Roma, la biglietteria e una poesia in regalo

La metro arriva subito per fortuna, ce la dovrei fare a prendere il treno, anche se dovrò un po’ correre per raggiungere quello strano binario 1est. Seduta nel vagone della metropolitana inizio a leggere quelle sei poesie scritte in stampatello su un unico foglio, ma impreziosite qui e là da piccoli disegni per dividerle e abbellirle. La cura dei particolari di Emiliano (c’è la sua firma in basso) mi commuove.
Una poesia mi colpisce in modo particolare:
Squarciano veli
animi inquieti e celano
lingue affilate
lingue affilate
in ferite d’arcobaleno
cuciono rottami
di speranze perdute
Esuli felici
cercano col volto
dal dolore scolpito
brandelli di sentimento
in estinte inondazioni
Si corre sempre nelle nostre città affannate. Ma quanti arcobaleni si possono raccogliere da una piccola sosta davanti a persone “ferite”, che si sentono “rottami di speranze perdute”, “volti dal dolore scolpito”. Non sono l’attivismo e l’efficienza a fare la differenza, ma sempre e comunque l’umanità, ho pensato. Grazie! Al prossimo incontro…