Un'Italia che accoglie ...
Abbiamo letto come l’opinione pubblica italiana sovrastimi la presenza di migrati o rifugiati nella penisola. Al contempo si fa strada l’idea che il “problema” debba essere tenuto lontano con ogni mezzo. E si registrano sempre più casi di aggressioni o episodi di razzismo - ah, ma ora si dice “di goliardia” … -. Per farla breve, l’Italia appare come un paese che non vuole accogliere.
Va detto, però, che, sia pur sottotraccia, a fari spenti, un’Italia più accogliente c’è ed alza la voce. E’ quella parte di società che, per motivi ideali, religiosi, per semplice interesse, riconosce l’altro come una risorsa, riesce a integrare, ricuce il tessuto lacerato dei rapporti umani. E spiega che non è “buonismo”, ma puro realismo. Di cui ci si accorge quando si urla un po’ di meno e si legge un po’ di più.
Si vogliono qui segnalare due contributi, che possono indurre a un discorso più ragionato e meno emotivo sulla questione, un articolo apparso sull’“Espresso" e alcuni reportages pubblicati sul sito web della Comunità di Sant’Egidio.
Sull’“Espresso”, in particolare, si dà conto del successo dell’“accoglienza diffusa”, “in piccoli numeri”, nel quadro di un impianto che crea “legami di vicinanza. Che aiutano tutti ad andare oltre gli stereotipi”. I fatti, allora, parlano di una realtà di segno opposto rispetto alla paura diffusa dai media o dai social. “Questo tipo di risposte, creative e solidali, contraddicono nettamente l’immagine di un’Italia impaurita e diffidente che spesso è evocata anche dai politici”, sottolinea il settimanale.
Sant’Egidio, invece, racconta la realtà dei “corridoi umanitari”, un’esperienza ecumenica, completamente autofinanziata, che offre una possibilità ai più vulnerabili tra i profughi, evitando a bambini, donne, etc., il rischio della traversata. Leggiamo dal sito: “Dal 2016 a oggi 1621 persone sono arrivate dalla Siria, dall’Iraq, dall’Etiopia. Insieme alla Comunità li ha accolti una rete di famiglie, parrocchie, gruppi di volontari, in 94 città di 18 regioni. Come è oggi la loro vita? Per saperlo, abbiamo seguito Daniela, Daniela e Valeria che stanno approfittando delle vacanze per un giro di visite. E’ un viaggio attraverso un’Italia spesso sconosciuta, ma straordinariamente bella: l’Italia che non solo accoglie, ma integra e tira fuori il meglio da ognuno”. Ciò che colpisce è che il numero di chi - associazioni, comunità, singoli - si offre per ospitare è nettamente superiore al numero di quanti hanno finora potuto approfittare del progetto. Una smentita della semplificazione che si fa, non solo sugli stranieri, ma anche sui nostri concittadini. Anche nei reportages emerge come si costruiscono reti di prossimità, basate su numeri piccoli, con l’idea di integrare rapidamente e bene, e si mostra che l’accoglienza può convenire a tutti, a chi ospita e a chi è ospitato.
Francesco De Palma
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