Il desiderio di sicurezza e il fascino delle armi
Mi compri questa pistola ? Era pubblicizzata su un famoso giornaletto per bambini. Quel giocattolo lo avevano i miei compagni di giochi. Mi piaceva, la desideravo. Non era una di quelle pistole ad acqua colorate fatte per divertirsi, ma un’imitazione perfetta di un’arma vera. Ricordo che ho insistito più volte, ma mia madre ha risposto di no. E mi ha spiegato perché. Era il fascino di un’arma vera, non il desiderio di un gioco. Oggi le sono grato perché le armi mi fanno orrore e forse sono stato vaccinato quel giorno dalla seduzione della pistola. “L’uomo che comincia ad armarsi comincia sempre dalla pistola – ha scritto ieri Ferdinando Camon su Avvenire – ma poi non si ferma più: la pistola esercita una seduzione tattile, ha l’impugnatura zigrinata, una volta presa in mano non la metteresti più giù. E’ una droga. Quel 39% d’italiani vogliosi di fare la prima esperienza, subito dopo soffrirebbero di dipendenza.”
Il dato citato da Camon si riferisce a quello riportato nel 1° Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia realizzato dal Censis con Federsicurezza, da poco pubblicato e riportato su molti giornali e servizi televisivi: il 39% degli italiani è favorevole all'introduzione di criteri meno rigidi per il possesso di un'arma da fuoco per la difesa personale. Un dato in netto aumento rispetto al 26% rilevato nel 2015 e che si lega ad un aumento delle licenze per porto d'armi (in aumento del 13,8% solo nell’ultimo anno). Non ripeto qui tutti i dati dello studio del Censis, ma solo la considerazione che nonostante i reati in Italia siano in calo (-10,2% nell'ultimo anno), sembra si stia moltiplicando fra gli italiani la paura e l’insicurezza. Questa falsa percezione della realtà lascia spazio al fascino della pistola.
Sulla percezione della sicurezza l’ISTAT ha pubblicato proprio pochi giorni fa uno studio che mette a confronto, fra il 2009 e il 2016 , le preoccupazioni degli italiani relative alla sicurezza: se calano la preoccupazione verso quasi tutti i reati (tranne che per i furti in casa che rimane immutata), aumenta di ben +11,9 punti percentuali la sensazione di vivere in una zona a rischio di criminalità . Insomma anche studiando la percezione si svela quanto la realtà sia altra cosa. Ma quante sono le armi in Italia ?
Se il rapporto del Censis stima che oggi ci sia un'arma da fuoco nelle case di quasi 4,5 milioni di italiani, lo studio condotto da Small Arms Survey raddoppia quasi la stima riportando che in Italia i civili possiedono 8,6 milioni di armi da fuoco: 2 milioni registrate e 6,6 milioni non registrate. Nella classifica mondiale siamo al 14° posto.
La ricerca di Small Arms Survey, condotta in 230 paesi del mondo, stima che nel mondo ci siano oltre un miliardo di armi come pistole, fucili, carabine e mitragliatori, di cui ben 857 milioni detenute da civili (84,7%) e solo il 15,3% da militari e forze dell’ordine. Il dato è abbastanza sorprendente anche se occorre considerare che fra i privati sono compresi anche i servizi di sicurezza privata, le gang criminali e i gruppi armati irregolari.
Gli Stati Uniti distaccano ogni altro paese del mondo sia in termini assoluti (393 milioni di civili che detengono arma da fuoco) che relativi (120,5 armi da fuoco ogni 100 residenti). In altre parole il 4,4 per cento della popolazione mondiale (gli USA), possiede il 40 per cento delle armi del mondo e il 50% della popolazione possiede un arma.
Più armi, più stragi. Dal 2012, da quando negli USA un uomo armato è entrato nella scuola elementare Sandy Hook a Newtown nel Connecticut e ha ucciso 20 bambini, sei adulti e se stesso, ci sono state più di 1600 sparatorie di massa. Interessanti (e inquietanti) tavole di dati e infografiche le trovate qui.
Dopo una delle ultime stragi negli USA, la sparatoria nella scuola di Parkland nel febbraio scorso che ha provocato la morte di 17 persone negli Stati Uniti, la reazione più significativa è stata quella dei giovanissimi da cui è scaturita l’imponente manifestazione “March for Our Lives”.
Nonostante la forza e il potere della lobby più potente degli USA, i giovani non si sono rassegnati e hanno continuato a manifestare contro le armi e questa estate hanno organizzato la “Road to change”, una marcia a tappe attraverso tutti gli Stati Uniti per istruire, motivare e ribadire il rifiuto ad accettare la violenza armata come una questione irrisolvibile. Manifestazioni di solidarietà si sono svolte in altre parti del mondo: a Parigi, Berlino, Londra, San Paolo, ma una delle più partecipate in Europa si è svolta a Roma con la manifestazione “la Pace è Giovane”, dove 500 ragazzi dei licei romani si sono radunati lo scorso maggio per contrastare la diffusione delle armi e con l’ambizione di far nascere un nuovo movimento per la pace e contro la violenza.
In conclusione l’aumento del numero di italiani che possiedono un’arma da fuoco e la crescita di quanti chiedono di semplificare la normativa per ottenere il porto d’armi evidenzia il rischio, come la definisce il rapporto del Censis, di una pericolosa “americanizzazione” della società civile, con un aumento esponenziale di quanti sparano e di quanti uccidono. Seguiamo l’esempio dei giovani americani e della loro “Road to change”: c’è molto bisogno di spiegare, motivare e sfatare le false percezioni. Delle pistole si può fare a meno. Aveva ragione mia madre. Lo capisce anche un bambino.
Marco Peroni
Marco Peroni
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