Papa Francesco incoraggia la beatificazione di Oscar Romero
Di ritorno dal suo recente viaggio in Asia, Papa Francesco ha parlato del Vescovo salvadoregno Oscar Arnulfo Romero, esprimendo una posizione nettamente favorevole alla sua beatificazione.
Rispondendo alla domanda di un giornalista, ha detto: "La causa era bloccata, si diceva per prudenza, alla Congregazione della dottrina della fede. Adesso è sbloccata. È passata alla Congregazione per i santi e segue la strada normale di un processo, dipende di come si muovono i postulatori. È molto importante di farlo in fretta. Perché io quello che vorrei è che si chiarisca quando c’è il martirio in odium fidei, sia per confessare il Credo, sia per fare le opere che Gesù ci comanda con il prossimo. Questo è un lavoro dei teologi che lo stanno studiando".
La vicenda di Romero si inserisce in quella più ampia del popolo e della Chiesa salvadoregna, vittima della violenza che segnava il Paese. Fra quanti furono uccisi vi erano anche diversi sacerdoti gesuiti, come il Papa ha ricordato: "Dietro Romero c’è Rutilio Grande e ci sono altri. Altri che sono stati uccisi che non sono della stessa altezza di Romero, si deve distinguere teologicamente tutto questo. Per me Romero è un uomo di Dio. Si deve continuare processo, il Signore deva dare un suo segno, se Lui lo vuole fare, lo farà . Adesso i postulatori devono muoversi perché non ci sono più impedimenti".
La beatificazione di Romero - martire dei poveri e della pace, temi centrali nella fede di Bergoglio - potrebbe essere un nuovo tratto dello straordinario pontificato di Francesco.
Rispondendo alla domanda di un giornalista, ha detto: "La causa era bloccata, si diceva per prudenza, alla Congregazione della dottrina della fede. Adesso è sbloccata. È passata alla Congregazione per i santi e segue la strada normale di un processo, dipende di come si muovono i postulatori. È molto importante di farlo in fretta. Perché io quello che vorrei è che si chiarisca quando c’è il martirio in odium fidei, sia per confessare il Credo, sia per fare le opere che Gesù ci comanda con il prossimo. Questo è un lavoro dei teologi che lo stanno studiando".
La vicenda di Romero si inserisce in quella più ampia del popolo e della Chiesa salvadoregna, vittima della violenza che segnava il Paese. Fra quanti furono uccisi vi erano anche diversi sacerdoti gesuiti, come il Papa ha ricordato: "Dietro Romero c’è Rutilio Grande e ci sono altri. Altri che sono stati uccisi che non sono della stessa altezza di Romero, si deve distinguere teologicamente tutto questo. Per me Romero è un uomo di Dio. Si deve continuare processo, il Signore deva dare un suo segno, se Lui lo vuole fare, lo farà . Adesso i postulatori devono muoversi perché non ci sono più impedimenti".
La beatificazione di Romero - martire dei poveri e della pace, temi centrali nella fede di Bergoglio - potrebbe essere un nuovo tratto dello straordinario pontificato di Francesco.
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