Parole: Branko Milanovic, la globalizzazione come “forza positiva” che può “rende[re] il mondo più equo"
Si riportano alcuni passaggi dell’intervista che Milanovic, ex economista della Banca Mondiale, tra i principali studiosi di disuguaglianza a livello nazionale ed internazionale, autore di recente del volume “Global Inequality”, ha concesso al quotidiano “Avvenire” una decina di giorni fa.
“I Paesi asiatici continueranno a crescere […] velocemente. In questo modo la disuguaglianza continuerà a diminuire a livello globale. [D’altra parte] negli ultimi anni non ho visto un forte aumento della disuguaglianza all’interno nei Paesi ricchi. [Anche se] è innegabile che quella esistente ha già creato forti tensioni.
[…] Una serie di simulazioni di modelli d’immigrazione dimostra che i migranti in larga maggioranza migliorano la loro qualità di vita dopo lo spostamento. Quindi la migrazione riduce la povertà globale. […] Non sono un promotore dei confini aperti, ma credo anche che costruire muri non sia né realistico né produttivo per i Paesi ricchi.
[…] In Italia l’aumento della disuguaglianza è stato lieve negli ultimi dieci anni, la classe media si era già ridotta in precedenza. Il problema dell’Italia è che la sua economia non cresce da molto tempo, quindi le risorse da condividere sono sempre più limitate. Inoltre si ha una struttura demografica sfavorevole alla crescita, a causa dell’invecchiamento della popolazione. La migrazione [in questo senso] aiuta, introducendo giovani”.
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