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Recensione su “A furia di sfogliare” di Roberto De Luca

"A furia di sfogliare” di Roberto De Luca



Esistono tantissimi tipi di scrittori per altrettanti tipi di generi letterari. Noir, fantasy, fantascienza, giallo, hard, poliziesco e spy sono solo alcuni dei generi che oggi si possono vedere nelle librerie, generi che ovviamente hanno poi generato una miriade di sotto generi, per arrivare alla conclusione che oggi come oggi inquadrare un libro in una categoria ben precisa è un’impresa assai ardua.
Ma di tutti questi generi e sottogeneri, però, c’è ne uno che, a torto a mio avviso, non gode del giusto riconoscimento della critica, ma che in realtà è il genere da scrivere più difficile fra tutti e lo dico da addetto ai lavori, ovvero il cosiddetto genere del “quotidiano”.
Un genere che tende a raccontare le piccole avventure e disavventure della vita normale, un genere che per sua natura potrebbe sembrare anche un po’ noioso - anche se alla fine è quello che più racconta la verità del nostro quotidiano – perché parliamoci francamente, è sicuramente più facile interessare il lettore con una storia inventata o quasi, su spie internazionali, su mondi fantastici o su storie tipo nove settimane e mezzo, piuttosto che con delle storie che parlano del “banale” quotidiano. Proprio per questo chi decide di intraprendere questa difficile via letteraria deve essere uno scrittore più che bravo.
Di questo genere, a mio avviso, un eccellente esponente è Roberto De Luca che nel suo libro “A furia di sfogliare” da un assaggio potente di cosa significa scrivere racconti sul delicato tema del quotidiano.
Personalmente devo far le mie scuse all’autore, perché quando mi sono avvicinato al suo libro ero, per tutto quanto suddetto, se non proprio scettico comunque abbastanza cauto. Invece fin dalle prime pagine mi sono dovuto ricredere. Il suo modo fluido e molto personale di scrivere è stato così coinvolgente da farmi immedesimare con i protagonisti dei suoi racconti. Racconti che in parte ognuno di noi ha anche vissuto. Chi di noi non ha mai imbiancato una stanza? Oppure non è mai andato dal dentista? O non ha mai avuto un ritorno di fiamma più o meno platonico con una vecchia “amica”? O peggio non ha mai fatto una “mattata” con un suo amico guidando fino alla mattina successiva solo per arrivare a prendere il caffè a Napoli o la fiorentina a Firenze?
Insomma spaccati di vita a noi molto familiari, che proprio per questo ci incollano al libro perché sono un po’ nostri, racconti che ci fanno sorridere facendoci tornare in mente come eravamo nei magnifici anni “ottanta” o ci fanno imbarazzare perché ci fanno ritornare in mente le stupidaggini che abbiamo fatto quando magari eravamo un po' più giovani.

Per questo consiglio vivamente di leggere questo libro, per assaporare quel gusto agrodolce di un tempo passato che ci ha reso quello che siamo oggi, nel bene come nel male.
Diego Romeo

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