Bauman, un anno fa la sua scomparsa
Zigmunt Bauman, scomparso il 9 gennaio dello scorso anno, รจ stato un grandissimo intellettuale, filosofo e sociologo del XX e XXI secolo. Autore di decine di saggi, mai banale o ripetitivo, ha investito la sua vita nella comprensione della vita, del pensiero umano e il loro dipanarsi nella storia del Novecento.
Ci ha lasciato una ricca ereditร di pensiero, di idee e un sentiero tracciato per leggere e comprendere meglio i mille rivoli della societร di oggi senza negare le debolezze in cui l’umanitร corre il rischio di scivolare.
Bauman era un pensatore vivace, curioso, sapeva leggere spiegare l’evoluzione della societร , sapeva dare nuove letture della realtร ed aveva una grande capacitร di farsi comprendere da suoi interlocutori.
La sua famiglia aveva origini ebraiche, lui era un pensatore laico, non un credente nella accezione classica.
Nel 2016, ad Assisi, invitato in occasione del 30° anniversario degli Incontri internazionali di preghiera per la pace, Bauman intervenne portando il suo originale contributo di uomo sempre in ricerca. Rimase molto colpito da Papa Francesco, dalle sue parole. Infatti, di lui disse: «Ogni giorno Francesco se ne esce con risposte a domande che io sto ancora cercando, e con successo a metร , di articolare».
Lo considerava un grande alleato nel leggere e decifrare i segni dei tempi e nella comprensione della realtร di oggi.
Il filosofo polacco aveva il sogno che si realizzasse una “comunitร ” di individui impegnati in un’etica comune, responsabilizzata per il futuro dell’umanitร , per la costruzione di un mondo migliore di quello che avevamo ereditato dal passato.
L’espressione del sociologo Zygmunt Bauman, “modernitร liquida” – forse la sua piรน originale enunciazione – sta ad indicare un’epoca in cui la societร รจ sottoposta a un processo di “fluidificazione”. Nel mondo globalizzato di oggi, qualsiasi realtร (popolo, stato, gruppo, categoria) passa dallo stato solido a quello liquido, perdendo i contorni chiari e definiti. A seguito di questa trasformazione, ogni entitร si comporta come un fluido che, non avendo forma propria, assume quella del contenitore. Cosรฌ, pure i luoghi, i confini e le identitร tendono a trasformarsi e la loro forma viene continuamente ridisegnata dalle varie situazioni.
Nel pensiero di Bauman, per definire l’identitร bisogna conoscere lo spazio e fare l’esperienza dei confini, oltrepassarli permetterร di arrivare all’identitร dell’altro e alla sua conoscenza.
Siffatto percorso porterร alla scoperta che i concetti non sono immutabili, bensรฌ possiedono dei contorni fluidi, flessibili, perchรฉ si adattano al variare della realtร in cui sono inseriti.
Il suo pensiero di “modernitร liquida” non รจ una «legge» astorica che vale per l’eternitร , infatti negava ogni lettura apocalittica del presente, mentre si impegnava nello spiegare pezzo a pezzo i vari rivoli della societร odierna, ben sapendo che l’impegno e il cammino intrapreso, non lo avrebbe certamente concluso lui, ma avrebbe lasciato un’ereditร dopo di lui.
Una delle sue caratteristiche peculiari era quella di avere un’quella attitudine alla chiarezza, non naturale, ma acquistata nei tanti anni passati all’universitร , prima come apprendistato e poi come professore all’Universitร di Varsavia.
Era solito e gli era piacevole costruire un discorso mettendo insieme pezzi della cultura accademica e parti della cultura popolare, come per trovare un bilanciamento tra la dissoluzione della «modernitร solida» e l’avvento della «modernitร liquida», a causa del quale l’ordine sociale, economico, culturale, politico del Novecento si era liquefatto.
Bauman vedeva due strade davanti a sรฉ: o lo schierarsi con la liquiditร dell’individualitร , persa nel consumo frenetico come primo e unico obiettivo della propria vita, e condannato all’infelicitร del consumismo a tutti i costi; oppure, con la materialitร , cioรจ, con persone che costantemente tessono legami di lavoro, amicizia e di amore. Quindi, scegliere per uomini e donne che credono nell’amore per sempre, nella famiglia, nell’azienda la cui prima ricchezza รจ il lavoratore.
Ogni volta che creiamo qualcosa di solido e, cioรจ, costruiamo una relazione di amicizia e d’amore, realizziamo una piccola o grande impresa, oppure compiamo delle individuali che diventano progetto condiviso con qualcuno: ebbene quelle scelte diventato politica, politica alta e autentica, capace di incidere e costruire qualcosa di buono per tutta la societร . Inoltre, chiarisce che “possiamo comprare tutto, (ma) non l’amore. Non troveremo l’amore in un negozio. L’amore รจ una fabbrica che lavora senza sosta, ventiquattro ore al giorno e sette giorni alla settimana” (Cfr. “Le emozioni passano i sentimenti vanno coltivati”, La Repubblica, 20/11/ 2012)
Il filosofo polacco conclude che la cura dell’altro รจ un atto fondamentale di un rapporto umano che esige un senso di responsabilitร e un pizzico di abnegazione, in quanto รจ evidente che “l’amore non รจ un oggetto preconfezionato e pronto per l’uso. ร affidato alle nostre cure, ha bisogno di un impegno costante, di essere ri-generato, ri-creato e resuscitato ogni giorno” (ivi).
Bauman ha saputo leggere la trasformazione della societร nel corso della sua vita, cogliendone tratti essenziali e lasciandoci in ereditร una chiara lettura del mondo, e l’indicazione di una strada da percorrere. All’incontro di Assisi del 2016, ha indicato in Papa Francesco un dono per la Chiesa e per l’umanitร , con le sue parole, e con i suoi gesti.
L’umanitร dovrร imparare a percorrere la strada del “noi” nell’applicazione di tre elementi fondamentali per la convivenza: il dialogo, un’equa distribuzione dei frutti della terra e del lavoro, infine, l’educazione alla cultura del dialogo.
Questa รจ la grande ereditร che Bauman ci ha lasciato, esattamente un anno fa, ereditร da fruttificare per raggiungere una convivenza serena e pacifica, donata da un uomo che ha conosciuto e vissuto sulla sua pelle la guerra e la persecuzione.
Germano Baldazzi
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