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Unione Europea. Sfumata la scalata sovranista, è necessario un rilancio


La tanto temuta scalata sovranista all’Unione europea non è avvenuta. Tuttavia, non pochi analisti hanno osservato che Il Parlamento europeo uscito dalle urne del 26 maggio e la nuova legislatura che si apre in luglio sarà diversa dalle precedenti. E’ necessaria una nuova alleanza per la formazione della Commissione e la nomina del suo Presidente: popolari, socialisti e liberali potrebbero costituire una 'grande coalizione' continentale, forte del 58 per cento. Un’alleanza per alcuni versi anomala fra forze politiche che ideologicamente dovrebbero essere alternativi, tant’è che, infatti,  in diverse nazioni sono per lo più rivali.  Non è escluso l’ingresso dei verdi in questa coalizione visto la loro affermazione, dalla Germania all’Irlanda fino alla Francia, con un travaso di voti dalla sinistra socialista o laburista e un cambio di focus, dalla questione sociale a quella ecologista. I Verdi restano la quarta forza (o quinta, se i sovranisti faranno blocco) nell’Assemblea. Insieme al successo dei verdi, occorre evidenziare l’aumento, non previsto, dell’affluenza alle urne, con il 51% su base continentale, + 8% rispetto al 2014. E’ un dato - probabilmente attribuibile al voto dei giovani -  che riporta a vent’anni fa, invertendo una tendenza al disinteresse verso le urne Ue che si verificava da tempo. Le forze cosiddette anti-sistema che puntavano a togliere poteri e iniziativa all’Europa per ridare spazio e forza alle 'patrie' hanno ottenuto i 112 deputati (15% dei seggi), collocati nei due gruppi più a destra nell’emiciclo (Enl, Gruppo Europa delle Nazioni e della Libertà, e Efdd, il Gruppo Europa della Libertà e della Democrazia diretta, di cui fanno parte Salvini e la Le Pen. Occorrerà attendere per vedere se i due gruppi sceglieranno di unirsi.


Il 2 luglio si insedia il nuovo Parlamento e i deputati saranno chiamati ad eleggere il Presidente e i membri della Commissione. Si spera che per quella data i capi di Stato e di governo abbiano raggiunto un accordo sulla Commissione per poi presentarla ai deputati per l’approvazione.
In attesa della formazione della Commissione, tante sono le proposte in attesa di realizzazione. Nei mesi scorsi si è parlato, in particolar modo in Italia, molto del Patto di stabilità con taluni arrivati a chiederne l’abolizione. Di fronte alle proposte di modifica avanzate dal governo italiano tanti in Europa hanno sollevato l’obiezione che quei Paesi che hanno prodotto più crescita e occupazione non sono stati quelli che hanno avuto più debito e disavanzo. Non si tratta di contestarne il principio o la disciplina di bilancio in quanto tale. Compresa l’esigenza della disciplina di bilancio, è opportuno adottare da parte del nostro governo un atteggiamento assertivo, evitando gesti clamorosi finalizzati soltanto a procurare alcuni applausi in Italia. La modifica del Patto di stabilità è urgente ed importante, trasformandolo in maniera più stringente sulla spesa corrente, ma allentandolo su quella per investimenti.

Un altro banco di prova è la politica della BCE. E’ doveroso riconoscere che l’istituto di Francoforte ha fatto tanto negli anni scorsi, contribuendo a tenere bassi i tassi d’interesse e gli spread, che oggi è alto solo in Italia, soprattutto a causa delle dichiarazioni incaute ed inutili che spesso turbano i mercati. Evitare, pertanto, di alzare i toni se si vuole continuare a condurre una politica monetaria accomodante – com’è finora accaduto – per il nostro paese.
Serve un programma impegnativo per scongiurare il sovranismo a livello continentale. Serve una azione concreta, propositiva e ben comunicata del nuovo Parlamento, per evitare di dare argomenti a tutti coloro che altro non aspettano per affossare quell’Europa in cui tanti giovani hanno invece dimostrato di voler credere. Un programma che preveda di concentrarsi sui beni pubblici europei, come la difesa delle frontiere comuni, la regolazione dell’immigrazione, una diversa distribuzione dei costi per i rifugiati, la lotta al terrorismo, anche cibernetico, le risposte all’emergenza climatica. Per non lasciare l’Europa esposta a potenze straniere, come la Russia e la Cina. Rafforzando le deleghe a favore dell’Europa o come direbbe qualcuno aumentando il “sovranismo” europeo. E, soprattutto, valorizzando quei pochi campi dove gli stati hanno già delegato: la politica monetaria, l’antitrust, il commercio mondiale e la ricerca. In questi settori l’Ue parla già a una voce sola ed è in grado di tener testa anche agli stati e alle multinazionali più grandi.
Tutto ciò con una consapevolezza chiara. I cittadini devono mobilitarsi per esigere il rispetto da parte dei loro governanti dell’UE. I politici non possono usare l’Ue per motivi di interesse di partito e personale. Servono politici e persone che nella propria attività politica si battano per far avanzare l’Europa, anche se questo può comportare sconfitte elettorali (come accadde al Cancelliere Kohl che si ritirò dalla politica avendo perso le elezioni del 1998, ma dopo aver fatto approvare in Europa il progetto dell’euro). Piaccia o non piaccia, non si può avere un’Europa a costo zero per un leader politico.

Antonio Salvati

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