Cronache del dopo invasione, ... perché “gli africani siamo noi”
In un’Italia in preda a un’isteria da invasione, in cui, come ha dichiarato il presidente di Medici Senza Frontiere (Italia), preoccupa “il complessivo avvelenamento del clima in cui autorità e ONG lavorano [e] continua una campagna di discredito basata su informazioni non suffragate, anche da parte di soggetti che per ruolo istituzionale dovrebbero contribuire a fare chiarezza invece che diffonde[re] insinuazioni e sospetti”, in cui la frase più gettonata è “Non possiamo accoglierli tutti!”; in questa nostra Italia non sarebbe male leggere un agile e scorrevole volume di divulgazione scientifica opera di un antropologo e genetista, Guido Barbujani, dal titolo molto evocativo “Gli africani siamo noi” (edito da Laterza).
Il libro ci spiega come l’invasione sia già avvenuta: noi - sì, proprio noi - siamo appunto il frutto del lento fluire dei primi ‘homo sapiens’ dal continente che li aveva generati verso quelli che gli stavano accanto o di fronte, e più tardi in quelli più lontani.
Ora, la confusione è grande sotto il cielo, il disorientamento degli animi è notevole. Non sarà certo un libro a spegnere le voglie di muro, a placare la paura per chi è di diversa provenienza (nonché di diverso portafoglio e colore della pelle), a contenere la tentazione di lucrare sugli istinti più bassi della gente per raccattare un po’ di consenso, a contrastare il desiderio di abbandonarsi ai luoghi comuni. Ma non sarebbe male si facesse strada, passo dopo passo, la coscienza che quel che unisce i popoli è enormemente di più di quel che li separa. Non sarebbe male scoprissimo un po’ di più l’africano che è già dentro di noi ….
Francesco De Palma
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