Quando i migranti sono italiani – Rapporto Migrantes 2014.

Ma i flussi migratori d'italiani all'estero oggi sono finiti?
In verità si sono attenutati negli anni senza sparire e ultimamente, con l’accentuarsi della crisi economica, sono addirittura aumentati. Dall’IX Rapporto Italiani nel Mondo 2014 della Fondazione Migrantes, presentato a Roma la scorsa settimana, sono emersi dati alquanto significativi. Infatti risulta che nel 2013 si sono trasferiti all'estero 94.126 italiani, rispetto ai 78.94 del 2012, con un incremento di oltre 15 mila partenze (+16,1%). Un flusso che nel solo 2013 ha superato del doppio l’ingresso degli stranieri che vengono in Italia a cercare lavoro.
Dove si stabiliscono gli italiani che vanno all'estero?
L’Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero (AIRE) segna come prima fra le mete il Regno Unito, con 12.933 nuovi iscritti, seguono la Germania (11.731, +11,5%), la Svizzera (10.300, +15,7%) e la Francia (8.402, +19,0%).
Sempre dal rapporto Migrantes 2014, risulta che le principali regioni da cui partono gli italiani sono: Lombardia – con 16.418 partenze – il Veneto (8.743) e il Lazio (8.211).
Il fenomeno dei migranti italiani si può sovrapporre a quello degli sbarchi sulle nostre coste? E' importante distinguere i migranti volontari dai profughi e i rifugiati, come ha sottolineato il sottosegretario agli esteri Mario Giro, che durante la presentazione del rapporto Migrantes, ha precisato: «Quella degli italiani che si trasferiscono all'estero non è una fuga come chi scappa da guerre e persecuzioni religiose, percorre deserti e mari e arriva a Lampedusa, ma è una scelta – ha aggiunto poi - gli italiani che migrano all'estero non rischiano la vita, come non l’hanno rischiata i nostri nonni».
Diego Romeo
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