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La figlia di Martin Luther King per un sogno di pace ...

Recentemente è stata presentata nella sede della Comunità di Sant’Egidio (si veda qui) la nuova edizione della preghiera interreligiosa per la pace che si rifà allo “spirito di Assisi”. 
Quest’anno l’appuntamento è a Bologna, dal 14 al 16 ottobre, all’insegna di un titolo evocativo, “Ponti di pace”, con l’idea di rilanciare il dialogo e l’incontro fra le culture, i popoli, i singoli: “In un momento difficile, in cui vengono a cadere un po’ alla volta tante reti di convivenza nelle periferie delle grandi città e si innalzano muri non solo tra Europa e Africa, ma anche tra paesi europei, occorre ricostruire insieme ponti di pace”. 

Tra i tanti ospiti previsti, il grande imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyib, il patriarca copto Theodoros II, il rabbino capo di Francia Haim Korsia, il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, l’ex presidente della Commissione europea, Romano Prodi, p. Alejando Solalinde, difensore dei migranti che attraversano il Messico per raggiungere gli Stati Uniti. Nonché - ed è su questa figura che vorremmo soffermarci - Bernice Albertine King, ultima figlia di Martin Luther King, ucciso a Memphis il 4 aprile di 50 anni fa.
“Ogni cosa che ha fatto, ogni sermone pronunciato, ogni messaggio lanciato, tutto era fondato sulla Bibbia. Anche se utilizzava testi ‘laici’, lo spirito del messaggio veniva dalla sua fede cristiana”, ha dichiarato non molto tempo fa la King. Aggiungendo: “Sono sempre più convinta che le nuove generazioni possiedano le capacità per dirigere la società attuale verso una direzione di pace, secondo gli insegnamenti impartiti da mio padre”. “Io ho un sogno”, ha continuato, parafrasando evidentemente il più famoso discorso del simbolo dei diritti civili degli afroamericani, “che il mondo scelga la pace come stella polare, come punto di riferimento, e che nel mondo venga rispettato il valore di ogni persona. Si può distruggere il male e l’ingiustizia nel mondo solo ricordandoci che dobbiamo accogliere le persone, convivendo in armonia e imparando da ciò che gli altri possono insegnarci e offrirci”. 
E Bologna, città di cultura, sede della più antica università dell’Occidente, città di pace, sede arcivescovile di papa Della Chiesa, Benedetto XV, autore della famosissima denuncia dell’“inutile strage” della prima guerra mondiale, 100 anni fa, sarà anche - e ne abbiamo bisogno un po’ tutti nel mondo - città del sogno di un domani migliore.

Francesco De Palma

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