Un italiano premio Nobel per la Pace ...
L’Italia, in 118 anni di premiazioni Nobel ha ottenuto il riconoscimento in tutte le discipline riconosciute: chimica, fisica, economia, medicina e anche pace. Gli italiani premiati sono tanti, ben venti!
Nutro forti dubbi che si conosca la storia di Edoardo Teodoro Moneta che, in ex-aequo con il giurista francese Louis Renault, ricevette il Premio Nobel per la Pace. L’unico italiano, fino ad oggi, a ricevere il prestigioso riconoscimento. Correva l’anno 1907.
Nato in una aristocratica famiglia milanese il 20 settembre 1833, Moneta, pur crescendo in una condizione di agiatezza, non ritenne di condurre una semplice vita benestante, da aristocratico qual era.
Infatti, già a 15 anni si trovò a combattere con la sua famiglia nel corso delle Cinque Giornate di Milano, in difesa della sua casa. Come patriota, riconoscendosi nel clima del suo tempo, prende parte ai conflitti risorgimentali e, in seguito, combatté per il raggiungimento dell'indipendenza e per l’unificazione italiana.
Era un bravo scrittore e si dedicò al giornalismo. Divenne direttore de Il Secolo nel 1866 e, in breve tempo, portò il quotidiano ad avere un’autorevolezza tale da formare le opinioni pubbliche dei suoi lettori.
Nel 1887, iniziò in maniera più marcata il suo lavoro in favore della pace, con la fondazione, prima dell’Unione lombarda per la pace, e poi la Società per la pace e la giustizia internazionale.
Non interruppe mai i suoi studi e ricerche, infatti, nel 1890 si dedicò alla redazione di un almanacco chiamato “L’Amico per la pace”. In seguito, iniziò la raccolta di materiale per la pubblicazione del volume “Le guerre, le insurrezioni e la pace nel secolo XIX”, suddiviso in quattro anni, vista la ponderosità del lavoro.
Nel tempo, grazie al suo lavoro morale e culturale per la pace, Moneta diviene nel 1895, il rappresentante italiano nella commissione dell'«International Peace Bureau».
In questi anni di lavoro e di ricerca sui temi per la pace, Moneta fu ritenuto personalità degna da candidare al Comitato per l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace. Infatti, era divenuto una personalità conosciuta grazie alle indagini sulle situazioni politiche internazionali: gli veniva riconosciuto un impegno e un’attenzione che assumeva un respiro cosmopolita, nel campo della pace.
Come auspicato, Edoardo Teodoro Moneta fu ritenuto meritevole di ricevere il Premio Nobel per la Pace nel 1907. La motivazione addotta dal Comitato era: “Per il suo impegno e la fondazione dell’Unione lombarda per la pace e l’arbitrato internazionale”.
Alla Cerimonia per la consegna del prestigioso riconoscimento, pronunciò un discorso di ampio respiro storico ed internazionale. Disse, tra l’altro: “Il pacifismo […] non cerca di cancellare i paesi tirandoli nel crogiolo del cosmopolitismo, ma organizzandoli, se non sono già in questa condizione, secondo i dettati della giustizia. In varietate unitas! Più ogni nazione contribuisce alla comunità mondiale con la ricchezza delle sue attitudini, le sue razze e le sue tradizioni, più grande sarà lo sviluppo futuro e la speranza per il genere umano”.
Negli anni successivi alcuni suoi comportamenti e dichiarazioni hanno fatto discutere per ambiguità emerse, rispetto al suo dichiarato e noto pacifismo, in occasione della guerra italo-turca del 1911-12 ma, anche, nel 1915, in occasione dell’entrata in guerra dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale.
Quindi, non un pacifista “ortodosso”, ma pur sempre un pacifista in un tempo in cui le guerre erano decisamente protagoniste della storia umana.
Germano Baldazzi
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