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Fuga dalla scuola. Dispersione scolastica e investimenti per l'istruzione in Italia

Qualche luce, ma ancora molte ombre emergono dalla lettura del sesto Atlante dell’Infanzia (a rischio) “Bambini senza. Origini e coordinate delle povertà minorili”, pubblicato da Save the Children, che affronta diversi aspetti delle deprivazioni più gravi che colpiscono i minori in Italia, 200 pagine di analisi e dati 'geolocalizzati' in 62 mappe.
In questo articolo ci limiteremo ad analizzare alcuni aspetti, tratti dall’Atlante, relativi all’istruzione scolastica, alla sua efficacia e diffusione nel nostro paese. Nelle mappe interattive, notiamo subito vistose disparità sia a livello europeo che fra le diverse regioni italiane, come ad esempio per la dispersione scolastica: l'Italia sconta una media del 17 per cento di abbandoni del percorso scolastico, contro il 12 per cento della Ue. E chi interrompe gli studi è maggiormente soggetto alla disoccupazione, incide sui costi del welfare ed è a rischio esclusione sociale.
percentuale di giovani 18-24 anni che non ha concluso il ciclo di studi superiore, né corsi di formazione professionale (Early School Leavers
Ma quanto investiamo nella scuola ? L’Italia è nella fascia di paesi dell’Unione Europea che dedica all’istruzione primaria e secondaria la percentuale più bassa di investimenti rispetto al PIL.
Spesa per la scuola secondaria di 1° grado nei Paesi dell'Unione Europea in percentuale rispetto al PIL
Spesa per la scuola primaria nei Paesi dell'Unione Europea in percentuale rispetto al PIL
Se dalla geografia europea torniamo a quella delle regioni italiane resta evidente il divario nord-sud e il problema delle grandi isole che subiscono la più alta percentuale di dispersione scolastica, la Sicilia con il 24% e la Sardegna, a poca distanza, con il 23, 5%. Questo vuol dire che in Sardegna ad esempio quasi un giovane su quattro (23,5%) tra i 18 e i 24 anni non ha concluso un ciclo di studi superiore né un corso di formazione professionale.

Anche nel caso dei dati sulla dispersione scolastica si può notare quanto siano inversamente proporzionali al tempo pieno, in Sicilia l’8,1%  contro il 31,6% della media nazionale e della spesa per i servizi sociali destinati a famiglie e minori: 70 euro procapite, sempre in Sicilia, sui 113 in Italia. In Sardegna però quest’ultimo dato è positivo, con 128 euro di investimento pro capite contro i 113 euro in Italia, rendendo questa regione quella che, nel Mezzogiorno, investe di più in spesa sociale per famiglie e minori.
Guardando i dati relativi ad un’altra importante regione del mezzogiorno italiano, la Campania, si nota come la dispersione scolastica riguarda il 20% dei ragazzi, ma soprattutto colpisce il fatto che la spesa pro capite per servizi sociali destinata a famiglie con minori è di soli 42 euro, contro una media nazionale di 113.

La deprivazione di possibilità, stimoli e opportunità si riflette nelle scarse performance scolastiche: in Sicilia, fra gli alunni di quindici anni, più di un terzo non raggiunge il livello minimo di competenze in matematica ed una percentuale di poco inferiore nella lettura. Percentuali leggermente inferiori in Sardegna. Ma la percentuale più alta la troviamo in Calabria che purtroppo detiene un doppio record negativo, con ben il 45,8% per la matematica e il 37,4% per la lettura. 

A pochi giorni dalla Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza sembra quanto mai opportuno gettare luce sull’educazione in Italia, perché al più presto possano essere attenuate le tante ombre e disparità che ancora negano o limitano un diritto fondamentale, così determinante per il futuro e lo sviluppo delle giovani generazioni e del nostro paese.

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