Verso una "generazione Greta"?
Una ricerca Nomisma, “Generazione Z”, ha di recente cercato di fare un ritratto, sebbene approssimativo, dei teenagers italiani.
Ne è venuto fuori un quadro parzialmente in controtendenza con una vulgata che li vuole disinteressati e chiusi, innamorati dei social e del disimpegno.
Sì, c’è anche questo, ovviamente. La tv resta il loro passatempo preferito e tre quarti del campione intervistato si connette ai social network con una certa continuità.
Ma dai dati analizzati dai ricercatori Nomisma viene fuori anche dell’altro. Ovvero che amano stare in compagnia più di quanto si appassionano ai piccoli e grandi schermi. E che - udite, udite! - stanno riscoprendo l’impegno, l’attivismo, per una causa o per un ideale: la metà dei sedici-diciassettenni ha partecipato almeno una volta nell’ultimo anno a una manifestazione di protesta.
E’ il segno di un’inversione di tendenza. Se è vero che i loro coetanei non italiani sono molto più interessati dei “nostri” figli a quel che succede nel mondo, e reagiscono con più prontezza, anche nel Bel Paese qualcosa comincia a muoversi.
Tanto che online si inizia a parlare anche da noi di una “generazione Greta”.
Ha ben colto lo spirito dei tempi il presidente Mattarella, che a Bergamo, il 24 ottobre scorso, intervenendo a “BergamoScienza”, ha detto: “Che siano, oggi, le giovanissime generazioni a percepire più di altri la trasformazione epocale in corso, appare forse persino ovvio e, insieme, straordinario. Penso al significato dell’ingresso sulla scena mondiale del fenomeno sorto intorno alla testimonianza della giovanissima Greta. […] I giovani, con le loro manifestazioni nelle piazze del mondo, hanno ricordato a tutti che non è sufficiente l’enunciazione di un’esigenza e la sua rivendicazione perché a questa va affiancato il coerente comportamento di ciascuno nel proprio ambito. Ci hanno detto: ‘Salvate il pianeta!’”.
E, con la sua prosa un po' visionaria, Erri De Luca ha scritto l'altro ieri su "Robinson", l'inserto culturale di "Repubblica": "Vedo la nuova gioventù intenta alla fabbrica di un ponte [...] per raggiungere la sponda di una nuova umanità, di un nuovo patto tra pianeta e abitanti. Considero pontefice la nuova gioventù del mondo".
Che abbia un po' di ragione? C'è da sperarlo.
Francesco De Palma
E, con la sua prosa un po' visionaria, Erri De Luca ha scritto l'altro ieri su "Robinson", l'inserto culturale di "Repubblica": "Vedo la nuova gioventù intenta alla fabbrica di un ponte [...] per raggiungere la sponda di una nuova umanità, di un nuovo patto tra pianeta e abitanti. Considero pontefice la nuova gioventù del mondo".
Che abbia un po' di ragione? C'è da sperarlo.
Francesco De Palma
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