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"First man", tra uomo e umanità ...

50 anni dallo sbarco sulla Luna. 50 anni dal giorno in cui il piccolo passo di Neil Armstrong coincise con il grande balzo di un’umanità allora tanto fiduciosa nel futuro ….
E’ il momento giusto, allora, per vedere, “First man”, di Damien Chazelle, focalizzato sul pilota e astronauta scomparso nel 2012 e passato alla storia come il primo uomo a calcare il suolo del nostro satellite. 

Utilizzando in maniera straordinaria gli effetti speciali, il regista di” La La Land” ha saputo restituirci la grande storia di un’avventura esplorativa e scientifica quanto mai audace e sofisticata, facendo leva però sulla piccola storia dell’uomo Armstrong. Piccolo passo e grande balzo si cedono il palco l’un l’altro, si bilanciano con un effetto compensatorio: il lato umano del racconto incrina le certezze di una scienza giunta laddove nessuno era mai riuscito a spingersi; e d’altra parte l’eccezionalità dell’impresa sublima la sofferenza, l’introversione, l’umoralità di un uomo come noi, pieno di difetti e di slanci.
Il film ci fa inoltrare non solo nello spazio infinito, bensì pure nel cuore ferito del protagonista, nel suo confronto diretto e continuo con il lutto, in primis per la morte della secondogenita Karen, portata via da un tumore, poi per la fine atroce dei colleghi dell’Apollo 1. Quale tra i due abissi - l’universo che ci circonda, il mistero dopo la vita - è più oscuro? Quale il più profondo?
Il primo uomo, padre, marito, astronauta, giunge sulla Luna per capire di più il mondo attorno a noi, ma anche per dare l’estremo saluto all’amata figlioletta. Nella sua vicenda c’è ogni uomo, la sua finitezza fatta di piccoli passi, la sua dignità fatta di grandi balzi. Rovesciando il famoso aforisma, Chazelle guarda la luna, ma vede l’uomo che la indica. Il viaggio verso la fedele compagna della nostra casa comune, la Terra, diviene metafora della vita, dei suoi perché, della sua poesia e della sua tragedia. Il nulla dello spazio si confronta col grande buio dell’assenza, avvicinando i due estremi, l’uomo e l’umanità, il nostro mondo interiore e l’immensità degli spazi cosmici.

Francesco De Palma

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