Mundus senescit ...
Mundus senescit, si diceva nel Medioevo. Il mondo invecchiava, man mano che si allontanava dalla pienezza del tempo - dalla prima venuta di Cristo e dall’apogeo dell’Impero - e si avvicinava alla sua fine.
Mundus senescit, potremmo dire anche noi. Il mondo invecchia. Non tanto per il declino della nostra civiltà , quanto perché aumenta, ogni anno di più, l’età media della gente che lo abita.
Eh, già . Secondo il rapporto del Census Bureau americano, “Aging World: 2015”, la popolazione anziana globale cresce velocemente. Se l’anno scorso l’8,5% degli abitanti del pianeta aveva più di 65 anni, alla metà di questo secolo la percentuale di ultrasessantacinquenni raggiungerà il 17% del totale, all’incirca un miliardo e mezzo di persone.
E’ una cattiva notizia? Assolutamente no, visto che ognuno sogna di ritardare almeno un po’ la propria morte. Più anziani nel mondo - in particolare nei paesi in via di sviluppo - significa una lunga vita per più persone di prima, un piccolo trionfo della medicina.
Ma occorrerà adeguare al nuovo scenario diverse cose.
I sistemi sanitari in primo luogo, e poi l’orizzonte assistenziale e previdenziale; senza dimenticare le nostre strutture urbane e dei servizi. Saremo solo alla metà dell’opera, però. Ché andrà ristrutturata anche la nostra mentalità , il modo con cui le nostre culture - del Nord e del Sud del mondo - guardano all’anziano.
Converrà pensarci. E’ sempre più vero che anche noi saremo anziani.
Francesco De Palma
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