“Amani”, il festival della pace nel cuore dell’Africa dei conflitti
Una notizia minore, un festival musicale dedicato alla pace in una città africana.
Ma la città è Goma, capoluogo del Nord Kivu, nella Repubblica Democartica del Congo. E’ stata l’epicentro della cosiddetta “prima guerra mondiale africana”, definizione ossimorica che però rende l’idea del costo umano dei conflitti originatisi con il genocidio rwandese, continuati con la caduta di Mobutu in Congo, sfociati in un tutti contro tutti per il controllo delle materie prime nascoste nel sottosuolo di quello “scandalo geologico” che è l’immenso paese centrafricano.
Ancor oggi la regione dei Grandi Laghi è percorsa da fremiti. Le milizie continuano a depredare e ad uccidere, mentre il Burundi vive una stagione di crescente violenza dopo che il presidente Nkurunziza ha cercato una rielezione per cui a rigor di costituzione non avrebbe potuto correre.
A Goma si è svolto nei giorni scorsi il festival “Amani”, ovvero ‘pace’ in swahili, la lingua franca della regione. Un festival che è ormai giunto alla terza edizione e che quest’anno ha visto la partecipazione di decine di cantanti e/o di complessi musicali e di decine di migliaia di persone.
L’ultimo giorno del festival tutti i biglietti (13.000) sono stati venduti a un dollaro ciascuno e diverse centinaia di persone sono state costrette ad ascoltare le esibizioni ben fuori dallo spazio recintato del festival.
Tutti hanno cantato per “cambiare”, tutti hanno cantato “per la pace”, come chiedevano gli slogano che inquadravano la manifestazione 2016.
“Per il messaggio che ha scelto di veicolare, il festival non può che essere benefico per la regione”, ha dichiarato Daniel Ruiz, della Missione delle Nazioni Unite in Congo (MONUSCO). E’ un piccolo segno di normalità, in effetti. Indicativo delle aspirazioni di pace che nutrono le popolazioni di paesi che sono stati troppo segnati dalla guerra e dalla violenza.
Francesco De Palma
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