L’immigrazione fa crescere l’economia italiana
Negli ultimi anni, diversi studi hanno sottolineato il contributo positivo dei cittadini migranti all’economia italiana. Si è parlato di “Immigrazione, risorsa nascosta per la ripresa” e di “Stranieri che spingono l’Italia della crisi”. Una ulteriore conferma viene in questi giorni dall’Associazione bancaria italiana, che in una nota ha illustrato il profilo finanziario sempre più “evoluto” dei immigrati, legato ad una maggiore stabilità e al progredire del processo di integrazione nel Paese.
L’86% dei migranti adulti residenti in Italia è titolare di conto corrente, in significativa crescita rispetto al 61% del 2010. E' inoltre raddoppiata (dal 2010) la percentuale dei conti correnti con più di 5 anni, pari al 40% dei conti correnti intestati ai cittadini immigrati a fine 2013. Sempre più “evoluta” la relazione con la banca e innovativa la scelta dei canali: con una incidenza pari al 40% nel 2013, l’utilizzo dell’internet banking è raddoppiato dal 2010.
Una ricerca dell’Osservatorio Nazionale sull’Inclusione Finanziaria dei migranti fa emergere come la graduale stabilizzazione della presenza degli immigranti residenti in Italia - dal punto di vista dell’assetto familiare, dell’insediamento abitativo e della situazione lavorativa – si accompagni all’evoluzione dei bisogni finanziari e del livello di inclusione finanziaria. Emergono così, attraverso l’analisi dell’evoluzione del fenomeno negli anni, profili di integrazione anche finanziaria diversi e in rapida evoluzione.
Oltre 2,5 milioni il numero dei conti correnti presso banche e BancoPosta intestati a cittadini immigrati delle 21 nazionalità (pari all’88% dei migranti residenti in Italia) considerate nell’indagine dell’Osservatorio a dicembre 2013, cresciuto di circa il 40% dal 2010. A fine 2012 secondo l’ultima rilevazione disponibile, quasi nove cittadini immigrati su dieci sono titolari di conto corrente (l’86%). Se il conto corrente conferma quindi il suo ruolo quale punto d’accesso per il processo di inclusione finanziaria, cresce la capacità da parte dei migranti di cogliere le potenzialità offerte da nuovi prodotti finanziari che, pur non essendo perfetti sostituti del conto corrente, consentono un’operatività ampia in tema di servizi di pagamento: secondo l’indagine, sono oltre 1,1 milione le carte con Iban e le carte PostePay offerte da BancoPosta, limitatamente ai migranti non titolari di un conto corrente. A dicembre 2012 quindi, un cittadino immigrato senza conto corrente su tre è titolare di una di queste carte (32,4%) con un incremento significativo rispetto all’anno precedente quando l’incidenza era al 27,8%. Le comunità dall’America latina mostrano una familiarità con la banca più elevata rispetto alla media, seguiti dalle comunità di origine europea e africana.
L’immigrazione fa crescere l’economia italiana. L’inserimento degli immigrati nel Belpaese non è sostitutivo del lavoro italiano, ma piuttosto integrativo. E contribuisce a realizzare più del 10% del nostro PIL. I dati sulla loro “bancarizzazione” sono una conferma del ruolo positivo degli immigrati per l’Italia, anche negli anni della crisi.
Filippo Sbrana
L’86% dei migranti adulti residenti in Italia è titolare di conto corrente, in significativa crescita rispetto al 61% del 2010. E' inoltre raddoppiata (dal 2010) la percentuale dei conti correnti con più di 5 anni, pari al 40% dei conti correnti intestati ai cittadini immigrati a fine 2013. Sempre più “evoluta” la relazione con la banca e innovativa la scelta dei canali: con una incidenza pari al 40% nel 2013, l’utilizzo dell’internet banking è raddoppiato dal 2010.
Una ricerca dell’Osservatorio Nazionale sull’Inclusione Finanziaria dei migranti fa emergere come la graduale stabilizzazione della presenza degli immigranti residenti in Italia - dal punto di vista dell’assetto familiare, dell’insediamento abitativo e della situazione lavorativa – si accompagni all’evoluzione dei bisogni finanziari e del livello di inclusione finanziaria. Emergono così, attraverso l’analisi dell’evoluzione del fenomeno negli anni, profili di integrazione anche finanziaria diversi e in rapida evoluzione.
Oltre 2,5 milioni il numero dei conti correnti presso banche e BancoPosta intestati a cittadini immigrati delle 21 nazionalità (pari all’88% dei migranti residenti in Italia) considerate nell’indagine dell’Osservatorio a dicembre 2013, cresciuto di circa il 40% dal 2010. A fine 2012 secondo l’ultima rilevazione disponibile, quasi nove cittadini immigrati su dieci sono titolari di conto corrente (l’86%). Se il conto corrente conferma quindi il suo ruolo quale punto d’accesso per il processo di inclusione finanziaria, cresce la capacità da parte dei migranti di cogliere le potenzialità offerte da nuovi prodotti finanziari che, pur non essendo perfetti sostituti del conto corrente, consentono un’operatività ampia in tema di servizi di pagamento: secondo l’indagine, sono oltre 1,1 milione le carte con Iban e le carte PostePay offerte da BancoPosta, limitatamente ai migranti non titolari di un conto corrente. A dicembre 2012 quindi, un cittadino immigrato senza conto corrente su tre è titolare di una di queste carte (32,4%) con un incremento significativo rispetto all’anno precedente quando l’incidenza era al 27,8%. Le comunità dall’America latina mostrano una familiarità con la banca più elevata rispetto alla media, seguiti dalle comunità di origine europea e africana.
L’immigrazione fa crescere l’economia italiana. L’inserimento degli immigrati nel Belpaese non è sostitutivo del lavoro italiano, ma piuttosto integrativo. E contribuisce a realizzare più del 10% del nostro PIL. I dati sulla loro “bancarizzazione” sono una conferma del ruolo positivo degli immigrati per l’Italia, anche negli anni della crisi.
Filippo Sbrana
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