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1° maggio, festa del lavoro: non perdiamo la speranza


Il 1° maggio si celebra in molti Paesi del mondo la festa del lavoro, ma in Italia la durezza della crisi fa emergere soprattutto la sua mancanza. I dati diffusi in questi giorni dall’Istat sono davvero preoccupanti: quasi 3 milioni le persone in cerca lavoro e  ben 248 mila occupati in meno rispetto allo scorso anno. Nella fascia di età compresa fra 15 e 24 anni la disoccupazione sfiora il 40%. È molto forte anche la crisi delle piccole imprese: in quattro anni sono scomparse quasi 60 mila aziende artigiane. E fra quelle che non chiudono, moltissime sono oberate di debiti e schiacciate dalla crisi.
Insieme a quelle dei sindacati, oggi sono risuonate la parole di Papa Francesco, da sempre attento al tema del lavoro, anche per le sue esperienze giovanili di lavoro in fabbrica. “Il lavoro è un elemento fondamentale per la dignità di una persona – ha ricordato il Papa – dà la capacità di mantenere se stessi, la propria famiglia, di contribuire alla crescita della propria Nazione. Penso alle difficoltà che, in vari Paesi, incontra oggi il mondo del lavoro e dell’impresa; penso a quanti, e non solo giovani, sono disoccupati, molte volte a causa di una concezione economicista della società, che cerca il profitto egoista, al di fuori dei parametri della giustizia sociale”.
Nel suo messaggio il Santo Padre ha lanciato a tutti un forte appello a non perdere la speranza: “Desidero rivolgere a tutti l’invito alla solidarietà, e ai Responsabili della cosa pubblica l’incoraggiamento a fare ogni sforzo per dare nuovo slancio all’occupazione; questo significa preoccuparsi per la dignità della persona; ma soprattutto vorrei dire di non perdere la speranza”. Parole importanti per i tanti che hanno vissuto il 1° maggio senza poter festeggiare.

Filippo Sbrana 

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