Un workshop a Roma sui "corridoi umanitari" ...
Il Coordinamento Nazionale Immigrazione - la rete delle Caritas italiane che permette un confronto continuo delle stesse sui temi legati alle migrazioni, nonché la condivisione di informazioni e strumenti formativi - si riunirà dal 27 (in contemporanea con il lancio della campagna "Share the journey") al 29 settembre prossimi a Roma, a Trastevere, in via S. Gallicano 25.
Al centro dei lavori sarà l’esperienza dei “corridoi umanitari”. In particolare si succederanno un workshop sulle migrazioni dal Corno d’Africa, con la partecipazione di rappresentanti del governo italiano, di quello etiopico e della Caritas Etiopia; un’assemblea sul "corridoio umanitario" dall’Etiopia promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana (attraverso Caritas Italiana) e dalla Comunità di Sant’Egidio; gruppi tematici sui minori non accompagnati e sulla necessità di vie legali e sicure di ingresso in Italia.
I "corridoi umanitari" sono un progetto pilota che ha come obiettivi quello di evitare i viaggi coi barconi nel Mediterraneo, che hanno già provocato un numero altissimo di morti; quello di impedire lo sfruttamento dei profughi da parte di trafficanti di uomini; quello di concedere a persone in “condizioni di vulnerabilità ” (ad esempio vittime di persecuzioni, torture e violenze, famiglie con bambini, anziani, malati, persone con disabilità ) un ingresso legale sul territorio italiano con visto umanitario e la possibilità di presentare successivamente domanda di asilo.
I "corridoi" sono il frutto di una collaborazione ecumenica: Conferenza Episcopale Italiana, Caritas, Comunità di Sant’Egidio, Associazione Comunità Papa Giovanni XXII, Federazione delle Chiese evangeliche, Chiese valdesi e metodiste hanno scelto di unire le loro forze per un progetto di alto profilo umanitario che prevede l’arrivo nel nostro Paese, nell’arco di due anni, di mille profughi dal Libano (per lo più siriani fuggiti dalla guerra) e dall’Etiopia (eritrei, somali e sudanesi).
L’iniziativa è totalmente autofinanziata e non pesa quindi in alcun modo sulle casse dello Stato.
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