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"Dobbiamo aiutarci tutti a vivere nella diversità e nella complessità" (mons. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna)

Su "La Stampa" un'anticipazione de "Odierai il prossimo tuo", ultimo libro del neocardinale Matteo Zuppi.

"Non è vero che il pluralismo religioso deve per forza indebolire la nostra identità. Semmai la disarma e la mette in relazione.[...] La sfida del pluralismo religioso costituisce una grande opportunità per ritrovare noi stessi e riscoprire le nostre radici profonde. Per essere ancor di più 'noi'. [...] Dobbiamo perseguire un dialogo autentico. Ed essendo noi, padri, madri e figli, la prima generazione chiamata a farlo, è importante gettare basi solide per generare un rapporto aperto, libero, intelligente, anche forte, che difenda l'umanesimo - che è molto cristiano nel suo nucleo -, dentro il quale l'islam deve inserirsi. [...] Non dobbiamo aver paura di questo aspetto. Ciò farà crescere - è già nato, a frammenti - un islam 'italiano'. 

[...] Guardare il mondo da un'altra prospettiva aiuta a considerare problemi e situazioni con occhi diversi. Un po' più di articolazione nei giudizi e nel ragionamento ci sarebbero di grande giovamento. Certo, non dobbiamo essere ingenui: la diversità spaventa e inquieta perché non tutto è indolore. [...] Eppure, una maggiore comprensione aiuta anche a far diminuire [l]'angoscia, mentre generalizzazioni facili e pregiudizi lasciano soli con le proprie paure e le proprie rabbie, magari travestite da sensi di superiorità. Dobbiamo aiutarci tutti a vivere nella diversità e nella complessità".

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