100 anni di Zingarelli ...
Lo Zingarelli compie 100 anni (1917-2017) e con l’occasione celebra l’evoluzione della lingua italiana con un’edizione 2018 decisamente al passo con i tempi e arricchita di neologismi e parole prese in prestito da altre lingue o dai dialetti. Ci racconta però anche come è cambiato il nostro paese negli ultimi vent’anni, alle prese con i decreti svuotacarceri, immobilizzato dall’euroburocrazia e vittima della mediocrazia (potere di mezzi di informazione e comunicazione di condizionare l’opinione pubblica). Economia, politica, scienza, tecnologia, moda, sport, determinano i trend delle nuove espressioni o delle parole che poi vengono ogni anno inserite nel vocabolario. L’edizione 2018 conta 145mila voci e oltre 380mila significati: tra i classificati di quest’anno entrano in forma ufficiale carasau: espressione tratta dal dialetto per definire quel pane conosciuto prima come “carta da musica”, docciarsi: comunemente utilizzato sui social per dire: farsi una doccia e bimbominkia: di connotazione fortemente negativa indica il giovane utente dei social che comunica abbreviando parole come tutto (tt) quando (qnd) e dimostra un comportamento infantile.
Nicola Zingarelli era un linguista pugliese che pubblicò il primo dizionario della lingua italiana in fascicoli nel 1917, si dovrà attendere fino al 1992 per la pubblicazione della seconda edizione in volume unico. Nel 1941 arriva l’acquisto da parte di Zanichelli che da allora cura la pubblicazione e dal 1993 propone un inserimento annuale di nuovi vocaboli e forme espressive. Ogni giorno infatti i media, la politica l’economia inventano neologismi di ogni genere che vengono a lungo monitorati e solo quelli che si radicano nella nostra lingua verranno poi accolti nel vocabolario, seguendo criteri ben precisi quali la durata nel tempo nell’utilizzo di una parola, la frequenza con cui viene utilizzata e la qualità, ovvero il suo peso culturale.
Così gli anni novanta italiani passano alla storia come l’era di tangentopoli: termine usato in Italia dal 1992 per definire un sistema diffuso di corruzione politica e mani pulite: espressione che indica una serie d'inchieste giudiziarie condotte in risposta allo scandalo emerso. In quegli anni c’era chi diceva di scendere in campo (ingresso in politica di Silvio Berlusconi nel 1994 con un messaggio televisivo preregistrato inviato a tutti i tg nazionali) e chi denunciava la malasanità, si iniziava a parlare dell’euro e c’era chi si diceva euroscettico.
L’Italia entra nel 2000 affrontando questioni come l’aborto terapeutico, la fecondazione assistita, il testamento biologico fino allo stepchild adoption (istituto giuridico che consente al componente di una coppia sposata o unita civilmente di adottare il figlio naturale dell'altro componente). Si parla molto di mobbing (comportamento persecutorio in ambiente di lavoro) e di haters (quelli che odiano su internet). E’ cresciuta la familiarizzazione con gli Internet café, l’ebook, il touchscreen e la videofinia fino al dashboard (applicazione che consente di personalizzare la modalità di visualizzazione dei dati secondo le necessità della loro gestione.
Era proprio l’anno 2000 quando Francesco Totti regala all’Italia il cucchiaio: una memorabile azione calcistica davanti al portiere olandese Edwin Van der Saar. Il pallone calciato ha seguito la traiettoria di una parabola rovesciata, finendo in rete sotto gli sguardi attoniti di tutti. Da quel momento il termine viene utilizzato nel calcio per indicare un modo di calciare la palla in direzione della rete.
Nel secolo nuovo la tv propone i reality, è di moda chi veste pitonato, c’è chi è condizionato dal velinismo (diffusa presenza delle vallette in televisione, identificate come modello di successo) affetto da vigoressia (disturbo di chi ha un culto ossessivo della forma fisica) o piacionismo (comportamento tipico dei piacioni), mentre alcuni ricorrono al camouflage (in cosmetica, trucco che copre inestetismi temporanei). I tempi novi sono anche all’insegna dell’anti: antiglobalizzazione, antieuropeismo, antievasione, antipolitica e del multi: multimarca, multimateriale, multietnico.
In politica si passa dai girotondini (movimenti di cittadini costituitisi nel 2002 in nome della difesa dei princìpi di democrazia e legalità che manifestano creando girotondi attorno alle sedi di istituzioni e servizi pubblici da difendere. Tra i principali promotori Nanni Moretti), i rottamatori (lanciato nel 2010 da Matteo Renzi, allora sindaco di Firenze, sosteneva la necessità di una rottamazione senza incentivi dei vecchi dirigenti del PD) per arrivare ai pentastellati (aderenti al movimento politico 5 stelle). Poi c’è chi è troppo buonista: atteggiamento che, nei rapporti politici, di lavoro o familiari e sociali viene considerato troppo incline alla comprensione e alla collaborazione, chi fa gli inciuci (dal dialetto napoletano 'nciucio che indica lo spettegolare fitto e a bassa voce, tipico di chi fa gli accordi sotto banco con intenti poco leciti.
Dall’attualità e la politica internazionale sono nate parole che ascoltiamo quotidianamente quali: foreign fighter (combattente straniero) salafismo (movimento riformista islamico) e jihadismo (macrofenomeno che si riferisce al fondamentalismo islamico) .
Il nuovo millennio ha portato anche nuove paure come l’islamofobia (forte avversione, dettata da ragioni pregiudiziali, verso la cultura e la religione islamica) e la disposofobia (paura ossessiva di eliminare oggetti, abiti ecc. e conseguente tendenza patologica ad accumularli.
Il nostro paese ha visto nascere nuove forme di incontro e socializzazione come lo speed date: incontro di pochi minuti tra più persone organizzato allo scopo di trovare l’anima gemella, l’apericena: aperitivo effettuato come sostituto della cena o prima di essa fenomeno sociale che nasce in nord italia e diffuso nel mondo giovanile; espressioni che sono entrate a far parte del nostro linguaggio a tutti gli effetti.
Una parola nuova nasce anche dall’esigenza di definire una situazione sociale, è il caso di adultescente che indica la condizione di molte persone adulte che per ragioni economiche ancora vivono coi genitori.
Il famoso termine petaloso, invece, coniato l’anno passato da un bambino di terza elementare nel descrivere una rosa piena di petali e apprezzato dall’Accademia della crusca, è stato scartato dallo Zingarelli perché ancora poco utilizzato nel linguaggio comune.
Francesca Relandini
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