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L'esempio inatteso dal Festival di Sanremo

Claudio Baglioni, oltre ad avere meriti indiscutibili di una carriera artistica e, per certi versi, anche culturale di grande successo che per decenni ha anche fatto "tendenza", oggi, in conclusione della sua nuova esperienza di sedicente "Dittatore Artistico" del Festival della Canzone italiana di Sanremo, possiamo dire che abbia portato un valore in più con la sua conduzione.  

Sabato scorso, commentando l’opera compiuta dal poliedrico artista, Massimo Gramellini, nella rubrica "IL CAFFÈ" sul Corriere della Sera, ha intitolato il suo testo: "Baglionismo al potere".
Con la sua solita arguzia, il giornalista sottolinea come Baglioni abbia avuto il merito, tra gli altri, di avere "cantanti che cantano, attori che recitano, presentatrici che presentano, fiorelli che fiorellano e ballerine che ballano, anche a 83 anni".
Nel proseguire l’analisi Gramellini, aggiunge: "Secondo Baglioni, il successo del Festival (lo share nelle serate è sempre rimasto oltre il 50%, n.d.r.) rappresenta il ritorno al potere dei professionisti (...) e se avesse ragione, si tratterebbe del primo segnale di una controrivoluzione culturale, e mica solo in TV. Veniamo da anni di predominio ideologico dei dilettanti allo sbaraglio, in cui l'idea stessa di competenza ha coinciso con quella di casta".
Il termine "casta", in questi anni, specie dopo la pubblicazione dell'omonimo libro-inchiesta di Gian Antonio Stella con Sergio Rizzo, identifica coloro che in questi anni sono stati ai posti di comando della politica italiana, ma anche dirigenti con incarichi pubblici, nominando persone di loro gradimento che, facendo il bello e il cattivo tempo, nel bene e nel male, portassero benefici ai loro amici, affiliati, sponsor.
In questa situazione, raccontano gli autori, "i politici italiani sono diventati intoccabili".
Certo, forse questo del Festival di Sanremo, che si è appena concluso, con il tributo ai vincitori, ma anche al trio dei conduttori che hanno portato a termine con successo l’evento canoro, è stata solo una casuale eccezione oppure, forse, è stata la prima occasione in cui tutti tornano al loro posto per tornare a fare ognuno la cosa che sa fare meglio o, quantomeno, quello per cui tanto ha studiato e maturato esperienza negli anni.
Il festival del Direttore/dittatore Artistico Claudio Baglioni, con le felici collaborazioni di Pier Francesco Favino e di Michelle Hunziker, non credo che avrà la forza di dare una nuova tendenza a tutta la società  e la politica di oggi, ma sicuramente potrà  rappresentare un esempio, un precedente, per chi, eventualmente deciderà di affidare la regia di una istituzione pubblica, o di far ricoprire un posto di una importante istituzione, potrà scegliere persone preparate in quel determinato campo o settore, invece di affidarsi ad improvvisati ed inesperti “cultori della materia”, perlopiù inesperti nella vita reale.

Germano Baldazzi

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