Roma: Ministri della giustizia a confronto. Pressione UE per abolire la pena di morte nel mondo: Congresso mondiale nel 2013
“Se con questo incontro convincessimo
anche un solo Paese ad abolire la pena di morte, sarebbe un successo”. Così
Paola Severino ha introdotto i lavori del VII Congresso Internazionale dei
ministri della giustizia, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio e che proseguirà per tutta la settimana con eventi in Italia e nel mondo. Quella
contro la pena capitale è una battaglia che, come ha sottolineato Marco
Impagliazzo, presidente di Sant’Egidio, necessità di un’arma fondamentale: la fedeltà.
Grazie ad un impegno costante nel tempo, e in collaborazione con altre
organizzazioni internazionali, di anno in anno aumenta il numero dei paesi che
scelgono di abolire la pena di morte o di applicare la moratoria universale
votata alle Nazioni Unite.
Oggi sono quasi 150 le nazioni ad
averla abolita de iure o de facto. Cresce il numero degli stati
americani: dopo l’Illinois, il 2013 è l’anno del Connecticut, diciassettesimo
ad aver commutato in ergastolo la pena capitale poiché come ha dichiarato il
senatore Kaine “nelle ragioni a sostegno ci sono troppe false promesse”.
Un passo importante è stato fatto
anche in Asia, continente che ad oggi detiene il primato delle esecuzioni nel
mondo (dovute soprattutto alla Cina): la Mongolia ha votato una risoluzione verso
l’abolizione e la presenza a Roma del consigliere della Repubblica, Odontuya
Saldan, sottolinea l’impegno del paese. La Mongolia diventerebbe così il
secondo stato abolizionista dell’Asia, dopo le Filippine.
Un’altra buona notizia arriva dall’Africa,
dove la Repubblica Centrafricana sta per cancellare la pena di morte dal suo
ordinamento.
Si devono purtroppo registrare
preoccupanti passi indietro come nel caso della Turchia, che ha dichiarato di essere
favorevole ad una reintroduzione della pena capitale.
Per questo l’Unione Europea ha
deciso di investire 9 miliardi di euro per progetti a sostegno della battaglia.
Sensibilizzazione ma soprattutto aiuto concreto ai detenuti. Dall’assistenza
giuridica per chi è in attesa di giudizio affichè sia garantito un giusto
processo, al sostegno per ricorrere in appello, dal monitoraggio sulle
condizioni di detenzione e ingiustizie, alla lotta alla tortura.
Last but not least, ultima buona notizia dal fronte americano. Paula
Cooper uscirà dal carcere nel 2013 dopo aver scontato 30 anni di reclusione.
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