Costruire un mondo migliore. Con le armi dell’istruzione e dell’incontro
L’insegnante dell’anno è una donna, una musulmana, una rifugiata.
Qualcosa su cui riflettere, in questi tempi di semplificazioni ….
Si chiama Hanan Al Hrub, è palestinese. Cresciuta in un campo profughi, è oggi impegnata nella trasmissione di una cultura della pace e dell’incontro alle generazioni più giovani. Il suo nome è stato annunciato come il vincitore del Global Teacher Prize un paio di settimane fa dallo stesso papa Francesco.
Il pontefice ha voluto ricordare come i docenti siano “artigiani di umanità”, come la loro professione dovrebbe essere “la più rispettata della società”.
Dal canto suo Hanan Al Hrub ha dichiarato: “Sono nata e cresciuta in un campo profughi tra violenza, soprusi e tensione quotidiana. Non ho avuto una vera infanzia e invece vorrei che i nostri figli, e tutti i bambini del mondo, potessero ridere, giocare, imparare a convivere in un clima sereno”.
E’ terribile leggere queste righe dopo quanto accaduto a Lahore.
Ma resta vero che l’unica speranza che l’orrore di qualche giorno fa possa essere superato sta in quel miracolo lento, eppure solido e duraturo, che si origina in tutte le scuole del pianeta: “Sono diventata insegnante per crescere una generazione che sappia vivere in pace”, ha detto sempre la Al Hrub. “Le nostre armi sono solo l’educazione e l’istruzione. Con quelle possiamo cambiare il mondo, farlo diventare un luogo più giusto e pacifico”.
Francesco De Palma
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