostro mondo percorso dal vento del male, in particolare fra gli uomini di religione diversa, in particolare in quell’angolo del pianeta dove piccoli uomini giocano con grandi missili nucleari ….
Francesco De Palma
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