"Ogni povero - da qualunque Paese, cultura, etnia provenga - è un figlio di Dio"

Pubblichiamo dei brani della lettera inviata per Pentecoste dai vescovi delle diocesi del Lazio. Chi la volesse leggere per intero potrà trovarla, ad esempio, qui.

"Carissimi fedeli delle diocesi del Lazio, desideriamo offrirvi alcune riflessioni in occasione della solennità di Pentecoste che ci mostra l’icona dell’annunzio a Gerusalemme ascoltato in molte lingue: pensiamolo come il segno del pacifico e gioioso incontro fra i popoli che attualizza l’invito del Risorto ad annunciare la vita e l’amore. [...] Desideriamo essere accanto a tutti coloro che vivono in condizioni di povertà [...]. Sappiamo bene che in tutte queste dimensioni di sofferenza non c’è alcuna differenza: italiani o stranieri, tutti soffrono allo stesso modo. 
[...] Ogni povero - da qualunque Paese, cultura, etnia provenga - è un figlio di Dio. I bambini, i giovani, le famiglie, gli anziani da soccorrere non possono essere distinti in virtù di un 'prima' o di un 'dopo' sulla base dell’appartenenza nazionale. Da certe affermazioni che appaiono essere “di moda” potrebbero nascere germi di intolleranza e di razzismo che, in quanto discepoli del Risorto, dobbiamo poter respingere con forza. Chi è straniero è come noi, è un altro 'noi': l’altro è un dono [...]".

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