Ultime news

La forza degli anni


Liliana Segre durante il suo intervento
Ho seguito con interesse – anche se non sempre col medesimo entusiasmo – il dibattito parlamentare che ha accompagnato la nascita del nuovo governo; è accaduto così, d’altra parte, a molti altri italiani, che hanno dimostrato una inattesa attenzione per quei discorsi riguardanti – in fondo in fondo – il bene comune.
Ma nella giornata di ieri mi ha particolarmente toccato l’intervento in Senato di Liliana Segre.
Senatrice a vita di recente nomina, Liliana Segre compiva ieri 89 anni. Aveva 8 anni quando le leggi razziste italiane del 1938 ne decretavano l’espulsione dalla scuola; non ne aveva ancora compiuti 14 anni quando venne deportata, a motivo della sua origine ebraica, verso l’inferno di Auschwitz, al quale ha avuto la sorte di sopravvivere.
La sua storia è stata esposta in diversi racconti, drammatici ed eloquenti.
Il suo intervento di ieri mi è parso però davvero – oltre che particolarmente emblematico – meritevole di ascolto e di rilettura. Quasi tutti i quotidiani di oggi ne parlano, mentre uno di essi – Il Foglio – ne ha deciso la pubblicazione pressoché per intero.
Ha detto Liliana Segre:
Mi hanno preoccupato i numerosi episodi susseguitisi durante l’ultimo anno che non di rado mi hanno fatto temere un inesorabile imbarbarimento della nostra società: i casi di razzismo, sempre più diffusi, trattati con indulgenza, in modo empatico, che quasi sembrano entrati nella normalità del nostro vivere civile, ma allarmante è anche la diffusione dei linguaggi di odio, sia nella Rete sia nel dibattito pubblico. […] La politica che investe nell'odio è sempre una medaglia a due facce. Non danneggia solo coloro che vengono scelti come bersaglio, ma incendia anche gli animi di chi vive con rabbia e disperazione il disagio provocato dalla crisi che attraversa, ormai da un decennio, il continente. L’odio si diffonde e questo è tanto più pericoloso. A me hanno insegnato che “chi salva una vita salva il mondo intero”, per questo un mondo in cui chi salva vite, anziché premiato, viene punito mi pare proprio un mondo rovesciato. Credo che l’accoglienza renda più saggia e umana la nostra società [...] Vorrei che il nuovo governo nascesse non solo da legittime valutazioni di convenienza politica, ma soprattutto dalla consapevolezza dello scampato pericolo, da quel senso di sollievo che viene dopo che, giunti sull'orlo del precipizio, ci si è ritratti appena in tempo. Mi attendo, insomma, che il nuovo governo operi concretamente per ripristinare un terreno di valori condivisi, fatto di difesa costante della democrazia e dei principi di solidarietà previsti dalla nostra Costituzione, nata dalla Resistenza […] La mia speranza è, da ultimo, che il nuovo Governo assuma e faccia proprio anche il senso di quel dovere civile, di quella vocazione all'interesse generale che ci viene dai versi di John Donne: “Non chiedere mai per chi suona la campana: essa suona per te”.
Che bella forza, negli anni della senatrice Liliana Segre…

Paolo Sassi

Nessun commento