Floribert, il prezzo di due mani pulite
Esce nelle librerie in questi giorni un volume particolare, scritto da Francesco de Palma e con una bella presentazione di Andrea Riccardi: Il prezzo di due mani pulite.Un giovane contro la corruzione nella Repubblica Democratica del Congo.
Il giovane cui allude il sottotitolo si chiamava Floribert Bwana Chui: è la sua storia - e quella del suo paese - quella che Francesco de Palma ci racconta con attenzione e chiarezza in 14 densi capitoli.
Ora, per l'italiano medio, l'allusione alle mani pulite contenuta nel titolo porta col pensiero alla stagione del crollo della cosiddetta "Prima Repubblica"; anche lì, una storia di grandi e piccole corruzioni.
Ma questa di Floribert non è una vicenda comprensibile con quelle lenti: bisogna cambiare occhiali.
Lo si capisce dalla citazione che apre il libro, due versetti del profeta Isaia, al capitolo 33:
Era nato a Goma nel 1981, nella regione del Kivu, e la sua storia si intreccia con quella del suo paese: siamo nella regione dei Grandi Laghi, vi si affacciano il Rwanda e il Burundi, la Repubblica democratica del Congo, l'Uganda.
Terminati gli studi universitari, incontra la Comunità di sant'Egidio e ne resta affascinato; si impegna per i più poveri - specie i ragazzi di strada - e partecipa alla preghiera comune. Si dedica anche alla politica, con estroversione ed ottimismo. A 25 anni, infine, trova lavoro come responsabile dell'Agenzia di controllo sulle merci. E quando gli offrono migliaia di dollari per chiudere gli occhi e far entrare una partita di riso avariata, rifiuta, non cede alle minacce e trova la morte.
La ricostruzione di Francesco de Palma è scrupolosa e commovente: ha incontrato le persone e scrutato le fonti, scandagliato la storia grande e minuta del paese e ascoltato tanti testimoni.
Scrive Andrea Riccardi nella prefazione:
Presso la basilica romana di san Bartolomeo all'Isola Tiberina,
da qualche tempo, è sorto un memoriale dei nuovi martiri del XX e XXI secolo. Vi sono custodite diverse memorie, appartenute a cristiani che hanno perso la vita per la loro
fede.
Si tratta di una realtà drammatica, che ha attraversato la storia del Novecento e che sta tragicamente segnando l'esordio del nuovo secolo e la vita di molti cristiani nel mondo.
A san Bartolomeo, nella prima cappella di sinistra, sono conservate le memorie di chi ha perso la vita in Africa e Madagascar; tra queste, la Bibbia di Floribert.
Ed è a "quel" libro che infine ci riconduce il bel libro di Francesco de Palma, la radice con la quale Floribert Bwana Chui ha tratto la linfa per la sua appassionata, giovane e breve esistenza.
Paolo Sassi
Il giovane cui allude il sottotitolo si chiamava Floribert Bwana Chui: è la sua storia - e quella del suo paese - quella che Francesco de Palma ci racconta con attenzione e chiarezza in 14 densi capitoli.
Ora, per l'italiano medio, l'allusione alle mani pulite contenuta nel titolo porta col pensiero alla stagione del crollo della cosiddetta "Prima Repubblica"; anche lì, una storia di grandi e piccole corruzioni.
Ma questa di Floribert non è una vicenda comprensibile con quelle lenti: bisogna cambiare occhiali.
Lo si capisce dalla citazione che apre il libro, due versetti del profeta Isaia, al capitolo 33:
Colui che cammina nella giustizia e parla con lealtà ,Floribert è stato - inannzitutto - un credente che ha sperato di poter cambiare il mondo, il suo e quello a lui vicino.
chi rifiuta un guadagno frutto di oppressione,
scuote le mani per non prendere doni di corruzione,
si tura le orecchie per non ascoltare proposte sanguinarie
e chiude gli occhi per non essere attratto dal male:
costui abiterà in alto,
fortezze sulle rocce saranno il suo rifugio,
gli sarà dato il pane, avrà l'acqua assicurata.
Era nato a Goma nel 1981, nella regione del Kivu, e la sua storia si intreccia con quella del suo paese: siamo nella regione dei Grandi Laghi, vi si affacciano il Rwanda e il Burundi, la Repubblica democratica del Congo, l'Uganda.
Terminati gli studi universitari, incontra la Comunità di sant'Egidio e ne resta affascinato; si impegna per i più poveri - specie i ragazzi di strada - e partecipa alla preghiera comune. Si dedica anche alla politica, con estroversione ed ottimismo. A 25 anni, infine, trova lavoro come responsabile dell'Agenzia di controllo sulle merci. E quando gli offrono migliaia di dollari per chiudere gli occhi e far entrare una partita di riso avariata, rifiuta, non cede alle minacce e trova la morte.
La ricostruzione di Francesco de Palma è scrupolosa e commovente: ha incontrato le persone e scrutato le fonti, scandagliato la storia grande e minuta del paese e ascoltato tanti testimoni.
Scrive Andrea Riccardi nella prefazione:
Questa storia merita attenzione; anzi meritava un libro. È una vicenda molto triste, che mostra la forza della corruzione e il clima di violenza. Ma è anche la storia della "forza debole" di un giovane che crede. Indica la via della resurrezione dell'Africa, che comincia dai giovani e dai laici. Ma non è solo una vicenda congolese e africana: parla ai giovani e al mondo intero. Questo il grande dono della "piccola" vita di Floribert Bwana Chui.
Bibbia di Floribert Bwanga Chui Roma, san Bartolomeo all'Isola |
Si tratta di una realtà drammatica, che ha attraversato la storia del Novecento e che sta tragicamente segnando l'esordio del nuovo secolo e la vita di molti cristiani nel mondo.
A san Bartolomeo, nella prima cappella di sinistra, sono conservate le memorie di chi ha perso la vita in Africa e Madagascar; tra queste, la Bibbia di Floribert.
Ed è a "quel" libro che infine ci riconduce il bel libro di Francesco de Palma, la radice con la quale Floribert Bwana Chui ha tratto la linfa per la sua appassionata, giovane e breve esistenza.
Paolo Sassi
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